Stasera in tv La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel, con Clint Eastwood

Stasera in tv su Iris alle 23,15 La notte brava del soldato Jonathan (The Beguiled), un film del 1971 prodotto e diretto da Don Siegel. Il film ha come protagonisti Clint Eastwood, Geraldine Page ed Elizabeth Hartman, ed è tratto dal romanzo del 1966 L’inganno di Thomas P. Cullinan, alla base anche di un film omonimo del 2017 diretto da Sofia Coppola. Fu distribuito negli Stati Uniti il 31 Marzo 1971 dalla Universal Pictures venendo ben accolto dalla critica ma ottenendo scarsi incassi in patria. A Clint Eastwood fu data una copia del romanzo del 1966 dal produttore Jennings Lang e rimase assorto per tutta la notte a leggerlo. Eastwood considerò il film come “un’opportunità per riprodurre emozioni vere e non totalmente operistiche, e non accendere cannoni con i sigari”.Albert Maltz fu chiamato a redigere la sceneggiatura, ma alla fine dei disaccordi portarono a una revisione della sceneggiatura da parte di Claude Traverse, che sebbene non accreditato, portò Maltz ad essere accreditato con lo pseudonimo di John B. Sherry. Maltz aveva originariamente scritto una sceneggiatura con un lieto fine, in cui il personaggio di Eastwood e la ragazza vivono felici e contenti. Sia Eastwood che il regista Don Siegel sentivano che un finale fedele a quello del libro sarebbe stato una dichiarazione contro la guerra più forte, e il personaggio di Eastwood sarebbe stato ucciso.

Trama
Nel corso della guerra di Secessione, un caporale nordista, Jonathan McBurney, viene ferito e abbandonato sul territorio nemico. L’uomo viene raccolto da Emily, una bambina ospite di un collegio femminile diretto da una zitella miss Martha. Jonathan viene curato dalle premurose donne, ma è anche consapevole del fatto che, una volta guarito, dovrà essere consegnato ai Sudisti. Jonathan, unico uomo di casa, non ci ha messo molto ad attirare su di sé le simpatie delle ospiti del collegio. Stravedono per lui Martha ed Edwina, l’insegnante di francese.

“Durante la guerra di Secessione, un soldato nordista, ferito e abbandonato dai suoi in territorio nemico, è accolto in un collegio femminile dove scatena rivalità e gelosie che gli saranno fatali. Tratto da un romanzo di Thomas Cullinan e sceneggiato da Grimes Grice (Albert Maltz) e John B. Sherry, adorato dai fans di Siegel e di Eastwood, fu un disastro al botteghino. Cupo dramma gotico fiammeggiante, esprime, in versione misogina, il pessimismo esistenziale di Siegel in uno stile espressionista, carico di ralenti onirici, splendidamente fotografato (Bruce Surtees) su colori autunnali. La critica scoprì le doti di Eastwood attore”.
( Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli)

“Nel solco di un romanzo di Thomas Cullinan, Don Siegel dissacra l’immagine liliale che della donna del Sud ci hanno dato tanti film e romanzi americani intrisi di nostalgia e di sentimentalismo. La trama che il regista amministra è lineare: intinge nel vetriolo lo spunto che tenne a battesimo Un garibaldino al convento di De Sica. Un soldato nordista, gravemente ferito, è raccolto da una bambina che lo porta in un collegio femminile ove dovrebbe ricevere le cure necessarie. Frequentato da ragazze di diversa età e retto da una energica e premurosa zitella, il convitto racchiude un piccolo mondo in cui le buone maniere, la rispettabilità borghese e l’ipocrisia velano un coacervo di impulsi repressi da una educazione puritana e rigorista. L’ostilità nei confronti del nemico non regge alla prova del tempo ed ecco le collegiali andar in calore e in vari modi circuire il prigioniero, nella speranza di baloccarselo. La direttrice, non più giovane e reduce da un rapporto incestuoso con il fratello, accampa maggiori pretese delle allieve. Non assecondata, si accanisce su Jonathan, amputandogli una gamba. Cosí ella spera di averlo per sé, ma ottiene il risultato inverso. Non le resta che ordire, con l’ausilio della ospite più piccola e l’omertà delle altre, l’avvelenamento di Jonathan, che sarà seppellito dal sodalizio al completo. A parte qualche turgore risparmiabile e un paio di truculenze evitabili, il film di Don Siegel è fuori del comune, per quanto contragga mutui da Tennesse Williams. Vi si respira un’atmosfera torbida, che rappresenta il rovescio delle apparenze romantiche, e il sesso vi erompe per togliere le bende alla falsa coscienza. Diciamo il sesso, ma è bene precisare che la sessualità qui è intesa come anarchica rivalsa di istinti possessivi e sadici, risultanza di costrizioni e inibizioni approdanti alla sfera della perversione. Sesso, dunque, come momento demistificante e di verità, che pervade una vicenda immersa nella penombra. Che non di una pretestuosa impresa cinematografica si tratti, lo dimostra la rifinitura del disegno psicologico, attento ad abbozzare i connotati sociali dei personaggi. Degna di rilievo e non priva di significato la figura della serva nera che, indifferente a Jonathan e alla sua sorte, non si identifica nell’universo delle sue aggraziate padroncine”.
(Cinema Sessanta, n. 83-84, 5-8/1971)

 

 

Luca Biscontini