Stasera in tv in prima visione su Rai 3 alle 21,20 Cuori puri di Roberto De Paolis

Stasera in tv in prima visione su Rai 3 alle 21,20 Cuori puri, un film del 2017 diretto da Roberto De Paolis. Con la direzione della fotografia di Claudio Cofrancesco, le scenografie di Rachele Meliadò, i costumi di Loredana Buscemi e le musiche composte da Emanuele De Raymondi, Cuori puri è l’opera prima di Roberto De Paolis ed è stato presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2017. Con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce.

Trama
Agnese è una ragazza di diciotto anni, cresciuta con una madre molto religiosa, frequenta la chiesa e ha scelto di mantenere la sua verginità fino al matrimonio. Stefano è un ragazzo di venticinque anni dal passato turbolento, che lavora come custode in un parcheggio di un centro commerciale vicino ad un grande campo rom. Agnese e Stefano, seppur diametralmente opposti, si innamoreranno e il loro crescente sentimento li metterà di fronte a scelte difficili.

C’è tanta carne al fuoco nel lungometraggio d’esordio di Roberto De Paolis, Cuori puri, presentato al 70esimo Festival di Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs: immigrazione, crisi economica, questioni religiose, periferie, un amore travagliato e dall’esito imprevedibile. Maneggiare tanto materiale con una certa fluidità non era affatto semplice, ma De Paolis, dopo essersi documentato non poco sui mondi e sulle tematiche che doveva affrontare, è riuscito nella non facile impresa di costruire un film denso, drammatico, senza cadere nella retorica, né assumere una posizione che avrebbe potuto condizionare lo spettatore. Intelligentemente, ha preferito creare un’atmosfera di sospensione, lasciando a chi guarda l’onere di tirare le somme.

La realtà difficile di alcune vite ai margini di una Roma fatiscente e irriconoscibile viene mostrata senza veli, nella sua immediatezza e le piccole tragedie silenziose che si consumano nell’indifferenza generale balzano improvvisamente all’attenzione, costringendo ad aprire gli occhi su quanto di solito si ritiene essere la condizione degli ‘altri’. Ecco, allora, che Cuori puri offre lo spunto per far cortocircuitare il solipsismo in cui innanzitutto e per lo più ci dibattiamo, in favore di un’apertura, un’accoglienza che, al netto delle facili semplificazioni, si rivela l’unico atteggiamento possibile per agevolare una tregua che consenta di produrre quel minimo grado di riconciliazione sociale fatalmente perduto.

Agnese e Stefano (i bravi ed intensi esordienti Selene Caramazza e Simone Liberati) sono i rappresentanti di due mondi apparentemente inconciliabili (e sotto questo aspetto Cuori puri – non è un demerito – ricorda non poco La ragazza del mondo di Marco Danieli), i quali nel momento in cui vengono in contatto producono una detonazione che manda in frantumi le certezze dell’uno e dell’altra. Don Luca (un discreto Stefano Fresi), il parroco frequentato dalla cattolicissima Agnese, predica l’eternità dell’amore, invitando i suoi giovani ascoltatori a non rifuggire il sacrificio, il cui scopo è, seguendo l’etimo della parola, ‘rendere sacra la cosa’. Questa precisazione è decisiva, laddove in un mondo in cui tutto è alla mercé di una prosaicità che ha spoetizzato qualunque cosa, riconnettersi con il senso del sacro (sacro intenso come precedente all’istituzionalizzazione di qualunque confessione) diviene l’unica modalità di ‘resistenza’ esperibile. Non bisogna, a parere dello scrivente, incagliarsi o polemizzare con i rigidi dettami che la Chiesa impone ai propri fedeli (ci si riferisce, in particolare, alla regola di castità che lacera non poco la giovane Agnese), quanto piuttosto cercare di comprendere come articolare una dialettica contemporanea tra sacro e profano, tentando di trovare una strada (laica) che consenta di evitare di precipitare nell’abisso del relativismo attuale.

Certo, i problemi rimangono (il campo rom che insiste sullo sfondo della storia messa in scena non cessa di segnalare la nostra inadeguatezza), ma si tratta di pensare nuove modalità (culturali) che permettano non di risolvere, ma di affrontare le sfide del presente con rinnovato slancio. Cuori puri, con la palpitante realtà che restituisce senza sconti, diviene quindi l’occasione per sospendere l’usuale faziosità normalmente operativa, esortandoci a fermarci, a riprendere fiato, per partecipare con vera e rinnovata empatia ai drammi che contraddistinguono il nostro tempo.

 

 

Luca Biscontini