Stasera in tv Il cacciatore di Michael Cimino

Stasera in tv su Iris alle 21 Il cacciatore (The Deer Hunter), un film del 1978 diretto da Michael Cimino. Sebbene non sia propriamente un film di guerra, è ritenuto uno dei più celebri in tale genere. È entrato nella storia del cinema per il suo contrasto tra le inquietanti immagini della guerra e la vita quotidiana dei protagonisti. Considerato uno dei capolavori del cinema mondiale, il film ha ricevuto 9 nomination ai premi Oscar del 1979, vincendone 5 tra cui quello per il miglior film. Robert De Niro dichiarò che, fra tutti i film da lui interpretati, nessuno mai l’aveva esaurito emotivamente e spossato fisicamente come Il cacciatore. Molte delle battute di Meryl Streep sono improvvisate. Per lei fu la prima nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. John Cazale non avrebbe potuto prendere parte alle riprese del film perché gravemente malato, e quindi non poteva essere assicurato, ma Robert De Niro pagò di tasca sua il necessario affinché Cazale prendesse parte al film. Nonostante la sua malattia, un cancro ai polmoni, Cazale non rinunciò a terminare il film, ma non ne vide mai l’uscita. Il cacciatore è interpretato da Robert De Niro, Christopher Walken, John Savage, Meryl Streep, John Cazale.

Trama
Mike (De Niro), Nick (Walken) e Steven (Savage) lavorano in un’acciaieria di Clayton, Pennsylvania, e nel tempo libero cacciano cervi. Vengono chiamati alle armi per essere inviati in Vietnam, ma prima Steven sposa Angela. In guerra, i tre amici subiscono una terribile prigionia. Quando riescono a evadere, vengono separati: Steven è in un ospedale, paralizzato; Nick si imbosca a Saigon, preda degli organizzatori di roulette russa; Mike, tornato a casa, conforta Linda, la ragazza di Nick; in una battuta di caccia, risparmia un cervo a portata di tiro; convince poi Steven a ricongiungersi alla moglie. Di nuovo in una caotica, infernale Saigon in completo disfacimento, Mike tenta invano di impedire a Nick un’ultima, mortale partita.

“Opera seconda di Michael Cimino che, dopo un più che discreto esordio (Una calibro 20 per lo specialista, 1974), ci consegna un capolavoro di struggente intensità e uno dei più alti risultati della New Hollywood. E pensare che, al di là del grande successo di pubblico, fu considerato un film reazionario e filo-interventista: un primo segnale (confermato due anni dopo con I cancelli del cielo) che dimostra quanto il cinema di Cimino fu poco compreso all’epoca. Al contrario, poche pellicole hanno mostrato in modo così profondo la ferita lacerante del conflitto in Vietnam, esemplificata nella tragedia condivisa di Mike, Nick, Steven e dei loro amici (rappresentanti dell’America proletaria e multietnica). Il breve segmento bellico centrale, che culmina nell’emblematica scena della roulette russa, è un pugno nello stomaco di brutale realismo, girato senza controfigure e in condizioni proibitive. Prima ci sono l’illusione e la giovinezza, rappresentate dalla lunghissima e splendida sequenza nuziale e dalla metaforica caccia al cervo; poi, solo le ferite, il rimpianto, la morte. E quel finale in cui è impossibile non commuoversi. Disteso, epocale, meravigliosamente recitato da tutti, conquistò sia il pubblico che l’Academy Awards, che gli tributò cinque Oscar: film, regia, montaggio, sonoro e attore non protagonista, vinto da un impressionante Walken. Cazale, interprete del personaggio di Stan e all’epoca compagno della Streep, morì di cancro poco dopo la fine delle riprese”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini