Stasera in tv su Iris alle 23,20 La guerra di Charlie Wilson (Charlie Wilson’s War), un film del 2007 diretto da Mike Nichols, con Tom Hanks, Julia Roberts e Philip Seymour Hoffman. È basato sul romanzo biografico di George Crile III. Prodotto da Tom Hanks, sceneggiato da Aaron Sorkin, con la fotografia di Stephen Goldblatt e le musiche di James Newton Howard, La guerra di Charlie Wilson è interpretato da Tom Hanks, Amy Adams, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman, Terry Bozeman, Brian Markinson, Jud Tylor, Hilary Angelo, Cyia Batten.
Trama
La vicenda del congressista democratico texano Charlie Wilson, che maneggiò abilmente le leve del potere in modo da garantire fondi neri destinati ad armare il braccio dei ribelli afgani nella guerra contro le forze sovietiche, finendo con il raggiungere risultati inattesi e insperati.
L’invasione dell’Afganistan da parte della Russia, spietata ed apparentemente facile, faceva parte di un piano di avvicinamento alle fonti di petrolio del Golfo. Nichols, basandosi sul libro Il nemico del mio nemico di George Crile, offre uno spaccato sarcastico della politica estera ed interna americana, piena di incertezze e contraddizioni, di pressappochismo, irriverente nei confronti del Congresso e della CIA. Descrive le manovre poco ortodosse che un oscuro deputato americano, dalla moralità non certo invidiabile, infischiandosi allegramente delle istituzioni, ma sfruttando senza ritegno meccanismi politici poco puliti, mette in atto una raccolta di fondi neri per fornire finanziamenti ed armi adeguate ad un popolo, fiero combattente, per liberarsi dalla sottomissione nei confronti di una delle maggiori potenze militari mondiali. In questi suoi “traffici” è appoggiato adeguatamente da ambienti potenti al di fuori dell’establishment e da un lungimirante, rozzo ma esperto agente della CIA. La satira, sia pur usata con mano lieve, è penetrante quando tratta comicamente le “evoluzioni” nell’apparato istituzionale interno, sorvolante invece con leggerezza sull’avventurismo in politica estera, senza dare risposta al punto sostanziale, cioè alla conversione dei mujaheddin in nemici agguerriti. Scorre senza intoppi, con divertenti situazioni paradossali (pensare ad una richiesta di whisky alla corte del pakistano Zia o ad un connubio segreto fra Israele, Pakistan, Egitto ed Arabia Saudita è veramente uno spasso) consentendo una piacevole visione. Il ritmo è veloce e leggero, i dialoghi sono al fulmicotone, le situazioni sono incalzanti, grottesche e i principali protagonisti, ben caratterizzati, offrono una recitazione apprezzabile. Resta comunque un amaro in bocca nel constatare in che mani e con quali mezzi il mondo deve sopravvivere per ottenere benefici temporanei ed assistere alla capacità di raccogliere in nero un miliardo di dollari per armi e non riuscire a racimolare un milione per la ricostruzione della scuole. Coreografia buona, come pure il montaggio e la fotografia. Colonna musicale opportuna e calzante.
Luca Biscontini
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