Stasera in tv Gli abbracci spezzati di Pedro Almodóvar, con Penélope Cruz

Stasera in tv su Iris alle 23,30 Gli abbracci spezzati (Los abrazos rotos), un film del 2009 scritto e diretto da Pedro Almodóvar, con Penélope Cruz, Rubén Ochandiano, Blanca Portillo, Angela Molina, Carlos Leal, Lola Dueñas, Rossy De Palma, Kira Miró. A ispirare il titolo del film è Viaggio in Italia di Roberto Rossellini. Per l’esattezza si riferisce alla sequenza del ritrovamento negli scavi archeologici di Pompei di due corpi abbracciati colti dalla lava, vista da Lena e Mateo (Penélope Cruz e Lluís Homar) in un momento d’intimità. Il film intitolato Chicas y maletas (Ragazze e valigie) che i protagonisti stanno girando è una parodia di Donne sull’orlo di una crisi di nervi del 1988. Per Pedro Almodóvar si tratta quindi di un’auto-citazione. Il film in patria ha incassato 4.141.633 euro, in Italia 3.556.718 euro, negli Stati Uniti 4.870.535 dollari.

Trama
Un uomo scrive, vive e ama immerso nell’oscurità. Quattordici anni prima un incidente di macchina lo ha lasciato cieco e ha ucciso Lena, l’amata compagna di vita. Il suo pseudonimo è Harry Caine, professione sceneggiatore. Il suo nome è Mateo Blanco, professione regista. Dopo l’incidente l’uomo decide di convertirsi nel suo stesso pseudonimo, per continuare a svolgere l’unica professione che la sua nuova condizione fisica gli permette. Ma un altro incidente torna a toccarlo da vicino, costringendo Harry a svelare e rieborare la sua storia.

Costruito come un gioco di scatole cinesi dove il doppio binario temporale (…) il film di Almodóvar Los abrazos rotos è una disperata riflessione sul cinema, sulle responsabilità di chi lo fa e, per estensione, su quello che l’occhio umano può e vuole vedere. Disperata perché, nonostante il piacere che spesso le storie possono offrire, e che l’ultimo film (nel film) diretto da Mateo Blanco cercava di trasmettere al pubblico (ne vediamo alcune scene, che non a caso citano ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’), proprio quel piacere può essere causa di dolore. Oppure, può costare molto dolore a un regista per portarlo a termine. Da un po’ di tempo a questa parte Almodóvar sembra aver messo da parte il piacere di raccontare storie immaginifiche e colorate per addentrarsi in una riflessione sul proprio mestiere (‘Il fior del mio segreto’, ‘La mala educación’) oppure sul materiale dei suoi sogni, a cominciare dal melò hollywoodiano (‘Tutto su mia madre’, ‘Volver’) che con ‘Los abrazos rotos’ tocca il suo culmine, per interrogarsi su cosa davvero possono dire le immagini.
(Paolo Mereghetti, Corriere della Sera, 20 maggio 2009)

Gli Abrazos rotos (Abbracci spezzati) portano la densa firma di Almodóvar, ma avanzano per lungo tempo a singhiozzo, si perdono nello svolgimento di trame incastrate a matrioska, sussultano a tratti senza vita. Peccato, perché il film ha momenti altissimi (inizio e, soprattutto, fine) che comunque meritano tutta la nostra partecipazione e che, come sempre e solo Pedro riesce a fare, ci hanno riempito di sensazioni, lacrime e risa in perfetto matrimonio emotivo. (…) Cinema sempre potente e appassionato, quello di Almodovar. Anche se incerti per eccesso di materiale e incapacità di scelte, i suoi ‘Abrazos’ valgono – sempre e comunque – tutto il nostro abbandono.”
(Roberta Ronconi, Liberazione, 20 maggio 2009)

 

 

Luca Biscontini