Rossella Seno: La Figlia di Dio è il nuovo concept album

Nessuno è stato portato in cielo rappresenta una sorta di intro evocativo dell’album con spoken di Alessio Boni che recita un monologo di Michele Caccamo. Poi arriva Requiem dove subito possiamo ascoltare la voce stupenda di Rossella Seno su chitarra di accompagnamento: il tutto è tanto struggente e dorato. I refrain ripetitivi rapiscono l’attenzione. Le melodie sono tanto ben congegnate.

In Candide le incursioni di fiati e archi rendono il sound più stratificato con queste percussioni che sanno di musica popolare. Cantami ci offre delle sonorità ancora più folk, medievali oserei. Zohra propone percussioni appena accennate ed una chitarra sublime, onnipresente: con questa canzone continua lo storytelling folk. Il sound sempre essenziale a livello strumentale e fulgido e brillante allo stesso tempo.

La colomba è meno “sofferta”: punta ad elevare il nostro animo e il solito arco di contorno contribuisce a rendere il sound più corposo. Don Gallo e i suoi millesimi si lega alla precedente per sonorità tanto luminose, come in una sorta di dittico emozionante ed elettrizzante. In quest’ultima come non notare che Rossella Seno in alcuni passaggi aumenta il dinamismo o l’intensità nel cantato e genera dei piccoli climax.

Prima che il gallo canti arriva e con questa chitarra iniziale ci inchioda al muro. Poi si aggiunge l’artista per un racconto sempre toccante. Anche qui variazioni nel cantato che rendono la canzone più interessante. Sono solo un suono pure tanto solare per le melodie. Il chorus è stupendo, come non notarlo… musica di altri tempi, come non notarlo…Un tempo immondo offre il feat. di Massimo Germini. I due cantati si legano bene nonostante i due timbri molto diversi.

La scelta di Si chiamava Gesù, cover di De Andrè, dimostra chiaramente a quale mondo musicale l’artista guarda: un cantautorato italiano che ha fatto storia, un cantautorato pregno di significati che conferiva un’importanza fondamentale alla parola. Apprezzabile l’interpretazione dell’artista. L’artista trasforma la canzone di De Andrè e la rende completamente “sua” per sonorità/atmosfere…

La title-track La figlia di Dio chiude il tutto: una sorta di dichiarazione notevole, oltremodo importante. Qui come altrove è tanta la poesia trasmessa in musica, una delle migliori qualità di questo album.

In un’epoca di infuencers e di predominio sfacciato dell’immagine Rossella Seno sceglie di andare controcorrente con un concept album di alto profilo culturale e sociale, un album contenente 12 brani che puntano il dito sulle ingiustizie e le sopraffazioni, lasciando cadere tabù e inibizioni. Un album senza dubbio pieno di significati, un album impegnato, profondo nell’epoca nella quale la profondità ha ceduto il passo all’apparire, alla superficialità…

Rossella Seno con questo album propone agli ascoltatori un mondo sonoro dove rifugiarsi/scappare dal mondo odierno. Le sonorità che ascoltiamo, a tratti cinematografiche, sono sonorità che potrebbero fare da colonna sonora a qualche film di Ozpetek(mi viene da pensare a Cuore Sacro per esempio). Musica piena di pathos quindi quella che ci presenta “la figlia di dio”, musica calda e passionale che deriva dal cuore, un cuore sacro e sublime…

Link Spotify: https://open.spotify.com/album/29FiXTSVHwRjBOuS9aFiuG