Speciale Musica: Romana Adrović intervista i Blonde Brothers

Passeggiano i pensieri lungo un sentiero, nel verde dell’altopiano di Asiago; si alleggeriscono al primo soffio di venticello ancora fresco. In alto si apre un cielo immensamente azzurro.  Ed eccomi puntuale all’appuntamento con l’estate, che apre le sue porte al suono di uno stile americano,in un luogo di storia italiana. Questa musica desta non poco interesse, perché scopre la natura di radici profonde, che con grande leggerezza si articolano verso una panoramica internazionale, sfumando i propri tratti con colori e luoghi di viaggi lontani. Una fresca generazione, quella dei fratelli Baù, si fa portavoce dell’intraprendenza nel settore artistico musicale. In occasione dell’uscita del loro ultimo singolo “California (mi manchi tu)”, incontro la coppia di musicisti Luca e Francesco. Nonostante  abbia già avuto modo di seguirli su varie trasmissioni televisive, non posso fare a meno di notare lo stile country dei blue jeans, t-shirt, e la cascata di capelli biondi. Ciascuno si accompagna dalla propria chitarra. Già da lontano, l’insieme elencato li contraddistingue dall’ambiente circostante, legato alle storiche tradizioni italiane, che da sempre rendono Asiago una delle mete preferite anche da parte di molti artisti di livello mondiale. Rimango piacevolmente sorpresa dal genuino accostamento della loro tipica cadenza asiaghese e l’indiscusso bagaglio di esperienze.
In questa caratteristica quiete, parliamo dei molti viaggi, che hanno arricchito la loro conoscenza culturale, segnando le principali tappe della loro musica, fino a portarli, dopo diversi anni, a prediligere scelte semplici e dirette, come loro stessi tengono a precisarmi fin da subito. La preferenza per il nome “Blonde Brothers”, gruppo che li vede protagonisti, ne è il primo esempio! Poco più che trentenni, i Blonde Brothers stanno consolidando la propria notorietà in campo musicale, dimostrando oltre alla passione per la chitarra, un considerevole intuito per le scelte commerciali. 

In un tempo in cui i reality segnano la nascita dei nuovi volti della panoramica musicale, quanto ritenete sia difficile poter emergere come gruppo indipendente?

I reality sono sicuramente un’ottima vetrina per far conoscere il proprio volto, ma pensiamo che la voglia di scrivere la propria musica sia la chiave per rimanere nel tempo. Le nostre scelte sono sempre segnate da una grande passione per la composizione. Essendo frutto di un grande lavoro interno, a livello delle sensazioni, pensiamo siano loro stesse a restare nel tempo. Quando il pubblico comprende la tua volontà nel condividere le tue emozioni, farà fatica ad abbandonarti!

Quali sono i vostri punti di forza?

Essere fratelli è sicuramente un grande punto di forza, perché ci conosciamo molto bene e quando suoniamo riusciamo ad avere una gran intesa, anche nell’accostamento delle doppie voci e delle nostre chitarre. Ci comprendiamo, e quando si inizia a scrivere una canzone, la facciamo crescere finché per entrambi non è matura. Per affinare la nostra intesa, continuiamo a registrare e a fare prove fino a rendere speciale la nostra musica, e questo viene notato anche da chi ci ascolta in concerto.

Come ho accennato poc’anzi, amate viaggiare; fra le mete principali nomino l’Australia e l’America, che sembrano rappresentare un’ispirazione decisamente significativa per entrambi. Da cosa nasce questo richiamo verso luoghi lontani?

Quando eravamo molto piccoli, nostro padre lavorava negli Stati Uniti, soprattutto a Los Angeles in California. Nella nostra fantasia quella terra è sempre stata un luogo di grande musica e canzoni. Ascoltando i dischi che lui ci portava dagli USA, abbiamo iniziato a sognare terre lontane e mondi musicali diversi.

Quali sono gli artisti che hanno catturato la vostra attenzione? 

I Pink Floyd, Simon and Garfunkel, Cat Stevens, Bruce Springsteen, ma anche artisti italiani come: Mogol e Battisti, De André, Pino Daniele, Rino Gaetano, i Nomadi, Battiato…

Nonostante i nostri sogni abbiano spesso occhi rivolti verso mete distanti, il punto in cui si originano ha un’importanza fondamentale.

Come sono cresciuti Luca e Francesco?

