Stasera in tv su Rai 3 alle 21,20 Gomorra, un film del 2008 diretto da Matteo Garrone, ispirato all’omonimo best seller di Roberto Saviano. Scritto e sceneggiato da Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso e Roberto Saviano, con la fotografia di Marco Onorato, il montaggio di Marco Spoletini, le scenografie di Paolo Bonfini, i costumi di Alessandra Cardini e le musiche dei Massive Attack, Gomorra è interpretato da Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Ciro Petrone, Salvatore Ruocco, Salvatore Striano, Alfonso Santagata, Italo Celoro, Bernardino Terracciano. Gomorra ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, cinque European Film Awards, sette David di Donatello, tre Globi d’Oro e due Nastri d’Argento.
Trama
Tra Scampia, Aversa e Casal di Principe, cinque storie di quotidiano orrore. Un ragazzino entra a far parte della manovalanza criminale; un “ragioniere” della camorra tocca con mano la violenza vera; un sarto provetto “sgarra” collaborando con i cinesi; i traffici di un manager dello smaltimento dei rifiuti tossici; due “irregolari” sognano di emulare Tony Montana, ma le combinano troppo grosse.
Il film è stato diretto da Matteo Garrone, il quale ha anche collaborato alla scrittura della sceneggiatura assieme a Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso e all’autore del libro non-fiction Roberto Saviano; l’opera, prodotta dalla Fandango di Domenico Procacci insieme a Rai Cinema è stata realizzata con il contributo del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali – Dipartimento dello Spettacolo e con il supporto di Media Programme della Comunità Europea. Gran parte dei dialoghi sono in lingua napoletana o in casalese e sono sottotitolati. Oltre al dialetto vero e proprio, sono presenti termini e modi di dire in uso nella criminalità. Alcuni attori non sono professionisti, ma gente del posto.
Il linguaggio nel film è curato con estremo realismo, con sfumature che necessariamente non possono apparire nel libro. Molti dialoghi sono minimali, come nella scena iniziale delle lampade abbronzanti, o quando i due ragazzi scelgono le entraineuse nel locale a luci rosse. Con la stessa semplicità dialettica vengono prese le decisioni su chi ammazzare, come quando il gruppo di Scampìa decide di uccidere la madre del traditore scissionista. Non esistono sfumature di pensiero: o si è da una parte o dall’altra. I sottotitoli rappresentano, nella maggioranza dei casi, un’italianizzazione di espressioni dialettali napoletane, più che una traduzione vera e propria.
Nel film sono presenti molti luoghi fatiscenti. Le vele di Scampìa, nate a seguito della legge 167 del 1962, una pompa di benzina abbandonata, potenziale luogo di sversamento di rifiuti tossici, lidi abbandonati, d’inverno, del litorale domizio. Gli interni, pur poveri, mostrano il gusto per un arredamento vistoso. Ad esempio, si vede una specchiera barocca e, in una scena ambientata nelle vele di Scampìa, si vede un trasloco nel quale vengono spostati una poltrona dorata in velluto viola che somiglia ad un trono, e una tigre di ceramica a dimensione quasi naturale.
Nel primo weekend di programmazione è stato il film più visto in Italia, con un incasso di 1.825.643 euro. Il film in Italia ha incassato 10.200.000 euro, risultando il 10° miglior incasso della stagione cinematografica 2007-2008. Sommando gli incassi esteri il film totalizza 46.700.000 dollari di incasso.
Luca Biscontini
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