Stasera in tv Il padrino di Francis Ford Coppola

Stasera in tv su Iris alle 23 Il padrino (The Godfather), un film del 1972 diretto da Francis Ford Coppola, prima pellicola della trilogia firmata dallo stesso regista e interpretata da Marlon Brando con Al Pacino, James Caan, Robert Duvall, John Cazale, Richard S. Castellano, Talia Shire e Diane Keaton. La sceneggiatura, scritta da Coppola e Mario Puzo, è liberamente ispirata al romanzo omonimo scritto nel 1969 dallo stesso Puzo. Venne premiato con tre premi Oscar, su 10 nomination totali: miglior film a Albert S. Ruddy; miglior attore protagonista a Marlon Brando, (che in segno di protesta per le ingiustizie verso le minoranze, soprattutto i nativi americani non si presentò alla cerimonia di consegna); miglior sceneggiatura non originale a Francis Ford Coppola e Mario Puzo. Alla sua prima uscita cinematografica fu acclamato dal pubblico e risultò avere un forte impatto culturale. Negli Stati Uniti il film incassò tra i 246 e i 287 milioni di dollari, frantumando il record del kolossal Via col vento. Fece riemergere la Paramount Pictures da una difficile situazione economica, oltre a ridare linfa al genere gangster-movie, alla carriera di Marlon Brando, e consacrare il regista e il cast. Con Marlon Brando, Robert Duvall, Al Pacino, James Caan, Diane Keaton, John Cazale, Sterling Hayden, Talia Shire, Richard Castellano, Richard Conte, John Marley, Al Lettieri, Gianni Russo, Angelo Infanti, Franco Citti.

Trama
Il giorno delle nozze della figlia Connie Don Vito Corleone riceve in udienza tutti coloro che hanno lamentele o richieste da fare: richieste che il padrino è abituato a soddisfare con l’intimidazione e la violenza. Ma il vero problema per Don Vito è il dissidio con la famiglia Tartaglia su questioni di droga. Sarà il figlio Michael, prima a salvarlo da un attentato, poi a fare vendetta.

“Pietra miliare del cinema americano e architrave della cosiddetta New Hollywood, Il padrino (sceneggiato da Francis Ford Coppola insieme a Mario Puzo, autore del romanzo omonimo) è il film che rilanciò il business delle mega-produzioni americane e che, soprattutto, fece entrare nell’immaginario collettivo il mondo della mafia siciliana. Il culto della famiglia, il parallelismo con la politica, lo sfarzo, l’economia intesa come scambio di favori reciproci e il capitalismo di relazione, dopo l’uscita del film sono diventati un fenomeno pop. La pellicola ha influenzato tutto il cinema successivo sui gangster e anche, paradossalmente, il reale mondo della criminalità, che ha cercato di emulare le gesta dei Corleone nell’estetica e negli atteggiamenti. Lugubre e solenne tragedia shakespeariana, dal ritmo sostenuto e dall’atmosfera cupissima (splendida la fotografia di Gordon Willis), il film di Coppola è un’acuta riflessione sulla permeabilità del male come forza endemica che riesce a insinuarsi anche tra le maglie degli animi all’apparenza più miti e insospettabili. Così il fardello che Michael si trova a ereditare, dopo aver lungamente cercato di evitarlo, si fa strumento rivelatore di un’efferatezza feroce e sopita che logora e condanna alla solitudine. Emerge, inoltre, un confronto-scontro tra due diverse modalità di pensiero e azione: più votata alla salvaguardia dell’onore e di principi considerati sacri quella della vecchia scuola incarnata da don Vito; pragmatico, cinico e spietato è invece il modus operandi delle nuove leve, indifferenti a derive amorali in nome del perseguimento di un obiettivo. Strepitosa prova di attori con un Brando che giganteggia anche quando rischia di gigioneggiare. Il film lanciò il giovane Al Pacino e tutta una generazione di attori destinati a entrare nella storia del cinema, da Diane Keaton a Robert Duvall. Tre Oscar: miglior attore protagonista a Marlon Brando, miglior sceneggiatura e, soprattutto, miglior film. Con due seguiti”.
(LongTake)

 

 

Luca Biscontini