SAVE OUR SOUL: il Rock viene dall’anima

Con la signa S.O.S. che significa appunto SAVE OUR SOUL, la storica band pop rock italiana di Marco Ferri in arte BRUCO lega in modo indissolubile una certa spiritualità a quel modo leggero di fare rock in Italia che affonda le unghie in radici storiche come Vasco, Negrita e compagnia cantando… la lista non è lunga ma, insomma, non è neanche sterile. Il nuovo disco, dal titolo altrettanto esistenzialista, “Esse o Esse”, che è aiuto ma anche quel richiamo shakespeariano del vedersi addosso la vita e capirla, esaminarla, misurarla. E questo nuovo disco, nell’estetica canonica della forma pop rock, (restituendo così alla nostalgia un’ancora a cui appigliarsi per rivivere quei gloriosi anni ’90) e facendosi anche portavoce di una certa elettronica di attualità, canta l’amore, l’amicizia, canta la vita, il diventare padre e la passione che si consuma nell’amore e nell’odio come nell’interessante “Venere acida”. Estetica di grande gusto che abbiamo fermato per voi…

Noi parliamo spesso di estetica e non solo riferendoci al bello sfacciato da vedere. Ecco: per voi cosa significa estetica?
Più che di estetica parleremmo di emozioni riguardo alla musica… Crediamo che l’estetica sia sopravvalutata. Molti degli artisti più influenti della storia oggi avrebbero difficoltà a farsi produrre per ragioni “estetiche” e questo è ridicolo.

Un titolo assai evocativo. Aiuto o esistenza? Cosa significa e cosa cerca di rappresentare “Esse o esse”?
Entrambe… la situazione musicale é tragica al giorno d’oggi ed “Esse o esse” é il nostro modo di dire agli altri di non mollare…si può ancora fare musica senza pensare a ciò che va.

La tradizione rock italiana è andata fiera di grandi nomi. Dai Negrita passando per i Litfiba e prendendo anche derive pop più fisiche come Vasco Rossi. Ecco: quali sono le radici degli S.O.S.?
Sicuramente in Italia c’è stata una scena rock molto interessante e originale, distante da riferimenti tipicamente americani o inglesi… Pensiamo ai Litfiba dei primi dischi, ai Diaframma, ai Moda di Andrea Chimenti, ai Joecool, ai Timoria per citare i primi che ci vengono in mente, ma anche al prog italiano di Pfm, Arti e mestieri, Banco, Area, ecc…

Oltre a mancare un video di lancio ho l’impressione che siate “poco social”, ovvero poco addentro ai naturali canali digitali che spesso invece vedo mettere in piazza forse con eccessiva invadenza. Sbaglio? Voi che ne pensate?
Cerchiamo di essere social lo stretto necessario per comunicare qualcosa… Non vogliamo apparire per forza o postare notizie inutili o foto di piedi, gatti e aperitivi, se capisci cosa vogliamo dire. I video sono in arrivo comunque.

Da nostalgico del grande disco di rock degli anni ’90: qui manca il vero grande lento, un classico nelle tracklist di quel tempo…. sapete di quei brani chitarra e voce, un po’ come la leggendaria “More than words” in un disco come “Pornograffiti”…
Può essere… Per noi il lentone è “Madre”, che di fatto, come altri brani, è nata così, acustica ed essenziale… poi le abbiamo dato un vestito più “da festa”…

A chiudere: il rock dal vivo, secondo voi è morto?
No, però onestamente sentiamo un po’ l’esigenza di maggiore spontaneità live… molti concerti oggigiorno sono talmente pieni di sequenze che senza i musicisti la musica andrebbe avanti ugualmente… questione di gusti ovviamente, ma a noi non interessa sentire il disco perfetto, ma quello che creano i musicisti sul palco. Chiaramente, questo comporta dei rischi, e a noi va bene così.