Rose – Moving Spheres

Dopo anni di girovagare in Italia e in Europa con varie importanti formazioni, finalmente il tuo primo album tutto tuo “Moving Spheres”…

Il mio primo album è uscito nel maggio 2017 ed è l’espressione della mia natura musicale: un mix originale di stili che mi contraddistingue, semplice e che riesce a comunicare il mio percorso finora. É un lavoro che ha preso molto tempo e che rispecchia le mie sensazioni di questi ultimi anni: rinuncia, sfiducia, ma anche gioia e frivolezza, il tema centrale comunque è l’amore.

Una produzione raffinata, elegante, ma che in alcuni brani arriva e rimane in testa come se fosse un tormentone, un giusto compromesso, no?

Tormentone elegante… diciamo che piuttosto é un giusto compromesso tra me e me. Mi rispecchia e ne sono molto felice, se rende felice anche chi mi ascolta abbiamo centrato il target!

Perché la scelta di cantare in inglese? Non ti piacerebbe provare le selezioni di Sanremo, avendo ovviamente un prodotto in italiano?

Partendo dal presupposto che i miei artisti di rifermento sono anglofoni e che la mia ricerca di stile spazia dal jazz al r&b fino al soul, mi è molto difficile, perlomeno al momento, produrre materiale adatto a uno stile pop italiano. In ogni caso, mai dire mai…

Il rapporto con il pubblico quando proponi la tua musica com’è?

Cerco di essere il più spontanea possibile, adattandomi, ovviamente, alla situazione. Per ora il pubblico reagisce bene alla mia energia e cerco di coccolarlo il più possibile, soprattutto attraverso i live.

La gente dopo che ti ha ascoltata, sia live, che in radio o sul web ti cerca? Cerca i tuoi dischi?

Sì, nonostante il mio sia un genere abbastanza di nicchia nel mercato italiano.

I brani li hai scritti tu o hai collaborato con qualcuno per la stesura definitiva?

La maggior parte del lavoro è stato frutto della collaborazione con musicisti e parolieri di mia conoscenza, tutto nel rispetto del fine ultimo del disco: rivelare il mio lato creativo al pubblico in modo esclusivo. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutata, ispirata, accompagnata (e sopportata) in questo progetto. Ci sono dei brani che comunque ho scritto, arrangiato, cantato e accompagnato in (quasi) totale autonomia.

Su Youtube un tuo video con la North East Ska Jazz Orchestra supera il milione di visualizzazioni, mentre i tuoi progetti da solista non fanno quei numeri, cosa cambia tra un progetto e l’altro?

La NESJO è un bellissimo e ambizioso progetto che ha potuto, nel tempo (è in attività dal 2012), portare all’attenzione di tanti lo ska*jazz, genere che ha un impatto fortissimo sul pubblico, attraverso concerti in Italia e in Europa, le produzioni discografiche, le tante prestigiose collaborazioni e i social media. Tratta, tra i tanti, brani famosi, riarrangiati dai miei colleghi e reinterpretati da tutti noi. È chiaro che il mio lavoro solista parte da presupposti diversi e ovviamente mi auguro di avere successo: mi sto impegnando molto in tal senso!

“Moving spheres” resterà un progetto isolato o intendi con questo lavoro iniziare una discografia che si protrarrà nel tempo?

Il periodo di promozione del mio primo lavoro sta andando molto bene, seguiranno molti live, qualche collaborazione e forse anche qualche novità… chissà cosa mi riserverà il futuro! Il materiale è tanto, l’ispirazione è continua.

Dove è possibile trovare il tuo nuovo album?

Potete trovarmi su Spotify, su Youtube, acquistare il disco su Amazon o, ancor meglio, venire ai concerti e comprarlo sul posto!

Aggiungi qualcosa che non ti è stato chiesto, ma che vorresti dire a chi ti legge.

Ringrazio voi per avermi dato questa opportunità, le mie etichetta discografica (Toks Records, Music Force) e tutti quelli che credono quotidianamente in me! Stay tuned!

http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/1314-rose