Stasera in tv Minority Report di Steven Spielberg

Stasera in tv su La7 alle 21,15 Minority Report, un film del 2002 diretto da Steven Spielberg, liberamente ispirato a Rapporto di minoranza, breve racconto di Philip K. Dick, dalla cui trama il regista si è discostato notevolmente, anche in riferimento alle caratterizzazioni dei personaggi. Dallo scritto Spielberg ha preso soprattutto l’idea della Precrimine e su questa ha realizzato la pellicola. Leggendo il racconto sembra di scoprire un universo alternativo con una storia radicalmente diversa, basata su premesse differente da quelle del film, che si articola in un mondo tecnologicamente meno ossessivo e invadente, che conduce a un finale radicalmente diverso, più cupo e più in carattere con lo stile di Dick. Con Tom Cruise, Colin Farrell, Samantha Morton, Max Von Sydow, Kathryn Morris.

Trama
Washington, 2054. Applicando una nuova tecnologia, l’omicidio è stato eliminato: infatti la polizia (grazie a tre giovani veggenti ritenuti infallibili detti “Pre-Cogs”, che sono in grado di vedere immagini che svelano il tempo, il luogo e altri dettagli dei reati che stanno per accadere) può prevedere il futuro e punire i colpevoli prima che i delitti vengano commessi. Il comandante John Anderton fa parte del reparto di intervento incaricato di arrestare i potenziali malviventi: ma quando anche per lui scatta l’ordine di arresto (per evitare che uccida un perfetto sconosciuto nelle prossime 36 ore), è costretto a provare la propria innocenza e a sfuggire al suo stesso dipartimento capitanato dall’eterno rivale Danny Witwer, che vuole eliminarlo. Muovendosi di nascosto dai radar della città tecnologicamente più avanzata, dove ogni individuo è controllato 24 ore su 24, John deve dimostrare che i Pre-Cogs possono sbagliare.

Kant attribuiva un grande valore all’intenzione con la quale si compie un’azione. Se una persona per esempio non ruba, non già per il fatto che rubare è sbagliato, ma per timore della pena, nella filosofia kantiana quella è comunque un’azione immorale. Steven Spielberg, l’ex ragazzo prodigio di Hollywood, incontra Philip K. Dick, uno dei massimi autori della fantascienza, conosciuto dal pubblico cinematografico come l’autore dei romanzi ispiratori di Blade Runner e Atto di Forza.

In Minority Report scompare il fattore della libera scelta e, dunque, il film pone domande decisive sui concetti di autodeterminazione e libero arbitrio. Anderton inizialmente è la rappresentazione del sistema di giustizia perfetto, che non ammette deroghe dal rapporto causa-effetto: il suo mondo è un fiume ove tutto scorre nella stessa direzione. Scoprirà a sue spese che il sistema ha pericolose falle: le visioni dei Precog non sono sempre univoche e veritiere, esiste la Scelta, la possibilità di svincolarsi dall’alveo della predestinazione imposta dal ferreo meccanismo della Precrimine di Washington.

Il film ripropone inoltre la tematica riveduta e corretta di Blade Runner (ma del resto Dick è autore di entrambi i racconti) sul rapporto che instauriamo con le nostre creazioni, con esseri umani realizzati praticamente in vitro e trattati alla stregua di puri oggetti, utili unicamente a risolvere i casi, e nutriti, accuditi a questo solo scopo. Non sono né morti, né vivi, i Precog. Con una trama ricca di azione e colpi di scena, che sconta un finale eccessivamente ottimistico, di certo antitetico con la cupa visione dei racconti di Dick, Spielberg riesce ad ogni modo a confezionare un film fantascientifico ricco di spunti di riflessione.

 

 

Luca Biscontini