Stasera in tv La vita di Adele di Abdellatif Kechiche

Stasera in tv su Cielo alle 21,15 La vita di Adele, un film del 2013 diretto da Abdellatif Kechiche, tratto dal romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh. Il film si è aggiudicato la Palma d’oro al Festival di Cannes 2013. Accolto dal plauso del Festival di Cannes, ha ricevuto numerose critiche positive da parte della stampa internazionale. Esso, tuttavia, è stato anche criticato per la presenza di scene di sesso ritenute da alcuni esplicite e gratuite, quasi al limite della pornografia. Nei paesi anglofoni il film è stato distribuito col titolo Blue Is the Warmest Colour (Il blu è il colore più caldo). Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens.

Trama
Adele, una liceale di diciassette anni, aspetta il grande amore e un giorno lo intravede in Thomas, giovane tenebroso ma cordiale. La loro però è una storia destinata a non essere vissuta a pieno: lo stesso giorno Adele ha incontrato anche una misteriosa ragazza dai capelli blu che ogni notte diventa protagonista dei suoi sogni e desideri più intimi. Rifiutando dapprima le esperienze oniriche, Adele prova a concedersi a Thomas ma si rende conto di non riuscire ad essere completamente sua e di provar attrazione per le ragazze. Grazie a un amico frequentatore dei locali gay della città, ha la possibilità di rintracciare la ragazza dai capelli blu e lasciarsi travolgere dal suo febbrile, caotico e passionale sentimento.

“Cronaca di una solitudine non annunciata. Per favore, non lasciate che La vita di Adele (…) sia avvolto soltanto dal chiacchiericcio, più o meno, morboso, sulle scene lesbo, più o meno, esplicite. Lasciamo da parte, magari una volta per tutte, la tendenza a inseguire lo scandalo per lo scandalo (…). Il melò di Adbellatif Kechiche, Palma d’oro a Cannes 2013, ha ben altre dimensioni programmatiche ed estetiche. (…) Kechiche è uno dei rari esempi di cinema d’autore duro e puro che non soffre di narcisismo, ermeticità ma, prendendosi il tempo, anche estenuante, che gli occorre, dipana un realismo poetico che ha le sue radici in un naturalismo letterario molto forte. Ma è sempre lo sguardo a dettare la narrazione come quando insegue, con la macchina a mano, corpi, volti e sentimenti che esplodono e implodono. Le scene erotiche sono di una esemplare e splendida plasticità, nascondono il minimo ma non sfiorano neppure per un secondo la volgarità che sono la prerogativa di ben diverse derive. Kechiche filma il destino e l’amore, la conflittualità dei due caratteri e dell’appartenenza sociale secondo un flusso quasi inesorabile che tracima nelle lacrime di chi si sente irrimediabilmente sola. L’esercizio di stile è di alto profilo, pure se alcune insistenze rischiano di sottolineare e spiegare quanto non sarebbe necessario. Ma è solo un peccato veniale in un’opera che non può esorcizzare il vuoto in agguato, come il maschio che prima disgusta e poi provoca il dissolvimento di un legame. La prova recitativa di Léa Seydoux e Adèle Exarchopulos lascia incantati e sedotti, come è capitato a Steven Spielberg, presidente della giuria sulla Croisette, che ha voluto accomunarle al regista nella assegnazione della Palma. Forse troppo, ma non stoppia.”
(Natalino Bruzzone, Il Secolo XIX, 24 Ottobre 2013)

 

 

Luca Biscontini