SONO LAURA MARIA PASSUELLO E VI PARLERO’ DEL FRUTTO PROIBITO, IL POMO DELLA DISCORDIA TRA GLI UOMINI E DIO

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Namastè,
Questa sera parleremo del famoso “frutto proibito” dell’albero della conoscienza del bene e del male, gemello dell’albero della Vita. Queste due piante strettamente legate fra loro si trovavano al centro del Paradiso Terrestre: l’Eden.
Per noi Eurocentisti e filocattoici tutto ruota attoro alla vicenda mitica per cui l’uomo cade in tentazione ingannato dalla compagna Eva, la quale, più debole e più piccola (perchè nata dopo),viene ingannata a sua volta dal serpente, il quale mosso dal desiderio di Potere, utilizza l’inganno come mezzo per confondere l’intelletto di Eva al fine di uccidere Adamo.

“Il desiderio di Potere”: spesso utilizziamo locuzioni di cui non abbiamo piena consapevolezza, ad esempio: il potere riguarda sostanzialmente la capacità di influenzare i comportamenti, prerogativa del Divino che mette limitazioni atte alla CONSERVAZIONE, in questo caso,anche la conservazione della vita, e nel caso specifico (per semplificare) ,quello DELLA VITA NELLA MATERIA FISICA TRIDIMENSIONALE!

Alcune correnti religiose vedono in questo albero una vera e propria pianta legnosa; altri invece vedono in questo stesso albero un SIMBOLO la cui interpretazione dipende dal significato che viene attribuito al concetto di peccato originale (che originò la DECADENZA DELLA MATERIA).

ALBERO

Un midrash insegna che originariamente l’albero della conoscenza del bene e del male era legato a quello della vita, posti entrambi nel Giardino dell’Eden: con il peccato Adamo ne ruppe il legame.
Premetto che,personalmente, credo fermamente nella perfezione matematica di ogni cosa, poichè è il codice di creazione e quindi la chiave di lettura anche di tutte le cosmgonie esistenti, e come sempre tutto dipende dai punti di vista, secondo la legge della relatività.
Ad esempio:
In un altro insegnamento viene affermato che:
Adamo, fino a quel momento sapiente di una saggezza celeste, volle vedere cosa si trovava nell’altro lato intendendo con ciò il mondo dell’impurità: la conoscenza carpita così da Adamo ed Eva non era infatti la conoscenza della Torah ma una conoscenza connaturata al peccato. Il peccato originale cioè il desiderio del contrario.
Dio proibì al padre ed alla madre dell’umanità di MANGIARE il frutto.

Adamo AGGIUNSE una proibizione DICENDO AD EVA DI NON TOCCARLO.

il serpente approfittò dell’indecisione di Eva SPINGENDOLA contro l’albero che quindi toccò, cosicché, quando lei non ne vide le conseguenze prospettate da Dio, decise di mangiarne il frutto.

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Nachmanide spiega che, mangiando del frutto proibito, Adamo e la donna «avrebbe voluto e DESIDERATO una cosa o il suo contrario». il bene o il male.

I commenti esegetici ebraici insegnano che il serpente credette che, una volta che anche Adamo avesse trasgredito l’ordine divino mangiando il frutto e poi fosse morto, avrebbe potuto sposare Eva.

Secondo un Midrash, riguardo al libro del Pentateuco Genesi, non venne rivelato il luogo da cui sorse il frutto da Dio proibito, per non dolersene.

Ma torniamo indietro e partiamo dal principio o INCIPIT.

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LA CREAZIONE secondo diverse teorie

I monaci Taoisti teorizzarono che l’universo nacque da un uovo cosmico. La divinità Pangu nacque poi da quell’uovo rompendolo in due parti.

Nella cultura Apache All’inizio non esisteva niente, solo il buio era ovunque. Improvvisamente dal buio emerse un sottile disco, giallo da un lato e bianco dall’altro, che appariva sospeso a mezz’ariaGran parte delle sette gnostiche teorizzavano che il mondo fosse stato creato non da Dio, ma da eoni che, nel loro complesso formavano il Pleroma.

