Stasera in tv Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmüller

Stasera in tv su Rete 4 alle 00,30 Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” è un film del 1973 scritto e diretto da Lina Wertmüller. Prodotto da Romano Cardarelli, scritto e sceneggiato da Lina Wertmüller, con la fotografia di Giuseppe Rotunno, il montaggio di Franco Fraticelli, le scenografia di Enrico Job e le musiche di Nino Rota e Carlo Savina, Film d’amore e d’anarchia è interpretato da Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Lina Polito, Eros Pagni, Pina Cei, Elena Fiore, Giuliana Calandra, Isa Bellini, Isa Danieli, Enrica Bonaccorti, Anna Bonaiuto. Presentato in concorso al 26º Festival di Cannes, ha valso al protagonista Giancarlo Giannini il premio per la migliore interpretazione maschile.

Trama
Il contadino lombardo Antonio Soffiantini , detto Tunin, è incaricato di uccidere Mussolini e sceglie come base per la sua azione una casa di tolleranza, aiutato dalla prostituta Salomè.

“Premio per la migliore interpretazione maschile a Giancarlo Giannini a Cannes e ai Nastri D’argento, il film ci porta indietro nel tempo, ai primi anni Trenta del Novecento, in pieno regime fascista. Il lentigginoso e goffo Antonio Soffiantini, detto Tunin, dopo l’uccisione da parte dei carabinieri di un suo compagno anarchico, si reca a Roma per assassinare Mussolini. Nella capitale (vera protagonista del film) egli entra in contatto con Salomè (Mariangela Melato), una bellissima e affascinante prostituta dal volto bianco porcellana, la quale lo ospita nella casa di tolleranza in cui lavora, spacciandolo per suo cugino. Qui Tunin si innamora di un’altra prostituta, la dolce e seducente napoletana Tripolina (Lina Polito), alla quale svela la causa che lo ha portato a Roma.

Il film, efficace nella fotografia e nella descrizione psicologica dei personaggi e nella scelta degli ambienti (grazie all’immancabile apporto scenografico di Enrico Job), rievoca le pitture degli artisti del tempo, da Sironi a De Chirico, da Savinio a Donghi. La creativa Wertmüller, prima donna a ricevere una nomination all’Oscar come miglior regista per Pasqualino Settebellezze, nonostante le molte critiche (in particolar modo di Lino Miccichè), riesce con maestria a mescolare satira e sentimenti, grottesco e drammatico, maschile e femminile, eros e politica, donandoci una delle sue migliori opere filmiche.

In un’intervista l’autrice dice: “Le ultime ore sono le ultime ore… ultime ore di un condannato a morte libero. In questo caso Tunin andava al casino perché c’era Salomè, che era la sua base logistica, ma nella grande storia di tutti gli anarchici molte volte il casino era il luogo dove ti ricevevano senza fare domande; c’era una mamma, una moglie, una fidanzata, un’amante, una puttana… ma pur sempre una donna… e in qualche maniera era come un ritorno alla madre terra, il ritorno nel ventre, nella culla di una madre che si sta per lasciare”.
(Emmanuele Stanziano, Università Degli Studi di Napoli Federico II)

 

 

Luca Biscontini