Songbird: l’amore al tempo del Covid-23

Diretto da Adam Mason e prodotto da Michael Bay, Songbird è uno dei tanti film concepiti in piena pandemia con la scelta di una storia proiettata fra quattro anni, mentre impazza la nuova variante Covid-23  che lascia molto da riflettere sul futuro distopico che stiamo in realtà già vivendo.

Protagonisti del lungometraggio sono KJ Apa e Sofia Carson ben supportati da un cast di grandi nomi come Bradley Whitford, Alexandra Daddario, Demi Moore e Peter Stormare.

Un film che nella sua semplice trama potrebbe essere sintetizzato come un teen movie ai tempi del Covid, una storia d’amore drammatica, ma con un lieto fine (si spera) nel nome del sentimento.

L’aspetto più interessante e inquietante di Songbird, girato senza troppi mezzi a dispetto di ciò che potrebbe sembrare, è la rappresentazione di uno scenario già vissuto e ancora presente in molte parti del mondo – visto l’incalzare della variante Delta – attraverso un globo terrestre percorso da una terribile evoluzione del virus che ormai costringe quasi tutti a vivere chiusi nelle loro case.

Oltre al puro e semplice intrattenimento, affronta temi legati proprio a questi giorni di metà 2021, a cominciare dal leggendario green pass, nell’insieme rappresentato da un bracciale che permette solo agli immuni di girare  per una Los Angeles in lockdown. E per molti di essi il lavoro principale consiste nel consegnare ambiti pacchi (una severa critica ad Amazon e tante altre aziende, di consegna, di delivery food) a chi possiede di più.

Si accenna poco al disastro planetario, in quanto solo nel corso dei primi minuti ci viene raccontato che il  Covid-23  uccide con una percentuale di mortalità del 54% e in pochi giorni, perché il plot poi si concentra su un ristretto numero di protagonisti e sull’inevitabile love story riguardante quelli principali. Fino a diventare un’operazione condita con un po’ d’azione in stile Bay, ma a conti fatti già vista tante volte sul grande schermo.

Quindi, un buono spunto per tante riflessioni stimolanti che, purtroppo, si perdono nel corso di Songbird, concedendo davvero troppo spazio al clichè romantico e mettendo poco in luce i personaggi più oscuri, i quali meritavano sicuramente maggiore approfondimento.

Con la risultante di un onesto prodotto d’intrattenimento che lascerà senza dubbio una flebile traccia se l’attuale tragica situazione verrà risolta. Sperando non diventi un film terribilmente profetico alla maniera di Contagion di Steven Soderberghche descrisse in modo lucido l’attuale pandemia, con tanto di pipistrello all’origine.

 

 

Roberto Leofrigio