Stasera in tv L’assassino di Elio Petri, con Marcello Mastroianni

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 L’assassino, un film del 1961 diretto da Elio Petri, al suo esordio alla regia. Prodotto da Franco Cristaldi, scritto e sceneggiato da Elio Petri, Tonino Guerra, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, con la fotografia di Carlo Di Palma, il montaggio di Ruggero Mastroianni, i costumi di Carlo Egidi e le musiche di Piero Piccioni, L’assassino è interpretato da Marcello Mastroianni, Salvo Randone, Marco Mariani, Micheline Presle, Cristina Gaioni, Andrea Checchi, Paolo Panelli, Toni Ucci. Il film si aggiudicò il Nastro d’Argento nel 1962 per il migliore attore non protagonista (Salvo Randone).

Trama
Il giovane antiquario Alfredo Martelli viene prelevato dalla sua abitazione e accompagnato dalla polizia in questura senza alcuna spiegazione. L’uomo attende a lungo di conoscere la ragione del fermo, finché il commissario gli rivela che è indiziato per omicidio. È stata infatti assassinata la sua ex-amante, che egli ha incontrato proprio la sera prima per chiederle la dilazione di un pagamento. Martelli trascorre un’intera giornata a ripercorrere tutta la sua vita fra le domande del commissario, interrogatori e un’angosciosa notte in cella, fino al colpo di scena conclusivo.

«Il personaggio interpretato da Mastroianni è colpevole di disumanità. Totalmente disumanizzato, egli accetta questo processo di disumanizzazione e concepisce le relazioni umane come rapporti tra i suoi bisogni personali e coloro che fanno parte della sua vita. Gli altri sono solo oggetti da usarsi semplicemente per i propri scopi.» (Elio Petri)

Una storia inusuale per il cinema italiano, anzitutto perché L’assassino è un giallo psicologico che ha una sua classe che lo distingue da altre produzioni simili, e poi in quanto non è semplicemente un racconto aneddotico con venature da thriller. È un film a scatole cinesi, fondato sulla suspense del sospetto, sull’esercitazione del dubbio e sulla certezza delle prove. Elio Petri, poi, ci mette del suo con la feroce critica degli ambienti polizieschi (a suo modo è un poliziesco di alta fattura), ben identificati nella figura del commissario sospettoso dell’eccellente Salvo Randone. C’è infine uno sguardo impietoso verso la società dei media che costruisce il profilo del mostro da sbattere in prima pagina, con le interviste ai vicini di casa e gli episodi emblematici. nella prevedibile seconda parte.

Il merito di Petri in questa sua opera prima sta nel descrivere come il protagonista, di fronte a una situazione paradossale e misteriosa (il suo interrogatorio e il successivo arresto), si ritrovi a ripercorrere, attraverso un serie di flashback, alcune tappe significative del suo passato di arrampicatore sociale e del suo modo meschino e opportunistico di relazionarsi con gli altri. L’assassino è un mosaico ben intarsiato dagli sceneggiatori (Tonino Guerra, Festa Campanile e Franciosa) che hanno aiutato il regista a dare forma a un’idea di cinema che egli migliorerà film dopo film: un senso di claustrofobia che coglie il protagonista di turno nell’intimo e nel pubblico, in interni come in esterni, con le istituzioni o nel familiare non ha importanza.

Eccellente il cast tecnico con Carlo Di Palma, Ruggero Mastroianni, Piero Piccioni, Giuliano Montaldo aiuto regista, Dario Di Palma, e attori notevoli, in primis l’eccellente Marcello Mastroianni e poi il superbo (come sempre) Salvo Randone, insignito per la sua prestazione con il Nastro d’Argento.

 

 

Luca Biscontini