Luca e Francesco sono cresciuti liberi nei prati e fra i boschi, sulle montagne di Sasso, sull’altopiano di Asiago. La libertà, nella natura in cui abbiamo vissuto la nostra infanzia, è stata e viene trasmessa nella musica. Per esempio, per il video di “Silence” abbiamo scelto Marcesina (altopiano di Asiago), un luogo che ricorda molto le distese degli Stati Uniti.

Quali sono gli elementi legati alle vostre origini che si riflettono sulla composizione della musica?

La semplicità che cerchiamo di trasmettere nelle nostre canzoni è la stessa semplicità delle nostre origini. I prati e le distese dei boschi dell’Altopiano ci ispirano canzoni dalle sonorità country, logicamente contaminate dalla nostra cultura.

Nel breve tempo trascorso insieme, ho confermato la mia iniziale supposizione sul fatto che voi due siate in qualche modo complementari, nonostante la vicinanza di età ed un background più o meno simile. Luca, il tuo interesse per la letteratura ti ha fatto conseguire il dottorato in Lingue e Letterature Moderne, e la laurea magistrale in Lingue e Letterature Euro Americane. Quanto incide la tua preparazione scolastica sui testi delle vostre canzoni?

In passato abbiamo inserito molti riferimenti letterari nelle canzoni del primo album “Lights & Shadows”, come ad esempio nel brano “Spleen”. Ora cerchiamo di far fluire le canzoni senza condizionamenti, descriviamo la natura più pura delle emozioni, senza gli schemi rigidi di una volta.

Francesco, tu invece mi appari leggermente più introverso, ma poi, quando suoni la chitarra ti spieghi in modo chiaro e limpido.

Trovi il tuo approccio alla musica più dinamico, leggermente più fisico, rispetto a tuo fratello?!

Essendo cresciuti insieme, abbiamo anche molte passioni in comune, ma per me la chitarra è l’estensione del mio corpo. Mentre Luca studiava i Poeti e la letteratura Anglo-Americana, io studiavo Jazz con la chitarra. Credo che i due mondi (musicale e letterario) si assomiglino molto, e ognuno dei due abbia trovato una particolarità da inserire, anche inconsciamente, nella musica.

È piuttosto raro scoprire due fratelli alle prese con la stessa band. Di quale punto di forza vi avvalete in caso di collisione fra idee?

Un grande punto di forza sono anche i nostri genitori, che ci hanno sempre sostenuti in questo cammino. In caso di collisione fra idee, scegliamo quella che ai nostri genitori piace di più, quella che arriva ad emozionarli. Talvolta, per giungere ad una conclusione efficace, contiamo sul parere delle persone con le quali collaboriamo.

Tra le varie collaborazioni artistiche, citiamo ad esempio Massimo Barbieri, che ha arrangiato il cd “Brucia”; mentre per quanto riguarda l’album in uscita il prossimo settembre, avete lavorato con Enrico Kikko Palmosi, il quale ha anche prodotto il gruppo Modà. Come sono avvenute queste scelte?

Siamo stati molto fortunati a incontrare tutte le persone che in qualche modo ci hanno migliorato. I nostri incontri sono sempre avvenuti “cammin facendo”, e guardandoci indietro, vediamo come in ogni momento del nostro percorso ci siano stati musicisti e artisti che ci hanno guidato. Per questo li ringraziamo tantissimo. Crediamo comunque, che siano i sogni a presentarti le persone giuste al momento giusto.

A quali altri nomi si estendono le vostre collaborazioni musicali?

A molte persone per fortuna: gli autori ed i produttori Andrea Gallo, Ioska Versari, Luca Sala, Sabatino Salvati, Emanuele Emyk Mattozzi, Sandro Franchin, Francesco Adessi, Alberto Gaffu Gaffuri, 2 Crazy Guys, The Dust Realm, Dj Activator, Dj Tilo, Dj Hoffman, Dj Daxel. Abbiamo collaborato e stiamo collaborando ancora con tantissimi artisti, musicisti, oltre che dj. Ad ognuno dobbiamo qualcosa, un’idea, un’emozione, una canzone. Sono in corso delle nuove collaborazioni importanti, che ancora non possiamo svelare.

Come si sono evoluti i Blonde Brothers nell’ultimo album rispetto ai due precedenti? 

L’album “Hey Hey Hey” è molto più elettronico rispetto agli altri due. Sia “Brucia” che “Lights & Shadows” sono legati agli strumenti tradizionali del Rock-Country; mentre in quest’ultimo album siamo andati nella direzione dell’Electro-Country: Country contaminato dall’elettronica.

