Stasera in tv Camerieri, con Paolo Villaggio e Diego Abatantuono

Stasera in tv su Cine34 alle 22,55 Camerieri, un film italiano del 1995 diretto da Leone Pompucci. Il film è stato prodotto da Marco Risi e Maurizio Tedesco e stato realizzato negli studi di Cinecittà, con alcune scene di esterni girate a Ostia, Torvaianica e Anzio. Con il soggetto e la sceneggiatura di Leone Pompucci, Filippo Pichi e Paolo Rossi, la fotografia di Massimo Pau, il montaggio di Mauro Bonanni, le scenografie di Maurizio Marchitelli, i costumi di Gianna Gissi e le musiche di Carlo Di Blasi e Paolo Rossi, Camerieri è interpretato da Con Paolo Villaggio, Diego Abatantuono, Marco Messeri, Ciccio Ingrassia, Antonello Fassari, Carlo Croccolo, Sandra Milo, Enrico Salimbeni, Regina Bianchi, Ugo Conti. Il film ha vinto due Nastri d’Argento (miglior sceneggiatura e miglior attrice non protagonista a Regina Bianchi).

Trama
Alla vigilia del cambio di gestione, i camerieri del ristorante Eden si giocano il posto di lavoro in una cena in onore del nuovo proprietario. Alla loro testa Loris, maître della vecchia guardia, interpretato da Paolo Villaggio.

Caduto troppo frettolosamente nell’oblio, Camerieri di Leone Pompucci, dopo più di venticinque anni, resta un film sopra alla media della sciagurata commedia italiana degli ultimi quattro lustri. Un film cattivo senz’altro, a tratti compiaciuto nel deformare mostruosamente taluni personaggi, ma molto lucido nel mettere alla berlina un paese, il nostro, edificato ipocritamente sull’istituto della famiglia. I camerieri del film sono sei disperati sull’orlo dell’abisso, a cui non resta che divorarsi reciprocamente, seguendo ottusamente la legge di un padronato che della loro divisione fa la propria forza. Ciò in termini generali, perché nel film il titolare del ristorante è interpretato da un commovente Ciccio Ingrassia, che tenta di salvare i suoi dipendenti, anche se costretto a vendere l’attività a un volgare affarista (un discreto Antonello Fassari). Paolo Villaggio, Diego Abatantuono, Marco Messeri e Antonio Catania si muovono tra interni e esterni (con sfondo mare) facendosi una guerra totale, senza esclusioni di colpi, pronti a ferirsi e offendersi senza alcun ritegno.

Camerieri, dunque, si snocciola su due piani: da un lato la lotta tra poveri, dall’altro la mostruosità della famiglia italiana, svelata in modo forse brutale ma sincero (nella fattispecie, si tratta della famiglia del nuovo acquirente riunita al ristorante per festeggiare l’anniversario di matrimonio degli anziani genitori, gli eccellenti Carlo Croccolo e Regina Bianchi). Un film fatto anche e soprattutto di ottime prove attoriali: innanzitutto quella di Paolo Villaggio che, smessi i panni di Fantozzi, si dimostra un virtuoso in qualunque ruolo, capace di irritare e commuovere, catturando l’attenzione del pubblico. Non sono da meno Abatantuono, Catania e Messeri, cani sciolti pronti a mordersi senza pietà. Ma un plauso va fatto anche al lavoro di sceneggiatura che ritrae un mondo sull’orlo del collasso, senza più alcun appiglio che fornisca qualche speranza o forma di fiducia. Solo un colpo improvviso del destino può cambiare favorevolmente le vite dei reietti, dei dimenticati. Camerieri è un film senz’altro imperfetto, che però fotografava con una certa nitidezza l’umanità di un paese che si dirigeva verso la fine dei volgarissimi anni ’90. Da rivedere.

 

 

Luca Biscontini