Stasera in tv A History of Violence di David Cronenberg

Stasera in tv su Iris alle 21 A History of Violence, un film del 2005 diretto da David Cronenberg. Il film è tratto dall’omonimo romanzo grafico scritto da John Wagner, illustrato da Vince Locke e pubblicato dalla Vertigo (etichetta della DC Comics) nel 1997, noto in italiano come Una storia di violenza (edito dalla Magic Press). Il lungometraggio è stato presentato in concorso al 58º Festival di Cannes. Inoltre è l’ultimo film uscito nel mercato del Vhs. Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes, Peter MacNeill.

Trama
Tom Stall, padre di famiglia dall’esistenza apparentemente tranquilla, per legittima difesa uccide due malviventi che tentavano di rapinare la sua tavola calda. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente, e niente sarà più lo stesso.

“Grande Cronenberg: fa una specie di B western ma con un soggetto alla Camus: c’è sempre lo straniero in casa. Ispirato a un fumetto, ecco un uomo tranquillo in una piccola città che, molestato da loschi tipi, diventa un brutto ceffo. Era così? Ha doppia personalità? Aspettate la fine, non uscirete tranquilli. L’autore insegue il tema delle identità pericolose, mosche o inseparabili, in una cornice che ne fa risaltare la contemporanea matrice: oggi di sogni siamo sprovvisti, solo incubi. Occhi sulla famiglia: una bella scena padre-figlio da ‘Legge del Signore’, una di violenza sessual-coniugale, la cinica finale tavola imbandita che corona un film tutto doppio, di odio e amore. Va dritto allo spettatore, sembra facile e semplice, ma dentro racchiude tutta la perfidia complessità di Cronenberg. Viggo Mortensen è perfetto per l’ambiguità, mentre due fantastici vilain sono Ed Harris e William Hurt.”
(Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 16 Dicembre 2005)

“Se il plot ricorda vecchi western dove l’eroe in ritiro si ritrova faccia a faccia col proprio passato, Cronenberg fa subito piazza pulita di ogni giustificazionismo per mettere in scena una parabola sulla natura ontologica, genetica della violenza. Ogni tipo di violenza – legittima, sessuale, scolastica, mentale – è descritta con un approccio minuzioso, quasi clinico; cui corrisponde l’estrema precisione di ogni dettaglio della messa in scena, dalle singole inquadrature ai movimenti di macchina, dall’illuminazione al montaggio. (…) Cronenberg ci suggerisce che la mostruosità era già insista nella famigliola; solo sonnecchiava, pronta a risvegliarsi all’occasione. Intelligente, spietatamente lucido, bonificato di qualsivoglia elemento romantico, il film pone domande complesse e perfino imbarazzanti.”
(Roberto Nepoti, ‘La Repubblica’, 16 Dicembre 2005)

 

 

Luca Biscontini