Dopo aver firmato insieme a Danilo Carlani e Alessio Dogana la regia del film Il migliore dei mondi, Maccio Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia), dirige affiancato dal secondo Sconfort zone, serie televisiva in sei episodi della durata di mezz’ora ciascuno disponibile su Prime Video dal 20 Marzo 2025. Maccio, regista anche dei lungometraggi Italiano medioe Omicidio all’italiana, interpreta se stesso in un contesto meta-narrativo in cui deve scrivere una serie tv, piombando però nella più atroce e tradizionale delle avversità per uno scrittore: la sindrome della pagina bianca.
Maccio non ha più idee e l’ipotesi di replicare anche solo uno dei suoi personaggi con cui ha cavalcato il successo – da Padre Maronno a Mariottide – lo getta nella più assoluta e violenta depressione. A tale proposito, dopo aver incontrato in ascensore uno psicanalista di gran fama, il professor Braggadocio incarnato da Giorgio Montanini, decide di chiamarlo per iniziare con lui la terapia al fine di risolvere la crisi e tornare finalmente a scrivere. Le sedute dal luminare non si rivelano “una passeggiata”, poiché il professore fa in modo che il paziente affronti una serie di prove shock per uscire da quella consuetudine che gli ha causato un empasse creativo.

Sconfort zone è una serie al 52% autobiografica, come dichiarato dallo stesso Capatonda che idealmente uccide i suoi personaggi, ancora in cerca d’autore e che non smettono di tormentarlo. Una sorta di autoanalisi catartica, eliminando Padre Maronno e Mariottide per identificarsi in toto in un autore che è in cerca dell’autore che è in lui (per dirla alla Maccio). Le prove che affronta, proposte dal professore, sono prese come spunto dalle sue paure reali, alimentando l’effetto meta-narrativo. È da segnalare nel primo episodio come viene messo nella condizione di dover metabolizzare l’accettazione di una morte imminente. Un inizio molto interessante che prevede anche una realizzazione politicamente scorretta ma altrettanto coraggiosa, poiché potrebbe dividere il pubblico. Ogni episodio ci mette di fronte ad una paura, e le conseguenti sfide incuriosiscono e generano il giusto “hype”. Non solo fobie, però, in quanto c’è spazio anche per le passioni, soprattutto quella nei confronti del cinema, che si fa carne citando il classico del 1985 Ritorno al futuro, ispirazione che ha determinato in Maccio la volontà di intraprendere il suo percorso creativo. Esilarante una sequenza girata nella sua vera cameretta di quand’era ragazzino a Chieti e in cui mostra dieci videocassette del film di Zemeckis, iperbole intesa a rendergli omaggio.

Nella stanza di Maccio adolescente c’è anche una parete totalmente dedicata alla sua “Crush” dell’epoca, ovvero Ilaria Galassi, soubrette di Non è la Rai, programma di Gianni Boncompagni che ha segnato gli anni Novanta e che potrebbe essere in qualche modo connessa a Ritorno al futuro… infatti chissà se una delle prove a cui è sottoposto non preveda un incontro per un tuffo ideale in un malinconico passato che oggi può ancora segnare un punto di svolta dalle sue paure? Sconfort zone porta inoltre in scena Maccio che ha una compagna cui presta il volto Francesca Inaudi e una sorta di alter ego incarnato da Valerio Desirò. Molto interessante questo aspetto, anche in chiave psicologica che lo porta in qualche modo a “subire” delle scelte in situazioni al limite e al contempo davvero comiche, mettendo in risalto in maniera allegorica la stratificazione dei diversi livelli in cui opera l’inconscio, del quale spesso si è vittime. Nella sua carriera artistica non può poi mancare un manager ossessionato dal successo dell’assistito, ovviamente per proprio tornaconto e per il quale farebbe qualunque cosa, qui impersonato da Luca Confortini.

E quest’ultimo ha una moglie portata in scena da Camilla Filippi. Fanno parte del cast anche Edoardo Ferrario, Gianluca Fru e Valerio Lundini, che rappresentano i suoi migliori amici, sempre disposti a dargli consigli e a rassicurarlo. Le loro parole non sono mai prive d’ ispirazione, purché tutti insieme si trovino all’interno di un centro benessere, il loro locus amoenus per eccellenza. La serie tv risulta dunque un progetto molto interessante, godibile e sincero, con l’aspetto meta-narrativo ben strutturato e la messinscena che si rivela molto efficace. Di contro c’è un finale un po’ scontato e per alcuni versi forzato. Nel complesso, però, Sconfort zonesi fa perdonare qualche incertezza che non inficia sul risultato globale, poiché le puntate filano una dietro l’altra in modo molto divertente e divertito, senza tralasciare l’aspetto psicologico davvero di livello. E ci si augura che lasci una porta aperta per una seconda stagione, che renderebbe forse la conclusione della prima molto più convincente e intrigante.
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