Seven little killers: l’Estate nera di Andreolli

Se non fosse per il fatto che la sua data di realizzazione risale al 2014, sorgerebbe spontaneo pensare che Seven little killers sia stato ispirato al terribile caso dell’omicidio del pensionato sessantaseienne di Manduria, in provincia di Taranto, ucciso cinque anni più tardi, per noia, da una baby gang.

Anche conosciuto con il titolo Eppideis – Un patto di sangue, infatti, il lungometraggio d’esordio di Matteo Andreolli – disponibile in streaming su Prime Video – prende le mosse dal romanzo L’estate nera di Remo Guerrini per portare in scena sette tredicenni del Sud Italia degli anni Ottanta che, un po’ per gioco, un po’, appunto, per noia, perseguitano il vecchio “scemo” del paese; fino al giorno in cui viene trovato morto.

Sette tredicenni che, trent’anni dopo, possiedono i connotati di Nicola Nocella, Luca Cirasola, Gianluca De Marchi, Anna Gigante, Rosaria Russo e Michele Venitucci, ognuno afflitto da personali problematiche, ritrovandosi proprio a dover fare i conti con quel tragico episodio. Perché, sebbene a suo tempo il caso venne chiuso con la loro innocenza e il riconoscimento del fatto che l’uomo morì a causa di una disgrazia, cadendo in un pozzo, il passato ritorna a seguito di un macabro rinvenimento nel cimitero locale.

Del resto, come sa molto bene il maresciallo dei carabinieri interpretato da Gianmarco Tognazzi, l’omicidio è un reato che non cade mai in prescrizione, offrendo alla sceneggiatura a firma di Lucio Gaudino – anche produttore del film – e Giovanna Guidoni di delineare un plot dal sapore di giallo immerso nella realtà rurale tricolore.

Realtà rurale a suo modo inquietante, soprattutto se associata ad adolescenti che, tra primi e più o meno timidi approcci con la scoperta del sesso, riti di passaggio e feroci scherzi, non celano affatto la crudeltà tipica di determinati ragazzini.

Adolescenti dei quali qualcuno aveva scuramente tenuto nascosto qualcosa all’epoca della morte del vagabondo ubriaco, alternata al presente nel corso della oltre ora e venti di visione.

Oltre ora e venti in cui, al di là delle convincenti prove sfoggiate dal cast, è in particolar modo la suggestiva atmosfera cupa garantita dalla fotografia di Dario Germani a rappresentare il maggiore pregio.

In quanto, destinato ad evolversi lentamente e caratterizzato da una non troppo imprevedibile rivelazione finale, a metà strada tra il dramma e il thriller Seven little killers non rimane altro che un non disprezzabile esercizio di stile privo di vere e proprie sorprese.

 

 

Francesco Lomuscio