Stasera in tv Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli

Stasera in tv su Cine34 alle 00,00 Brancaleone alle crociate, un film commedia di Mario Monicelli del 1970, seguito ideale delle avventure narrate nel precedente L’armata Brancaleone. Prodotto da Mario Cecchi Gori, scritto e sceneggiato da Age & Scarpelli e Mario Monicelli, con la fotografia di Aldo Tonti, il montaggio di Ruggero Mastroianni, le scenografie di Mario Garbuglia e le musiche di Carlo Rustichelli, Brancaleone alle crociate è interpretato da Vittorio Gassman, Adolfo Celi, Paolo Villaggio, Gigi Proietti, Beba Loncar, Stefania Sandrelli, Lino Toffolo, Gianrico Tedeschi. Nel film è Gigi Proietti che presta la voce alla Morte, ed è egli stesso a interpretarla nel film, irriconoscibile sotto al travestimento. Ciò viene affermato da Monicelli e confermato da Gigi Proietti in un’intervista: «Sì, io ero sia il peccatore che la Morte. Solo che nel secondo ruolo nessuno mi ha mai riconosciuto. Avevo una maschera sotto cui grondavo di sudore nel deserto. Mi sono detto: “Ma che ci vado a fare nel deserto, se tanto nessuno mi riconosce”».

Trama
In viaggio per la conquista del Santo Sepolcro, Brancaleone perde tutti i suoi uomini e invoca la Morte, salvo poi chiederle una proroga. Salva la vita a un neonato, figlio di un re normanno, e, con una nuova cenciosa armata, si rimette in viaggio. Tra una comica avventura e l’altra scoprirà che un finto lebbroso è, invece, una bella principessa: si batterà per averla e, naturalmente, perderà.

In questo secondo capitolo, tentativo di bissare l’incredibile successo del primo, Brancaleone parla con la morte, con la luna e con se stesso. Probabilmente più intimista rispetto al film precedente, Brancaleone alle crociate soffre questi intermezzi monologati che rischiano di interrompere il flusso di azioni e battute. Per il resto, la struttura della commedia picaresca è la medesima: Brancaleone si trascina dietro altri disgraziati, questa volta verso la Terra Santa. L’unica conferma nel cast è Vittorio Gassman (che grazie a questo ruolo vincerà un premio al Festival di San Sebastián), per il resto le nuove entrate sono tantissime e prestigiose: su tutti Paolo Villaggio, Stefania Sandrelli e Gigi Proietti (che interpreta completamente mascherato e irriconoscibile anche la morte). Nonostante una rinnovata galleria di personaggi ben caratterizzati, il film è meno riuscito del precedente, sebbene sia comunque gradevole e divertente. Restano delle trovate molto azzeccate, come il rapporto che il gruppo intrattiene con il lebbroso che li segue o il faccia a faccia tra i due Papi.

Secondo alcune interpretazioni, non confermate dal regista, le scene con la Morte sarebbero un’evidente parodia del film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman nel quale il cavaliere Antonius Block, di ritorno dal Santo Sepolcro, chiede alla Morte di giocare una partita a scacchi per avere il tempo di ravvedersi e posticipare il momento fatale. Nel film di Mario Monicelli è Gigi Proietti che presta la voce alla Morte, ed è egli stesso a interpretarla nel film, irriconoscibile sotto al travestimento. Nell’edizione home video del film è presente un’intervista con Monicelli, il quale, alla domanda se la Morte fosse una citazione del Il settimo sigillo, risponde di non avere inserito il personaggio come riferimento esplicito all’opera di Ingmar Bergman, ricordando che la personificazione della Morte era già presente da tempo in diversi film, storici e non. Un’altra citazione è tratta da Simon del deserto di Luis Buñuel, riconoscibile nello stilita Colombino, anch’esso interpretato da Proietti. Alcune riprese del film furono girate a Tuscania un paese italiano in provincia di Viterbo.

 

 

Luca Biscontini