Stasera in tv Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, con Margherita Buy e Stefano Accorsi

Stasera in tv su La5 alle 21,10 Le fate ignoranti, un film del 2001 diretto da Ferzan Özpetek, con Margherita Buy e Stefano Accorsi. Da qualche giorno é stata confermata la realizzazione della Serie Tv Le Fate ignoranti, per questo andiamo a vedere di cosa parla il film Le fate ignoranti. Il film è uscito in Italia il 16 Marzo 2001. Con Le fate ignoranti Özpetek, regista di origine turca ma da lunghi anni trapiantato in Italia, torna sul tema dell’omosessualità, trattando aspetti come la solitudine, la famiglia e il distacco causato da una scomparsa. Coprodotto con capitali francesi, il film è uno dei successi della stagione cinematografica 2001. Stefano Accorsi e Margherita Buy hanno entrambi ricevuto il Nastro d’argento come migliori interpreti maschile e femminile. La colonna sonora è un collage di brani leggeri contemporanei, sonorità latine, turche e dimenticati successi degli anni ’80. Con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Gabriel Garko, Erika Blanc, Serra Yilmaz, Andrea Renzi, Koray Candemir, Lucrezia Valia, Filippo Nigro.

Trama
Una coppia giovane, evidentemente agiata, forse felice, ma di un affiatamento un po’ appiattito nel bon ton. Lui muore all’improvviso e Antonia si isola in un silenzio affranto finché non scopre che aveva un’amante. Che però si rivela un amante, un uomo, Michele, affranto quanto lei e molto più rancoroso. Antonia entra in contatto con le “fate ignoranti”, un gruppo di bizzarri, diversi (non solo omosessuali), profughi, ammalati (di Aids e di amore), che animano la “famiglia” di Michele.

Ferzan Özpetek esordì alla regia nel 1997 con Il bagno turco, film che ottenne grande successo di critica e pubblico e si aggiudicò svariati premi, oltre ad essere presentato alla 50ª edizione del Festival di Cannes, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Nel 1999 fu la volta di Harem Suare, in cui veniva messa in scena la tormentata storia d’amore tra la favorita del sultano, Safiye, e l’eunuco Nadir, sullo sfondo della caduta dell’Impero ottomano. Il film non ebbe la stessa eco del precedente, tant’è che il regista, successivamente, preferì optare per un’opera diversa, dalle dimensioni produttive più contenute, in cui l’elemento auto biografico era forte.

Scritto ancora una volta assieme a Gianni Romoli, Le fate ignoranti costituì un punto di svolta per la carriera di Özpetek, laddove forse per la prima volta nel cinema italiano – il film era del 2001 – fu offerta al grande pubblico una rappresentazione inedita e fuori dai cliché del mondo omosessuale e gli spettatori, dunque, dovettero prendere coscienza del fatto che quell’umanità, di cui conoscevano ben poco, era molto più simile a loro di quanto pensassero, sebbene non mancassero significative differenze, che però, nella prospettiva del regista di origini turche, diventavano un valore aggiunto. Il dispositivo dialettico cui diedero corpo Özpetek e Romoli era semplice, ma efficace: la compita borghese Antonia (Margherita Buy) si trova all’improvviso a interagire con Michele (Stefano Accorsi), avendo scoperto che questi era stato per bene sette anni l’amante del marito (Andrei Renzi). Al dolore del lutto (la morte del marito), segue, dunque, per Antonia l’ulteriore trauma di doversi confrontare – mutuando il gergo lacaniano – con l’emersione di un “Reale traumatico”.

Özpetek, che girò il film proprio nel palazzo in cui abitò per anni a Roma – l’elemento autobiografico, come si accennava in precedenza, era decisivo -, seppe raccontare con estrema consapevolezza una piccola comunità alternativa (quella in cui viveva Michele), riuscendo a farne risaltare egregiamente il lato umano, senza cadere nel luogo comune della promiscuità dell’omosessualità che, seppur talora presente, non doveva, e non deve, costituire una discriminante. C’è una sorta di eroismo del quotidiano in tutti coloro che, giorno dopo giorno, sono costretti a combattere contro la miopia di chi, non incline ad ampliare i propri orizzonti, non ha mai smesso, attivamente o attraverso una cocciuta indifferenza, di misconoscere la dignità di un’umanità differente, con la quale non solo sarebbe opportuno interagire, quanto, piuttosto, smettere di considerare altro da sé.

Quindi, la premessa della narrazione, seppur senz’altro di grande impatto emotivo, cedeva il passo, durante il dipanarsi delle vicende dei protagonisti, a quello che era il vero nucleo del film: lo spettatore veniva messo nella condizione di dover prendere coscienza, senza possibilità di distrazione, di una questione che necessitava di essere sdoganata fino in fondo. Nel film, poi, veniva anche affrontato il problema dell’Aids, che costituisce a tutt’oggi una piaga tutt’altro che definitivamente superata (si segnala, in tal senso, anche la presenza di Gabriel Garko, che interpretava Ernesto, il sieropositivo del gruppo). Le fate ignoranti nel 2001 vinse quattro Nastri d’Argento, tre Globi d’Oro e quattro Ciak d’Oro, confermando il talento di Ferzan Özpetek, che grazie al film acquisì grande notorietà, ribadita anche dal seguente e altrettanto fortunato La finestra di fronte.

 

 

Luca Biscontini