Silvia Conti: una canzone per Erriquez della Bandabardò

Il dolore sostiene e spinge le cose… a volte… cose che si determinano dentro forme, dentro l’arte, dentro l’espressione. Il dolore è fonte di ispirazione e probabilmente è al tempo stesso evasione dal flusso di pensiero quotidiano, quello malato per certi versi… da questa evasione, paradossalmente, si vive una liberazione che permette alla creatività di dire la sua. Ed è all’indomani della scomparsa di Erriquez della Bandabardò che la cantautrice toscana Silvia Conti scrive di getto questa canzone dal titolo “Il filo d’argento (per Enrico)”… canzone che soltanto oggi trova la sua forma e la sua voce, soprattutto grazie alla collaborazione di Bob Mangione. L’amore, il tempo, l’amicizia grande, la musica… pellegrini di tutto questo, contro un destino, scritto o meno che sia. Nuova canzone dunque per Silvia Conti, nuova pubblicazione per la RadiciMusic, bel grido d’amore e forse anche di rinascita.

Un bentornata a Silvia Conti. Noi che parliamo di bellezza questa volta con te dobbiamo chiederci: secondo te a volte è il dolore una ragione che spinge e sostiene le cose?
Purtroppo spesso credo proprio che sia così. Il dolore è parte integrante della nostra vita, è l’altra faccia della medaglia della gioia, dell’amore, della felicità. È un sentimento con il quale prima o poi tutti dobbiamo fare i conti.

Che rapporto hai con il dolore Silvia?
Ho con il dolore un rapporto molto stretto ma ho imparato a conviverci, non ci sono alternative. E ci sono molte sfumature, a volte è dolce e malinconico, altre furioso e soffocante. Ma chi non ha mai provato queste sensazioni?

Se mi permetti di parafrasare un poco… il dolore in fondo è un ingrediente portante del vero blues. E se così fosse in qualche modo il cerchio si chiude vero?
Beh, quello che dici ha un senso, il blues in fondo nasce per questo. Ma ci insegna anche che tutto si può trasformare, adattare, dargli una nuova forma, un nuovo significato.

Erriquez ha lasciato troppo presto tutto questo, non solo la musica e il mondo terreno. La prima grande cosa che ha lasciato a te?
A me ha lasciato la bellezza dell’averlo incontrato e di avergli voluto bene. Non so cosa altro potrei dire.

E in questo brano quanto c’è di lui, oltre ovviamente la ragione e il sentimento…?
Non so, davvero. Guarda, ti dico sinceramente che ho delle grosse difficoltà a parlare di questa canzone perché è nata in un momento intimo, scritta per necessità e non per volontà, è venuta fuori da sola altrimenti sarei scoppiata. Per questo motivo non so dirti cosa c’è di lui ma senz’altro c’è molto di me e del come mi sono sentita alla notizia della sua scomparsa: smarrita, vuota, arrabbiata.
Forse, se vogliamo ritrovarlo qui, possiamo farlo nel video, in quell’immenso, coloratissimo psichedelico caleidoscopio in espansione verso l’esterno.
Esattamente come lui.