È noto che riscontrate un ottimo successo sui social, grazie anche ad un linguaggio diretto e semplice. Inoltre il pubblico vi ha apprezzato e sostenuto durante le varie partecipazioni televisive. Ricordo un ottimo risultato al programma “The winner is”, condotto da Gerry Scotti.  E voi, come ricordate le esperienze in televisione?

Tutte le esperienze televisive sono state momenti indimenticabili, come appunto “The Winner is”, dove ci siamo trovati ad affrontare una finale davanti a milioni di persone. Adoriamo cantare in televisione e speriamo di ritornarci presto, magari a presentare questo nostro ultimo lavoro.

Quanto ritenete sia importante vivere il confronto diretto in una fase emergente?

Il confronto diretto è un ottimo momento per imparare, e pensiamo sia utile a ogni livello personale. I cantanti ed i musicisti hanno sempre una buona possibilità per migliorare la propria persona in questi contesti. L’importante è rimanere con i piedi per terra.

Come interpretate il gusto italiano nei confronti del vostro genere musicale, il pop country? 

Abbiamo notato che il pubblico italiano apprezza molto questo genere. L’obiettivo è continuare a legare il nostro mondo musicale ai suoni più moderni della tecnologia attuale.

Trovo importante spendere qualche riga sui riconoscimenti ottenuti da Luca in merito alla composizione di poesie e sonetti: nel 2006 ha partecipato al Terzo Premio Nazionale ed Internazionale di poesia “Federico II Puer Apuliae” con il sonetto “Un cercar ove nasce il dolce vento è la vita”, ottenendo il terzo posto tra le poesie inedite e il premio speciale patrocinato dalla compagnia teatrale Alfredo Vasco, che ha portato in scena il suo componimento; nel giugno 2007 si è classificato tra i finalisti al concorso di poesia “Pentole a oppressione” , patrocinato dalla regione Trentino-Alto Adige, dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’università degli Studi di Trento, con il sonetto “Vivo fuggendo il pensiero triste” e con la poesia “Ora”, valutati da una giuria presieduta dal noto filologo italiano Prof. Francesco Zambon.
La scrittura è un’esigenza, un rifugio, una dimensione parallela da cui trarre forza, oppure semplicemente uno sfogo. Nel libro “Poesie e Sonetti” ho ritrovato molti elementi legati alla natura, caratteristiche di Asiago, ma anche sogni e pensieri, che volano verso posti nuovi.

Luca, quanto ritieni ci sia della tua vita in queste pagine?

Nelle pagine del libro “Poesie e Sonetti” c’è un “io”che ho voluto scolpire come nella pietra, sono momenti di vita, sogni e paure che appartengono al passato. Il mio passato, in qualche modo, è anche presente nelle canzoni che stiamo scrivendo ora. Ringrazio il cielo per avermi dato la forza di raccoglierli e di pubblicarli, e poter così legare il futuro al passato. Vivo meglio a contatto con le poesie, che per me sono da sempre una valvola di sfogo.

Torno a Francesco, al quale chiedo: Come è nato il brano “California (mi manchi tu)”?

“California” è un brano nato prima di partire per gli USA, in Ottobre dell’anno scorso. E’ la storia di un ragazzo che parte per Los Angeles e sente la mancanza della fidanzata in Italia, ma dopo un po’ di tempo scopre di non voler più tornare, perché si innamora di quella magica terra. E’ una canzone che in modo leggero indaga sulla sensazione di “nostalgia”. Dal punto di vista musicale è molto ritmata e facile da ricordare. Vi invito ad ascoltarla!

So che avete girato il video interamente in America; quali altre sorprese ci attendono in merito all’uscita del nuovo album? Regalaci qualche anticipazione!

Il video girato interamente in America ci fa provare nostalgia per un tour indimenticabile. Il regista Attilio Caldognetto e l’assistente Jessica Fifa hanno vissuto con noi l’esperienza “live e on the road” in USA, e sono riusciti a creare un viaggio anche all’interno del Video, che trasporta l’osservatore nel magico mondo della West Coast. L’Album ‘Hey Hey Hey’ tratterà temi molto attuali e ci saranno delle belle sorprese!

In questo luogo prevalentemente naturale, libero i miei pensieri, che presto si fanno accompagnare dalla musica dei Blonde Brothers verso la lontana California… e così oggi scopro qualche nota di America su un verde prato di Asiago.

Romana Adrović

https://www.facebook.com/blondebrothers