Gli eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l’Uno, la Monade, Aion Teleos (l’Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell’Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch’esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L’essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).

Nella filosofia INDUISTA ,presso le principali correnti devozionali, l’ESISTENZA dell’universo è governata dalla Trimurti, composta da Brahma (il Creatore), Viṣṇu (il Preservatore) e Śiva (il Distruttore).La sequenza di avatar (o manifestazioni) di Viṣṇu,viene oggi generalmente accettata dalla maggior parte degli induisti come ben correlata con la teoria dell’evoluzione di Darwin, in cui il primo avatar si genera dall’ambiente acquatico.

Gli induisti quindi non vedono molto conflitto tra creazione ed evoluzione. La ragione di questo può essere il concetto induista di tempo ciclico, come il sistema degli Yuga, o i giorni di Brahma, cicli di circa 4,3 miliardi di anni (a differenza del concetto di tempo lineare presente in molte religioni). Infatti, il tempo è rappresentato come Kala Chakra — la RUOTA del Tempo.

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La tradizione degli Inuit è che il trickster nella forma di Corvo creò il mondo. Quando le acque spinsero il terreno su dalle profondità il Corvo lo beccò e mise nel posto giusto. La prima terra era grande abbastanza per una sola casa occupata da una sola famiglia: un uomo, sua moglie, i loro figli e il Corvo che mise a posto il terreno. Il padre aveva una sacca appena sopra il suo letto. Dopo che il Corvo ebbe molto pregato il padre, questi permise al figlio di giocarci. Mentre il Corvo giocava danneggiò la sacca e una luce uscì. Il padre che non voleva tutta quella luce prese la sacca dalle mani del figlio prima che potesse danneggiarla ulteriormente. Questa lotta è all’origine del giorno e della notte.

L’Islam condivide con il Cristianesimo la fede in una creazione del mondo ad opera di Dio, con uno svolgimento temporale: «Veramente il vostro Signore è Allah, che creò il cielo e la terra in sei giorni ed è saldamente stabilito sul trono, a regolare e governare tutte le cose.»

Per i Maori la terra e la genealogia erano i riferimenti più importanti. Inizialmente esisteva Te Kore (il Vuoto) a cui fece seguito Te Poroa (la Notte). Da queste due divinità discesero il Cielo e la Terra. Il mito della creazione Maori racconta che in origine il cielo e la terra erano uniti, quando Ranginui, il Padre Cielo, e Papatuanuku, la Madre Terra, giacevano insieme stretti in un abbraccio. Essi ebbero molti figli, che vivevano nell’oscurità che vi era tra loro due; era una schiera di dei-bambini, ognuno dei quali aveva il controllo di una forza delle natura. Ma i figli desideravano vivere alla luce, e così divisero i genitori contro la loro volontà. Dalla luce che brillò dopo quella separazione, ebbero allora origine le cose animate ed inanimate: da uno degli dei nacque l’uomo. Il dolore per la separazione da allora affligge Ranginui e Papatuanuku. Le lacrime di Ranginui cadono sotto forma di pioggia verso Papatuanaku per mostrare quanto egli l’ama. Le foschie che si levano dalle foreste sono i sospiri di Papatuanuku quando il calore del suo corpo brama il compagno e continua a nutrire l’umanità.

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Potremmo continuare all’infinito con ilZoroastrismo,lo Hmong,la mitologia egizia, i Cherokee ecc ecc …  , ma credo che per chi ha letto, con attenzione,sia chiaro il concetto.
Quindi, tornando a noi e al nostro DILEMMA ESISTENZIALE sul frutto del peccato, dopo aver capito che per ogni uovo c’è sempre una gallina e viceversa, andiamo ad analizzare che cosa c’è scritto tra le righe della nostra Genesi (ebraica, cattolica,musulmana).

Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 della Genesi, il primo, tra i libri che compongono la Bibbia.La Bibbia narra che il mondo fu creato in sette giorni, indicazione interpretata in senso letterale da molti teologi antichi, benché sin da allora esegeti (pensatori,filosofi…) autorevoli lo intendessero come un artificio letterario.Nel corso della creazione Dio opera tre separazioni (notte e giorno, cielo e terra, terra e mare) e tre abbellimenti (gli astri, gli animali, l’uomo)

« Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. »   (Genesi 2,9) « E Dio impose all’uomo anche questo comando: «Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai certamente DOVRAI  morire». »Genesi 2,16)

ed ecco la nostra vicenda nel culmine della sua creazione ed espansione.

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Adamo ed Eva mangiarono del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male e andarono incontro alla punizione: la morte. Per riacquistare il diritto di vivere potevano mangiare del frutto dell’albero della vita;

« ma Dio disse: «Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre»« Per quale ragione la Scrittura non indica chiaramente il nome dell’albero?
Perché Qadosh BarukhHu (in aramaico,uno dei nomi utilizzati per identificare Dio, il Santo e Benedetto) non desidera umiliare nessuna delle Sue creature; altrimenti gli uomini coprirebbero di vergogna quest’albero, dicendo: “Questo è l’albero a causa del quale il mondo è stato colpito!” Ciò è affermato nel Midrash Tanhuma » (Genesi Rabbah XIX 7)

Secondo l’esegesi ebraica del Talmud e dei Midrashim vi sono differenti opinioni: secondo rabbi Meir è l’uva, secondo rabbi Nechemia è il fico, secondo rabbi Yehudah è il grano mentre altri commentatori affermano sia il cedro.
Il Sefer haZohar esprime anche l’opinione di Shemaya il santo secondo il quale il grano“(chiamato anche frutto dalla Terra, in ebraico) fu la pianta perfetta per la quale Adamo cadde in peccato.

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Secondo il mio pensiero personalissimo, queste e tutte le altre piante della terra, sono tutte piante molto importanti ed utili nella vita dell’uomo ma ve ne è una, dalle caratteristiche eccezionali, che rispetta tutti i canoni di appartenenza che la rende “particolare” ed oltre ad essere utile su tutti i piani materiali lo è anche a livello spirituale , riportando equilibrio tra anima e corpo, facendo sì che il corpo non si ammali a causa delle elucubrazioni mentali dovute alla sofferenza fisica e VISIVA.
Infatti  « Disse il serpente alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. »
Impararono così a velare e rivelare la verità.

I testi ebraici della Torah spiegano che l’albero della conoscenza del bene e del male possedeva anche il tronco saporito e dello stesso gusto del frutto.

anche il rabbino Arizal ricorda infatti che in principio Dio avrebbe concesso all’umanità che ogni albero possedesse questa qualità fino al rifiuto della Terra che ciò, non volle per i malvagi che poi sarebbero esistiti in seguito. Così l’UNICO albero a mantenere questa peculiarità particolare fu quello dal FRUTTO negato da Dio ad Adamo ed Eva.

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A questo punto della narrativa delle origini nella Genesi, gli esseri umani divennero, per usare le parole del teologo evangelico Francis Schaeffer, “indiscutibilmente piegati”. Questo isolamento auto-inflitto muove l’anima umana verso l’auto-conservazione e l’auto-assorbimento. Questa “caduta nell’ombra”, ha liberato percorsi distruttivi per la razza umana, e il bisogno di un Adamo redentore che scelga di vivere una vita in comunità con Dio, rovesciando così gli effetti della caduta.

Riuscite ad immaginare una pianta capace di “bonificare” la terra, le aque, sfamare ogni genere di forma vivente mantenendola sana e fertile?? no? forse perchè è una pianta proibita,non se ne parla, forse perchè l’uomo già conosce tutte le sue molteplici ed infinite proprietà e per mantenere il POTERE su tutti gli altri esseri umani l’ha resa illegale. Non vi dirò il nome perchè già lo sapete. Crescerebbe abbondante in ogni dove ma và contenuta poichè è infestante come le erbacce…ma quello sarebbe il MALE minore.

Namastè

Laura Maria Passuello