Stasera in tv L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino

Stasera in tv su CIne34 alle 22,50 L’amico di famiglia, un film del 2006 scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Fu presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2006, ma uscì nelle sale italiane solo Nel novembre dello stesso anno, dopo che il regista ebbe cambiato il montaggio di alcune scene e il finale. Le musiche originali sono curate da Teho Teardo, distribuite da Edel Italia su etichetta Radio Fandango. Tra i brani non originali sono presenti tracce di Antony and the Johnson, The Album Leaf, Isan e Lali Puna. Con Giacomo Rizzo, Laura Chiatti, Fabrizio Bentivoglio, Clara Bindi, Gigi Angelillo, Barbara Valmorin, Marco Giallini, Valentina Lodovini.

Trama
Geremia, usuraio sessantenne di una cittadina dell’Agro Pontino, è sgradevole di aspetto e di carattere, ma si sente buono e socialmente utile. Crede di salvare le famiglie alle quali presta denaro: ma dal momento in cui accetta di “aiutare” una coppia che deve organizzare il matrimonio della figlia, la sua vita avrà una svolta inattesa.

“Il terzo film di Sorrentino, talento originale rivelato da L’uomo in più e confermato alla grande da Le conseguenze dell’amore, è un esercizio di equilibrismo etico-narrativo oltre che di cinema, fedele a un rigore quasi svizzero: sono ‘Le conseguenze dell’odio’? Sullo scenario agropontino alla De Chirico, quell’astrattezza figurativa che confina con l’iper degrado post consumistico di oggi (vedi Storia di Piera di Ferreri), l’autore illustra un mostro morale e materiale. (…) Nessun innocente, famiglie sotto macerie sociali-sentimentali inquadrate dalla luminosità innaturale di Luca Bigazzi, un paradiso perdutissimo. Al 36enne Sorrentino non sta a cuore la denuncia realista, ma quella del subconscio quasi collettivo, scavare dentro il rapporto tra il bruto e la bella e tentare di ribaltare nevrosi e passioni. Sospeso tra la favola dark e la caratterizzazione animalesca, L’amico di famiglia perde talvolta quel suo filo metafisico, ma è seducente quando è claustrofobico e pulsa dentro un vero disgusto per la diffusa volgarità dei tempi dominati da veline, truffatori e furbetti. Certo aiutato da un’alta prova mattatoriale, con tutti i tic e i folklorismi del caso, del gran caratterista di B movies Giacomo Rizzo. Migliorato dai tagli del finale che a Cannes era lungo e macchinoso, il film è il ritratto di un mondo-fogna comune di connivenze in cui ormai anche i desideri, i sentimenti, le aspirazioni sono tutti putridi.”
(Maurizio Porro, Corriere della Sera, 10 Novembre 2006)

“L’aspetto migliore di L’amico di famiglia, cioè quello che ne promuove l’interesse sostanziale, sta nella sua indescrivibilità, nella sua audace estraneità, nel suo sofferto andirivieni dall’estremo e dall’onirico al minimalistico e al prosaico. Sugli sfondi alla De Chirico di una città-fantasma dell’Agro pontino va in scena, infatti, la discesa agli inferi di Geremia de’ Geremei, vecchio, brutto e sporco usuraio che stringe il cappio del denaro al collo di personaggi resi dal bisogno ancora più laidi di lui: uno scenario che pesca a piene mani nella cronaca e nella sociologia dei nostri anni, ma poi si materializza come una foresta gremita di simboli tra il buñueliano e il felliniano. (…) Quello che ci sembra superfluo è il tentativo di aggiungere sempre qualcosa, dagli incroci temporali del montaggio alle angolature sghembe, dai dialoghi in controsenso all’azione, agli inizi e finali che sembrano moltiplicarsi in sequenza esponenziale. C’è qualcosa che impaccia il film, lo fa girare su stesso e lo fa troppo avvicinare a Le conseguenze dell’amore o, addirittura, all’humour tenebroso e disperato de L’imbalsamatore di Garrone. Ed è un peccato perché basterebbe il fulmineo primo piano di Geremia profuso d’amore, che lo rende all’improvviso bellissimo come un eroe hollywoodiano, a far capire allo spettatore quanto il talento di Paolo Sorrentino gli sia necessario.”
(Valerio Caprara, Il Mattino, 26 settembre 2006)

 

 

Luca Biscontini