Stasera in tv Lo sceicco bianco di Federico Fellini

Stasera in tv su Cine34 alle 23,15 Lo sceicco bianco, un film del 1952 diretto da Federico Fellini. Prodotto da Luigi Rovere, da un soggetto di Michelangelo Antonioni, con la sceneggiatura di Federico Fellini, Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano, la fotografia di Arturo Gallea, il montaggio di Rolando Benedetti, le scenografie di Raffaello Tolfo e le musiche di Nino Rota, Lo sceicco bianco è interpretato da Alberto Sordi, Brunella Bovo, Leopoldo Trieste, Giulietta Masina, Lilia Landi, Ernesto Almirante, Fanny Marchiò, Gina Mascetti. Nel film è presente un cameo di Giulietta Masina, nei panni della prostituta Cabiria, che sarà di ispirazione per il film Le notti di Cabiria del 1957. Lo sceicco bianco è considerato il primo vero film di Fellini, visto che in Luci del varietà aveva condiviso la regia con Alberto Lattuada.

Trama
Wanda (Bovo) e Ivan (Trieste) sono in vaggio di nozze a Roma. Per lei è l’occasione di far conoscenza col personaggio dei fotoromanzi per cui stravede: lo sceicco bianco (Sordi). Con un pretesto lascia l’albergo e il marito e si aggrega alla troupe che sta girando un nuovo episodio. Ben presto scopre che una cosa sono i sogni e un’altra la realtà.
“Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che avevo scritto per il Marc’Aurelio in cui si riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d’amore, sull’amore giovanile che si confronta con la realtà dolceamara, sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle delusioni dei primi tempi del matrimonio e sull’impossibilità di riuscire a conservare i romantici sogni iniziali”
(Federico Fellini)

“Il film non solo riconferma le possibilità registiche di Federico Fellini dopo Luci del varietà diretto in collaborazione con Lattuada, ma offre anche l’esempio di un’opera che, per essere valutata nei suoi effettivi valori, richiede un’attenta lettura e magari una rilettura. A uno sguardo superficiale, infatti, sfugge la singolarità del lavoro, proprio perché Fellini sembra muovere persone comuni in ambienti comuni mediante un’azione che diremmo quasi banale. Ma quelle persone, quegli ambienti, quelle azioni assumono significati precisi che investono, sia pure indirettamente, un giudizio e una critica. Il giudizio e la critica erano, del resto, anche alla partenza di Luci del varietà. Tuttavia, mentre in quel film Liliana alla fine vive ancora nel mondo dei fumetti (significativi, in tal senso, i giornali che chiede all’amante) e di sé non ha proprio risolto nulla, in Lo sceicco bianco Wanda, ugualmente provinciale e formatasi sui fotoromanzi, riesce a evadere dall’”amorosa menzogna” in cui era sentimentalmente irretita. La sua avventura diventa un’esperienza positiva perché la restituisce alla realtà”.
(Guido Aristarco, Cinema Nuovo, a. I, n. 1, 15 dicembre 1952)

“Ne Lo Sceicco bianco Ivan e Wanda sono le facce complementari di un medesimo tipo di sogno popolare, limitato, squallido e prevedibile in tutti i suoi sviluppi, eppure rappresentativo delle aspirazioni di un italiano ancora chiuso dentro l’orizzonte della cerchia municipale. Wanda va incontro a Fernando Rivoli, il divo dei fumetti a cui manda decine di lettere, quasi a riceverne l’immagine e il corpo come in un rito sacramentale. L’apparizione in altalena di Alberto Sordi è il punto culminante di questo rito, il momento in cui il regista rivela la natura reale dell’essere divinizzato. C’è già, in questo film, la logica del travestimento (Wanda usa lo pseudonimo di ‘Bambola appassionata’) e soprattutto il ritmo di balletto che unirà – grazie a Rota – tutti i personaggi felliniani.”
(Gian Piero Brunetta, “Cent’anni di cinema italiano”, Laterza, 1991)

Luca Biscontini