Stasera in tv su La7 alle 21,15 Il socio, un film del 1993 diretto da Sydney Pollack, tratto dal best seller omonimo dello scrittore statunitense John Grisham. Sceneggiato da David Rabe, David Rayfiel e Robert Towne, con la fotografia di John Seale, il montaggio di Fredric Steinkamp e William Steinkamp, le scenografie di Richard MacDonald, John Willett e Casey Hallenbeck, i costumi di Ruth Myers e le musiche di Dave Grusin, Il socio è interpretato da Tom Cruise, Gene Hackman, Jeanne Tripplehorn, Holly Hunter, Hal Holbrook, Gary Busey, Ed Harris. Il film ha ricevuto due nomination agli Oscar (miglior attrice non protagonista a Holly Hunter, miglior colonna sonora a Dave Grusin).
Trama
Mitch McDeere, fresco di laurea in giurisprudenza, viene ingaggiato da un prestigioso studio legale di Memphis. Il lavoro lo impegna a tal punto da fargli trascurare la giovane moglie, che ne soffre. Partendo dai sospetti sulla morte di due suoi colleghi, Mitch cerca di scoprire per chi lavori lo studio e si rende conto che c’è molto marcio nascosto. Corre grossi rischi, ma ne esce trionfante.
Prima fatica letteraria di J.Grisham ad essere trasposta sul grande schermo (contestualmente, invero, a Il rapporto Pelican), Il socio è un ottimo film. E ciò si deve alla storia narrata, degna del miglior legal-thriller, ma con soffusi richiami al “gangsta” movie (dato che le “acrobazie” – e giuridiche e atletiche – di Cruise lambiscono gli interessi di una temibile famiglia mafiosa e alla fine provocano un terremoto che travolge la “law firm” dello stesso Cruise).
Il socio dura 150 minuti e dopo la prima ora, che è la migliore, succede di tutto in un avvicendarsi ellittico di eventi. Funzionano il vitalismo e la determinazione di Cruise, il carisma dell’avvocato corrotto e redento, interpretato da Gene Hackman e la presenza di tanti attori di prima classe, dall’agente dei servizi segreti, Ed Harris, alla bionda svaporata, Holly Hunter. Ed è abilissima la regia di Sydney Pollack che, rimediando all’insuccesso di Havana, fa un ritorno in grande stile, garantendo ritmo al film a dispetto di una trama a tratti farraginosa. Pollack gestisce egregiamente la tensione, che riesce a distribuire equilibratamente lungo tutto l’arco della durata, grazie anche un azzeccato sottofondo sonoro (montato ad arte per rendere la tensione palpabile fin dalle prime sequenze). Un solido thriller, invecchiato piuttosto bene, dal gran ritmo ed ottimamente recitato. Cinema che non si vede più tanto spesso.
Luca Biscontini
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