Con “Congenita”, Sonny and the Stork danno voce al legame viscerale con le proprie origini e al bisogno di restare a galla in un mondo che cambia. Una canzone intensa e personale, dedicata a una madre, che fonde dolcezza e rabbia, malinconia e resistenza.

Un caro saluto a voi, ragazzi. Come mai avete scelto il titolo “Congenita” per il vostro nuovo brano?
Buongiorno a voi e grazie per l’opportunità.
Il titolo “Congenita” rappresenta una riflessione sulla nostra eredità fisica ma soprattutto emotiva, ed è il termine congenito, cioè che ci appartiene dalla nascita, portato al femminile dato che il brano è dedicato ad una madre.
Da dove nasce la vostra passione per la musica?
Dal mondo in cui sono cresciuto fatto di musica, concerti e tanti musicisti. Negli anni è diventata un’esigenza personale e un modo per esorcizzare i propri crucci, il modo migliore di esprimermi artisticamente.
Quale messaggio vorreste trasmettere ai vostri ascoltatori?
Solitamente i nostri brani parlano di cose malinconiche e riflessive, perché nascono da una base di disagio che tenta di essere esorcizzato. Detto questo è sempre riscontrabile un ritorno alla speranza e al non lasciarsi sopraffare, penso che questa caratteristica possa essere un “lead motiv” riscontrabile in tutta la nostra discografia.
Nel testo ci sono echi delle vostre esperienze personali?
Assolutamente si, in ogni brano che scrivo c’è sempre una presenza importante di esperienza personale, in questo caso in modo particolare dato che è dedicato alla mia mamma.
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