Di Alessandro Cunsolo, 7 marzo 2025

L’Europa è una polveriera pronta a saltare in aria, e a tenere il fiammifero acceso è Emmanuel Macron, il presidente francese che sembra deciso a farci fuori tutti. Il “ReArm Europe” della Commissione Europea, un piano da 800 miliardi per armare il continente fino ai denti, è il nuovo giocattolo di Ursula von der Leyen, ma a spingere il pedale della guerra è Macron, il Napoleone dei giorni nostri. Dall’altra parte, Vladimir Putin tuona contro la “politica aggressiva” della Francia, mentre Matteo Salvini, oggi 7 marzo, gli dà una stoccata che spacca: “Macron è un matto, mai un esercito Ue comandato da lui”. Siamo davvero a un passo da una guerra totale tra UE/Ucraina e Russia? E perché questo piromane in cravatta insiste a farci marciare verso il disastro?

ReArm Europe: una follia guerrafondaia

Il 3 marzo 2025, von der Leyen ha tirato fuori dal cilindro “ReArm Europe”: 150 miliardi di prestiti, fondi di coesione svenduti per carri armati e un’industria bellica che scalpita. Motivo? Puntellare l’Ucraina, abbandonata da Trump, che ha chiuso i rubinetti degli aiuti USA per flirtare con Putin. Ma non illudiamoci: questo non è difesa, è una dichiarazione di guerra bella e buona. Putin lo sa e il 6 marzo ha risposto a muso duro, paragonando Macron a un Napoleone destinato a schiantarsi nella neve russa. Eppure, al summit di Bruxelles del 6 marzo, i falchi europei – con Macron in testa – hanno continuato a sbraitare, ignorando chi, come Orbán, grida che questa corsa alle armi è una pazzia suicida.

Macron, il guerrafondaio seriale

Cosa c’è dietro questa frenesia anti-russa di Macron? Non è solo il suo ego da condottiero fallito. Con Trump che si tira indietro e cerca un accordo con Mosca, il francese vuole prendersi lo scettro europeo, giocando al duro. Il 5 marzo ha sparato la sua ultima follia: niente pace, la Russia va “indebolita” a ogni costo, persino con l’ombra nucleare sullo sfondo. E oggi Salvini, a Milano, lo ha inchiodato senza giri di parole: “L’esercito europeo comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare, no, mai”. Parole che pesano come macigni, da un vicepremier che non le manda a dire. Ma non è una sorpresa: stiamo parlando dello stesso Macron che nel 2011 ha messo le mani sul bombardamento della Libia, sbriciolando Gheddafi e lasciando all’Italia il conto salato di un’immigrazione fuori controllo. È questo il “genio” che dovrebbe guidarci? Un piromane seriale che semina caos e poi si lava le mani.

Un disastro a un passo

La situazione è una bomba a orologeria. L’UE si arma, pompa miliardi in Ucraina e si prepara allo scontro, mentre la Russia risponde con minacce e muscoli. Un errore, un missile vagante, e ci ritroviamo in una guerra che nessuno può vincere. Putin alterna provocazioni a spiragli di dialogo – vedi i suoi abboccamenti con Trump – ma Macron e i suoi compari sembrano avere un solo piano: il conflitto totale. Salvini lo ha capito e oggi lo urla: un esercito europeo sotto un “matto” come Macron è una condanna a morte per tutti noi.

Basta con i folli al comando

È ora di dire basta. Macron non è un leader, è un pericolo pubblico, un guerrafondaio che dalla Libia all’Ucraina ha solo lasciato macerie. L’Italia, già strangolata dalle sue follie migratorie, non può permettersi di seguirlo in questo baratro. Nel governo di centrodestra, Salvini è l’unico a mostrare un briciolo di responsabilità verso i cittadini italiani, che nella stragrande maggioranza rigettano una guerra immotivata contro la Russia. Condanniamo con rabbia questa deriva bellicosa: la pace non si fa con le bombe, ma con il cervello. Macron, scendi dal tuo trono di cartapesta e smettila di giocare con le nostre vite. L’Europa non ha bisogno di un altro Napoleone fallito, ma di chi spenga l’incendio prima che ci bruci tutti.



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