Stasera in tv su Rete 4 alle 23,35 Gran Torino, un film del 2008 diretto e interpretato da Clint Eastwood. Il titolo Gran Torino è un riferimento all’automobile della Ford Gran Torino, modello coupé molto in voga negli USA durante gli anni settanta; è anche la vettura utilizzata dall’agente David Starsky nella serie televisiva Starsky & Hutch. Il nome “Torino” deriva dal fatto che gli statunitensi consideravano questa città, sede della FIAT e della Lancia, come la Detroit d’Italia. La sceneggiatura è stata scritta da Nick Schenk, che ha delineato il protagonista come un irascibile americano razzista, la cui personalità sarà soggetta a profondi cambiamenti durante il corso della storia. Il film ha debuttato al primo posto del botteghino nordamericano con un incasso di circa 30 milioni di dollari nel suo primo weekend. In totale ha guadagnato 270 milioni in tutto il mondo. Con Clint Eastwood, Cory Hardrict, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Haley, Brian Howe.
Trama
Il veterano della guerra di Corea Walt Kowalski, ormai da lungo tempo in pensione, si impegna per cercare di raddrizzare la vita al suo giovane vicino, un ragazzo asiatico senza padre che ha cercato di rubargli l’auto, una prestigiosa Ford Gran Torino del 1972, per riuscire a essere ammesso in una gang giovanile.
“Con Gran Torino Clint Eastwood torna a dirigere se stesso a tre anni dal premio Oscar Million Dollar Baby. Con lo stesso passo blues dei suoi titoli precedenti (in particolare Madison County), con la stessa cura maniacale e poetica per i particolari umani, con passione e amore per temi e personaggi scomodi, Eastwood fa della sceneggiatura del giovane esordiente Nick Schenk un canto all’umanità di ciascuno di noi. Eastwood continua nella sua personalissima strada di osservazione di razze, religioni e differenze mettendo il proprio occhio addosso agli individui, cercando di scavarne le superfici senza appassionarsi a retropensieri o psicologismi, semplicemente accarezzandone i corpi. Ci fa spettatori del quotidiano, ma in una sorta di ralenti che ci permette di assaporare tutte le sfumature. Che a volte fanno tutta la differenza. La sua è un’arte che ormai porta un marchio, basta una prima inquadratura per capire che si tratta di lui, della sua firma, della sua macchina. Che si muove sempre delicata e a ritmo. Lo schermo suona, quando gira Eastwood. Un ritmo lento, nostalgico, con refrain appassionati e struggenti che sfumano verso il finale, lasciandoti addosso tracce di verità e di sublime. Una partitura che il regista ormai esegue ad occhi chiusi e che noi ci godiamo ogni volta, ogni volta meglio, ogni volta di più.”
(Roberta Ronconi, ‘Liberazione’, 13 marzo 2009)
“L’ispettore Callaghan ha definitivamente chiuso nel cassetto la sua 44 Magnum. E se ha cambiato idea Clint Eastwood – che al cinema ha incarnato “Dirty” Harry, lo stereotipo del giustiziere, e in politica, da conservatore qual è, ha abbracciato le idee repubblicane – vuol proprio dire che negli Stati Uniti il vento soffia in un’altra direzione. La prova sta tutta nell’ultimo, notevole film diretto e ottimamente interpretato da Eastwood, ‘Gran Torino’: un’apologia della non violenza come risposta alla feroce brutalità della strada, ma anche un invito alla tolleranza razziale, contro ogni pregiudizio; in definitiva, una storia di redenzione. A settantotto anni Eastwood con Gran Torino offre, dunque, una lezione di vita, oltre che un’altra superba pagina di cinema”.
(Gaetano Vallini, ‘L’Osservatore Romano’, 13 marzo 2009)
Luca Biscontini
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.