Stasera in tv Febbre da cavallo di Steno

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 Febbre da cavallo, un film del 1976 diretto da Steno. Interpretato da Gigi Proietti ed Enrico Montesano, con Francesco De Rosa, Mario Carotenuto, Catherine Spaak, Gigi Ballista, Ennio Antonelli e Adolfo Celi, la sceneggiatura venne ideata da Massimo Patrizi con la collaborazione di Alfredo Giannetti, e fu poi rimaneggiata in fase di pre-produzione. Considerato, con il passare degli anni, un film di culto della commedia italiana, ha lanciato le carriere dei protagonisti Proietti e Montesano, oltre a essere ricordato per la sua particolare scalata al successo nel corso degli anni.

Trama
Mandrake, Pomata e Felice, tre amici con il comune vizio delle scommese clandestine sui cavalli e allo stesso tempo alla disperata ricerca di denaro (per i debiti contratti con le scommesse), cercano di truccare una corsa. Uno di loro dovrà prendere il posto del fantino di un cavallo dato per sicuro vincente, facendo in modo che vinca invece un brocco su cui loro punteranno molti soldi.

In Febbre da cavallo i protagonisti sono tre amici con la passione per le scommesse ippiche costretti a inventare stratagemmi e raggiri di ogni genere per raggranellare il denaro necessario per sovvenzionare la loro costosa e fallimentare passione. La sfortuna e la loro atavica imperizia li portano a indebitarsi al punto da doversi inventare una grossa quanto assurda truffa per truccare una corsa. Febbre del gioco, ossessione della scommessa e della fortuna si mescolano in una Roma un po’ scalcagnata e fumettistica, popolata da figure goliardiche che si alleano per non deprimersi. Dopo avere ottenuto tiepidi incassi nelle sale all’epoca della sua uscita, i molteplici passaggi televisivi, in particolare sulle reti locali romane, lo hanno nel tempo rilanciato fino a farne un film di culto per appassionati della commedia leggera all’italiana, nonché per frequentatori più o meno assidui di sale scommesse e ippodromi, generando altresì gag e scene comiche rimaste nell’immaginario collettivo.

Come ricorderà in seguito Gigi Proietti, alla sua uscita Febbre da cavallo passò quasi inosservato. Al pari di molte commedie italiane del tempo, l’opera venne generalmente bollata come un «filmetto», ricevendo consensi freddi sia dalla critica sia dal pubblico, affibbiandogli la nomea di pellicola «senza infamia e senza lode»; seppur, a proposito della sua produzione, Nikki Gentile ricorderà che «mentre lo giravo sentivo che era un bel film, era qualcosa di particolare, di diverso, di magico».

Generalmente la stampa italiana dell’epoca non fu tenera nei confronti della pellicola. In un articolo de la Repubblica del 2 novembre 1976 Renzo Fegatelli scrisse: «Febbre da cavallo presenta il peggiore dei difetti attribuibili a Steno: non fa ridere, almeno per la prima ora, e poi soltanto una certa dimestichezza può indurre a un poco di simpatia per il film». Nemmeno il dizionario di Paolo Mereghetti fu favorevole, bollandolo semplicemente come una «commedia sbrigativa». Venne ben visto solo dal dizionario di Morando Morandini, il quale disse: «Una commedia divertente ben servita da un estroso Gigi Proietti.»  Anche al botteghino il film non ebbe un gran successo, incassando poco più di 200 milioni di lire. Inoltre quando nel 1985 Masolino D’Amico pubblicò il libro La commedia all’italiana, dedicato ai grandi successi del genere, il film di Steno non venne neanche menzionato.

Durante i primi anni ’90, come accadeva per molte pellicole dei due decenni precedenti, il film cominciò a essere ritrasmesso da molte emittenti locali di Roma, spesso in collane celebrative della filmografia di Steno (scomparso nel 1988); a ognuno di questi passaggi il film aumentava sempre più l’ascolto: «Il segreto? Semplicemente il fatto che faceva ridere», chioserà Proietti. Ciò fece nascere anche una numerosa fanbase di cosiddetti “febbristi”, anche tra gli scommettitori, portando alla nascita di numerosi locali e all’uscita di altrettanti libri dedicati, soprattutto tra il popolo capitolino. Questo fece sì che il film venisse ritrasmesso anche dalle televisioni private nazionali, ottenendo anche in questo caso un buon successo.

 

 

Luca Biscontini