ROMAFF10: L’OTTIMO “AU PLUS PRES DU SOLEIL” E IL CURIOSO MUSICAL “OFFICE” DI JOHNNIE TO

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Buona serata alla Festa del cinema di Roma, con l’ottimo film francese “Au plus près du soleil” di Yves Angelo.

Juliette (Mathilde Bisson) tampina il suo ricco amante perché non vuole essere lasciata, inducendolo al suicidio. Viene interrogata, con l’accusa di averlo anche sfruttato, dal giudice istruttore Sophie (Sylvie Testud), che scopre che l’imputata è la madre biologica del figlio diciottenne da lei adottato Léo (Zacharie Chasseriaud). Il marito avvocato Olivier (Grégory Gadebois) le consiglia di lasciare il caso per evitare un conflitto di interessi, ma lei si rifiuta. Così, a sua insaputa, l’uomo incontra di nascosto Juliette cercando di capire meglio la situazione, che però gli sfuggirà di mano trascinando tutta la famiglia in un vortice di eventi sempre più inquietanti.

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La bellissima Juliette (Mathilde Bisson)

Un intenso dramma familiare, con un’intricata storia quasi paradossale e di difficile soluzione, visti i rapporti che intercorrono tra i protagonisti. Ottimamente girato dal regista Yves Angelo che decide di sfruttare molto la macchina a mano, portandoci dentro la vicenda che via via si complica sempre più. La bellissima protagonista Mathilde Bisson, presente in sala con il regista, è un incrocio tra Emmanuelle Seigner e Brigitte Bardot. E bellissimo è anche suo “figlio”, Zacharie Chasseriaud, già visto in “Un’estate da giganti” del 2011. Grande e tormentata interpretazione di Grégory Gadebois, uno dei protagonisti della serie “Les revenants“.

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Sophie (Sylvie Testud) e Léo (Zacharie Chasseriaud)

VOTO: 7.5

A seguire il curioso musical “Office 3D” di Johnnie To.

Due giovani stagisti vengono assunti dalla società “Jones & Sunn” sta per diventare pubblica. Il presidente (Chow Yun-Fat) ha promesso all’amministratore delegato, sua amante da più di vent’anni, che diventerà la maggiore azionista. Ma il progetto provoca reazioni inaspettate all’interno del gruppo e anche i due neoassunti verranno messi duramente alla prova. Ma uno dei due non è chi dice di essere..

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Una scena del film

Curiosa pellicola del grande regista hongkonghese, che dopo tanti gangster movie decide di tentare la strada di un prodotto diverso. L’operazione riesce in parte: il ritmo c’è, ma ci sono troppe, troppe canzoni. Ok, è un musical, ma questi cantano davvero ogni 30 secondi (!), roba che neanche “Les Misérables”. In ogni caso è sempre un piacere rivedere il mitico Chow Yun-Fat, che non sfigura anche in versione canterina. Di sicuro in Italia sarà impossibile vedere il film.

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Il regista Johnnie To

VOTO: 6+

Ivan Zingariello