Stasera in tv 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick

Stasera in tv alle 21 su Warner Tv (canale 37 DT) 2001: Odissea nello spazio, un film del 1968 prodotto e diretto da Stanley Kubrick, scritto assieme ad Arthur C. Clarke, che produsse il soggetto e, sulla medesima traccia, scrisse il romanzo omonimo pubblicato nello stesso anno. Colossal di fantascienza ambientato in un vicino futuro, tocca temi come l’identità ed il destino della natura umana ed il ruolo della conoscenza e della tecnica. Per quanto l’ispirazione provenga dal racconto del 1948 La sentinella di Clarke, lo scrittore ha ammesso che La sentinella assomiglia a 2001 “come una ghianda assomiglia a una quercia adulta”. Il film è considerato uno dei maggiori capolavori della storia del cinema e ne costituisce una svolta epocale, anche al di fuori del genere fantascientifico. Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto. Lo stesso istituto lo ha inserito al primo posto nella categoria fantascienza. Inoltre, il magazine Rolling Stone, ha collocato la pellicola al 4º posto nella sua speciale classifica dei cento migliori film del XX secolo. Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan.

Trama
Prologo: dopo aver “scoperto” un misterioso monolite un gruppo di scimmie dimostra di possedere la scintilla dell’intelligenza. I primati la applicano subito usando un osso come strumento per cacciare, ma anche come arma per uccidere altri loro simili. Anno 2001: sulla Luna viene scoperto un misterioso monolite, identico a quello preistorico, che riceve impulsi da Giove. Qualche tempo dopo, diretto verso il pianeta maggiore del nostro sistema solare, l’astronauta Bowman è costretto a “uccidere” il computer Hal 9000, colpevole della morte dell’equipaggio. Anche per lui però non c’è ritorno.

“Quando, nell’aprile del 1968, 2001: Odissea nello spazio fece le sue prime apparizioni sul grande schermo, tutto il cinema precedente (di fantascienza e non solo) sembrava invecchiato improvvisamente. Scandito in quattro parti, il film è un inarrivabile saggio filosofico sui rapporti tra essere umano e tecnologia, sulla violenza come arma di sopravvivenza e sull’evoluzione dell’uomo: evidenti i rimandi a Nietzsche, richiamato esplicitamente dalla riflessione sull’Übermensch (l’“oltreuomo”) e dal poema sinfonico di Richard Strauss, Così parlò Zarathustra (ispirato a un’opera del filosofo tedesco), sulle cui note le astronavi sembrano danzare armoniosamente. Prendendo spunto dal racconto La sentinella (1948) di Arthur C. Clarke, che collaborò alla stesura della sceneggiatura, Stanley Kubrick realizza un memorabile concerto audiovisivo, composto da movimenti di straordinaria geometria (l’osso scagliato dalla scimmia che, in un solo fotogramma, si trasforma in un’astronave), da sequenze sperimentali degne di un trip allucinogeno (il viaggio interstellare in Giove e oltre l’infinito) e scene ipnotiche e sublimi (l’arrivo alla stazione orbitante al ritmo del Danubio Blu di Johann Strauss figlio). Effetti speciali e idee futuristiche di tale complessità non si erano mai viste prima al cinema, e la riflessione sulla macchina che si ribella all’uomo (l’occhio rosso e immobile di HAL 9000 diventerà una delle immagini iconiche per eccellenza della storia della settima arte) genererà epigoni e imitazioni di ogni tipo. In una pellicola in cui le suggestioni bombardano ogni senso dello spettatore, l’elemento ancora oggi di maggior fascino è indubbiamente il misterioso monolite nero, che ha generato dubbi e discussioni mai sedate col passare del tempo: sia esso un’allegoria di Dio, del sapere, di una forza cosmica o degli extraterrestri, è il simbolo di quell’evoluzione che, quando appare, porta l’essere umano dallo stadio primordiale a quello di “oltreuomo”. Al termine di un viaggio indimenticabile ed esperienziale in cui l’uomo (Keir Dullea, perfetto nei panni del protagonista) vede se stesso invecchiare e morire, prima di rinascere in una nuova forma, l’apparizione del “bambino cosmico” rappresenta una delle vette della storia dell’arte del ventesimo secolo (e non solo) e l’apice espressivo e filosofico che il cinema abbia mai raggiunto. Sublime conclusione di quello che si potrebbe definire il “film assoluto”. Candidato all’Oscar in quattro categorie (tra cui quelle per la miglior regia e per la miglior sceneggiatura originale), 2001: Odissea nello spazio ha, incredibilmente e soltanto, vinto la statuetta per i migliori effetti speciali”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini