Un titolo evocativo che mi richiama certi fasti degli anni ’70 e ’80. E in fondo la forma canzone che il cuore pulsante dei Subbuglio! porta in scena sembra provenire proprio da li se non fossero quei suoni che l’elettronica moderna usa per parlarci di futuro. Ed è un disco urgente e necessario alla cronaca di un tempo nuovo per i cantautori che al mondo classico del pop continuano a chiedere un certo tipo di presenza. È un bel disco questo dal titolo “Le stelle della sera”, un esordio personale per Roberto Grossi che ovviamente vogliamo sottolineare con attenzione. Bella la partecipazione di Paolo Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi nel singolo che troviamo in rete…

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza. Andiamo oltre quella da copertina: per te la bellezza, quella vera, dove la troviamo?
Sono felice di questa domanda. Per me respirare bellezza, ricercarla in ogni cosa, è l’unica ricetta possibile per sopravvivere in un mondo davvero difficile. La bellezza sta in ogni cosa ma per coglierla bisogna avere la sensibilità e l’attenzione necessarie. La musica, l’arte, la natura, le persone… La bellezza è ovunque, come purtroppo sono ovunque la sofferenza, il dolore, la malvagità… Quindi di bellezza ce n’è davvero tanto bisogno, sempre.

E in questa società ampiamente devota alla superficialità estetica, che senso ha ancora parlare di profonda bellezza?
Non solo ha senso ma è una cosa assolutamente necessaria. Occorrerebbero dei corsi già nella scuola primaria per insegnare la bellezza, che non ha assolutamente nulla a che fare con la banalità o, peggio, con la volgarità.

E un po’ rigiriamo il tema sulla canzone d’autore, sulla parola… come la vedi? Esiste ancora un posto centrale socialmente parlando da dare alla musica di un cantautore?
Il mercato discografico / televisivo oggi propone altro ma la necessità di parole e strumenti espressivi che indaghino e riflettano sulla contemporaneità, su quello che ci succede intorno, sulle emozioni profonde delle persone, rimane inalterata.
Credo che sia evidente che la canzone d’autore esista e sia ancora necessaria alle persone nonostante sia emarginata dal mainstream. Lo testimonia il successo di artisti come Vasco Brondi ed altri che non passano in radio ma che riempiono i teatri di persone commosse che conoscono a menoria le loro canzoni.

Perché un cammino singolo, privato, personale? Cosa cercavi di diverso e cosa hai lasciato di “sbagliato”?
Il percorso con la band si è semplicemente concluso sia da un punto di vista sia artistico che umano. Non si è concluso invece il mio bisogno di esprimere e trasmettere emozioni: cercavo il modo di continuare a farlo. Di “sbagliato” ho lasciato alle spalle solamente l’indecisione nell’osare, nel mettersi in gioco e anche in discussione. Le emozioni non si devono tenere in gabbia, mai.

Bellezza è sinonimo di libertà?
Assolutamente sì. Senza la prima non esiste la seconda. Si dovrebbe fare di più per fare conoscere, insegnare e rendere la bellezza accessibile a tutti e rappresenterebbe un passo decisivo per la libertà di ogniuno.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner
Verificato da MonsterInsights