Creando quasi un gioco prima ancora che un documentario, in Setteponti Walkabout la regia di Gianfranco Bonadies, Gianpaolo Capobianco e Michele Sammarco, con la collaborazione di Valeria Tisato, porta lo spettatore in un viaggio interattivo lungo un’antica strada etrusca nel cuore della Toscana: la Strada Setteponti tra Firenze e Arezzo.
Il cammino lungo la strada diventa occasione per attraversare, conoscere e immedesimarsi in territori italiani sconosciuti ai più, ma pieni di storie e tradizioni che vivono nella memoria degli anziani della zona del Valdarno. E in questi territori, custodi di momenti di vita e di guerra che appartengono non solo alla Toscana ma all’intero Paese, lo spettatore ci si deve addentrare attivamente.
Setteponti Walkabout chiede, infatti, a chi lo guarda di essere parte dinamica nel processo di creazione del racconto. Cliccando su un’immagine o scrollando lo schermo, la storia procede lungo diverse direzioni. Musiche e poesie fanno da sfondo al percorso, per fermarsi solo quando a parlare sono i contadini e gli uomini che oggi abitano e rendono ancora vivi quei luoghi che la strada attraversa.
Con un’idea simpatica e originale, i registi riescono a catalizzare l’attenzione sul contenuto e, insieme, sulla forma. Dall’inizio, e per tutti i tre capitoli in cui il film si divide, la prosa documentaristica, i materiali d’archivio, l’animazione, le immagini, i disegni e i suoni si inseguono e sovrappongono.
A poco a poco, come in un nastro, scivolano sotto gli occhi dello spettatore i racconti di un mondo che ha attraversato la Seconda Guerra Mondiale, la sofferenza, ma che, pur se in via di estinzione, resiste ancora e vuole sopravvivere alla modernità, perpetrando con tenacia tradizioni antiche.
E, se è inaspettato pensare che il racconto di questa memoria primitiva e tradizionale passi proprio attraverso gli strumenti delle moderne tecnologie, è innegabile che la forma interattiva riesca a rendere appetibile l’accesso a quel mondo sconosciuto.
Setteponti Walkabout chiede, forse, solo una cosa per essere godibile appieno: perdersi nelle varie direzioni in cui la strada può condurre.
Valeria Gaetano
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.