Stasera in tv Giulietta degli Spiriti di Federico Fellini

Stasera in tv su Rete 4 alle 00,30 Giulietta degli Spiriti, un film del 1965, diretto da Federico Fellini. È il primo lungometraggio a colori del regista riminese, dopo l’episodio a colori dal titolo Le tentazioni del dottor Antonio del film collettivo Boccaccio ’70 del 1962. Scritto e sceneggiato da Federico Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano e Brunello Rondi, con la fotografia di Gianni Di Venanzo, il montaggio di Ruggero Mastroianni, le scenografie di Giantito Burchiellaro, Piero Gherardi e Luciano Ricceri, i costumi di Piero Gherardi, Bruna Parmesan e Alda Marussig, il trucco di Otello Fava e Eligio Trani e le musiche di Nino Rota, Giulietta degli Spiriti è interpretato da Con Giulietta Masina, Sandra Milo, Mario Pisu, Sylva Koscina, Valentina Cortese, Valeska Gert, Caterina Boratto, José Luis de Vilallonga, Friedrich von Ledebur, Mario Conocchia, Milena Vukotic. Il film ottenne due candidature all’Oscar (a Piero Gherardi per le migliori scenografie e i migliori costumi), vinse un Golden Globe per il miglior film straniero, un David di Donatello per la migliore attrice protagonista (Giulietta Masina) e quattro Nastri d’Argento (Sandra Milo, miglior attrice non protagonista, Piero Gherardi per i costumi e le scenografie, Gianni di Venanzo per la miglior fotografia a colori).

Trama
Giulietta e Giorgio festeggiano l’anniversario di matrimonio con i loro amici, benché il loro legame non sia più saldo come in passato. Mentre Giorgio, asserragliato dietro una cortesia distratta, culla l’illusione di un nuovo amore, Giulietta vede dolorosamente il suo universo crollare. In piena crisi, Giulietta cerca una via di scampo partecipando a sedute spiritiche o nel conforto di un veggente indiano. Consigliata da sua madre, assume un investigatore privato perché segua Giorgio e le fornisca le prove del suo tradimento. Costernata, non le resta che l’ultima e più cocente umiliazione: quella di cercare inutilmente un confronto con l’amante di Giorgio. Solo allora, Giulietta troverà la forza di lasciar andare suo marito, scacciando finalmente gli spettri e le ossessioni della sua anima.

“Una bellezza turgida e un po’ ambigua, un sovrabbondare di immagini corposamente deliranti, un riverbero di manichini, spiriti, donne impennacchiate, bimbi; con le inquadrature mirabilmente affastellate di corpi e d’ombre. Fellini, liberato ormai dalle preoccupazioni ironico-realistiche degli esordi, si abbandona qui del tutto ai suoi istinti più profondi, che la maturità ha rivelato senza più inibizioni, così come gli spiriti rivelano a Giulietta ‘liberata’ le sue paure, i suoi fragili legami che un tempo le parevano così importanti, decisivi. Ecco il senso panico della natura in Fellini, la sua visione del mondo ironico-paganeggiante. Il suo amore per il gioco incontrollabile della memoria perduto verso le caligini magiche dell’infanzia, inteso tuttavia ad una religiosità disarmata e disponibile”.
(Claudio G. Fava, “Le camere di Lafayette” in “La Rassegna Editrice”, Roma, 1974)

“Un film importante, soprattutto per il fatto che, anche figurativamente, è tutto visto dall’occhio deformante della sua protagonista, un film in cui il colore, studiato in ogni sfumatura e in ogni significato, ci ha proposto quanto di meglio il cinema ci aveva forse mai dato in questo campo, ma un film con troppi simboli, con troppa psicanalisi e, soprattutto da un punto di vista stilistico, troppo sopraffatto in più momenti dai temi e dai vizi che intendeva criticare. E la vera Giulietta? Incaricata di dare al suo personaggio la sola misura ‘reale’ del film, Giulietta Masina si è tenuta ad una recitazione sobria e interiore, quieta e tranquilla, volutamente lontana da ogni ‘effetto’; Mario Pisu è stato, con la dovuta fatuità, il marito tutto bugie e sotterfugi, Sandra Milo ha colorito, con sensuale malizia, tutte le raffigurazioni della voluttà che è stata chiamata a incarnare. Caterina Boratto è la madre bella e smaltata, Sylva Koscina la sorella frivola e vaporosa, Luisa Della Noce quella autoritaria; Valentina Cortese è l’intellettuale sofisticata: tutta sapienti miagolii e vezzosi sdilinquimenti. Le musiche sono di Nino Rota: orecchiabili e dolci solo per i ricordi del circo, per il resto intenzionalmente aspre e distorte”.
(Gian Luigi Rondi, “Il Tempo”, 24 ottobre 1965)

“Con ‘Giulietta degli Spiriti’, grazie a un colore che accentua la ricerca simbolica e antinaturalistica, Fellini non pone più alcun freno ai suoi istinti immaginativi. Tra tutti i viaggi nella memoria effettuati nel corso della sua attività questo è l’unico che cerca di esplorare il mondo della controparte femminile vedendolo animato e coabitato da una folla di presenze uscite direttamente dall’iconografia della religione cattolica e da figure di sacerdotesse del sesso, che invitano alla liberazione del corpo e alla trasgressione dei comandamenti e dei tabù. Giulietta… mette in scena riti e comportamenti in via di sparizione, quasi frammenti residuali di civiltà che stanno scomparendo, stabilisce un ulteriore punto d’orientamento per l’opera del regista”.
(Gian Piero Brunetta, “Cent’anni di cinema italiano”, Laterza, 1991)

 

 

Luca Biscontini