Stasera in tv Io e Annie di e con Woody Allen e Diane Keaton

Stasera in tv su La7d (canale 29 DT) alle 23,20 Io e Annie (Annie Hall), un film del 1977 diretto da Woody Allen. Inizialmente distribuito in Italia con il titolo di Io e le donne, Io e Annie è il film che consacrò Allen tra i maggiori registi americani. Il film, scritto dallo stesso Allen con Marshall Brickman, si è aggiudicato quattro Premi Oscar: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista a Diane Keaton. Io e Annie si trova al quarto posto nella classifica delle migliori cento commedie statunitensi, e un’espressione pronunciata in esso dalla Keaton è stata inserita al cinquantacinquesimo posto della classifica delle migliori cento battute del cinema statunitense. Con Diane Keaton, Woody Allen, Tony Roberts, Paul Simon.

Trama
Alwy Singer è un attore comico che lavora per la radio e per la televisione. Ha successo, ma è portato alla depressione. Già messo in passato a dura prova da due matrimoni falliti, ha una storia con Annie Hall, intellettuale, carina, benestante e un po’ svitata, con ambizioni personali nel ramo dello spettacolo. Ambedue stanno sulla difensiva. Condividono interessi professionali, ma anche una certa instabilità emotiva.

“Voglio fare un film completamente diverso. Quando ho cominciato a riflettere sul prossimo progetto, avevo in mente di incentrarlo su una persona reale, girare una commedia ma realistica. Basta con i tizi che si risvegliano nel futuro, i rapinatori di banche e i conquistatori di paesi del Sud America. Voglio fare un film in cui io e Diane Keaton interpretiamo noi stessi, abitiamo a New York e nella nostra relazione affrontiamo conflitti reali. Lo preferirei a una commedia più stravagante. In questo nuovo copione sto cercando di lavorare dall’interno, di partire dalle nevrosi per poi esternarle, in modo che fra cento anni il film non risulti datato. I conflitti di oggi sono molto diversi rispetto a quelli delle talk comedies di dieci anni fa, che si basavano sempre su elementi esterni ai personaggi. E molto difficile far scatenare un numero sufficiente di scintille filmiche usando soltanto i personaggi. Se io e Diane dovessimo avere un confronto in un film, oggi, per risultare realistico, il conflitto avrebbe connotazioni psicologiche. Non le direi mai: “Sai cara, si era detto che avremmo provato questa casa di campagna per un mese ma abbiamo già la cantina allagata e piena di procioni”. Più probabilmente lei mi direbbe: “Vorrei vivere sulla Costa Occidentale”, e io ribatterei: “Certo, vuoi vivere sulla Costa Occidentale perché lì abitano i tuoi, hai un attaccamento nevrotico alla tua famiglia”. Forse però i procioni fanno ridere di più”.
(Woody Allen con Eric Lax, Conversazioni su di me e tutto il resto, Bompiani, Milano 2008)

“Quando uscì Io e Annie, in molti ebbero la sensazione che mi fossi venduto o avessi commesso un errore madornale, perché il mio tipo di film era Il dittatore dello stato libero di Bananas, o Prendi i soldi e scappa, Amore e guerra, quel tipo di film surreale. Se nel film il pubblico non trova un’accozzaglia di battute anarchiche o demenziali, ci resta male. Lo ricordo molto chiaramente con Io e Annie perché non si trattava soltanto di strane lettere di pazzoidi che ricevevo nella posta, ma anche di gente che conoscevo personalmente. Charlie Joffe mi ripeteva: “Gesù, i miei amici si chiedono come mai perdi tempo con certa roba.” Ovviamente, reazioni del genere si sono moltiplicate quando ho cominciato a proporre film seri. Probabilmente per molti è inspiegabile il motivo che mi spinge a cimentarmi con qualcosa di tanto lontano dal cinema che mi ha reso popolare, che non so nemmeno fare bene, e per il quale non ci sarebbe mercato nemmeno se mi riuscisse meglio. Li capisco, ma educatamente rispondo sempre: “Immagino che tu abbia ragione”, e continuo per la mia strada”.
(Woody Allen su Woody Allen. Intervista di Stig Björkman, Laterza, Roma-Bari 1994)

 

 

Luca Biscontini