Rkoma, al secolo Marco Rosafio, è una voce nuova ma già distintiva della scena rap italiana. Nato in Svizzera e cresciuto tra le radici del Basso Salento, fonde nel suo stile una doppia identità culturale che rende ogni suo brano un ponte tra mondi. Dopo l’esordio nel 2022 con “Hangover”, ha costruito passo dopo passo un percorso fatto di autenticità, live energici e collaborazioni importanti. Il suo nuovo singolo Rave Party è un manifesto generazionale crudo e viscerale, capace di raccontare il disagio e il riscatto con rara lucidità. Lo abbiamo incontrato per parlare di musica, identità e futuro.


1.       “Rave Party” è un brano fortemente simbolico: da dove nasce l’idea e cosa rappresenta per te questo “rave”?

L’idea mi è venuta ripensando a quei momenti in cui ti senti completamente perso, ma hai comunque bisogno di trovare un posto dove sfogarti e sentirti vivo. Il rave, per me, non è solo una festa: è un simbolo. È caos, tentazione, ma anche libertà. È quel luogo mentale e fisico dove, anche se sei in mezzo al disordine, provi a ritrovarti. In un certo senso, è come la vita in strada: dura, intensa, ma capace di regalarti emozioni vere e forti.


2. Quanto conta per te portare in musica la realtà e il vissuto di una generazione spesso ‘invisibile’?

Conta tantissimo. È uno dei motivi principali per cui faccio musica. Voglio dare voce a chi solitamente resta in silenzio o non viene ascoltato. Vengo da quella realtà e so bene cosa vuol dire sentirsi trasparenti, quasi inesistenti. Per questo nei miei testi ci metto tutto, senza filtri. Voglio che chi mi ascolta si senta visto, che capisca che non è solo. Niente favole: solo la verità, quella cruda. Perché chi ci è passato davvero, lo riconosce.


3. Le tue radici salentine quanto influenzano il tuo modo di scrivere e vivere la musica?

Tantissimo. Sono parte di me, del mio modo di essere e di esprimermi. In Salento la musica si respira ovunque: nelle strade, durante le feste, dentro casa. È qualcosa che ti entra dentro fin da piccolo. Ti insegna a vivere la musica con passione, senza paura di essere te stesso. E questa autenticità è diventata il mio modo di scrivere: diretto, viscerale, sempre col cuore in mano.


4. Nel brano si percepiscono rabbia e dolore, ma anche voglia di riscatto. Cosa ti spinge a non mollare?

Non mollare per me non è un’opzione, è una necessità. Ci sono momenti duri, giorni in cui ti chiedi se vale la pena continuare. Ma poi penso al punto da cui sono partito e a dove voglio arrivare. È la fame, la voglia di riscatto, quella voce interiore che mi dice “ancora no, non è finita”.

E poi c’è la musica. Ogni volta che scrivo o registro qualcosa, ritrovo me stesso. Anche quando tutto sembra andare storto, la musica mi rimette in piedi. È la mia ancora.


5. Hai collaborato di recente con un artista affermato: come è nata questa sinergia e cosa ti ha lasciato?

Era da tempo che avevo in mente un feat del genere, soprattutto con qualcuno che mi avesse ispirato davvero nei primi passi. Quando si è presentata l’occasione, è stato tutto naturale. C’era la giusta intesa, ci siamo capiti subito. Su un pezzo come San Siro, sentivamo entrambi che quella collaborazione aveva senso. È stata un’esperienza forte, che mi ha lasciato tanto, sia a livello umano che artistico.


6. Il live al Barrios è stato un momento chiave del tuo percorso. Che ruolo ha il palco nella tua crescita artistica?

Il palco è fondamentale. È il posto dove mi sento libero, dove posso essere davvero me stesso. Al Barrios è stato ancora più speciale perché era il mio primo live in assoluto. Un’emozione che non dimenticherò mai.

Quel momento mi ha fatto capire che ciò che faccio arriva alle persone, che c’è un legame reale con chi ascolta. Ogni live è una scarica di adrenalina, ma anche un modo per affrontare le mie insicurezze. È lì che cresco, ogni volta un po’ di più.


7. Qual è il prossimo capitolo che Rkoma vuole raccontare? Hai già in mente un nuovo progetto?

Sì, ho già qualcosa in cantiere. Sto lavorando su nuova musica che racconta un lato più profondo e maturo di me. Voglio parlare di ciò che sto vivendo ora: i cambiamenti, le responsabilità che crescono, ma anche i sogni che non smettono mai di battere forte.

Il prossimo capitolo sarà più intimo, ma con la stessa energia e verità di sempre. Non voglio anticipare troppo, ma ci saranno suoni nuovi, collaborazioni interessanti e tanta voglia di alzare il livello, ancora.


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