Stasera in tv Polvere di stelle, con Alberto Sordi e Monica Vitti

Stasera in tv su Cine 34 alle 21 Polvere di stelle, un film commedia del 1973 scritto (in collaborazione con Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi), diretto e interpretato da Alberto Sordi, in coppia con Monica Vitti. Il film sarà trasmesso nella versione integrale. Nel film compaiono camei di due noti attori della rivista italiana del periodo: Carlo Dapporto e Wanda Osiris, che interpretano loro stessi in un’epoca di trent’anni prima rendendo emblematica la figura della Osiris, sessantottenne al tempo delle riprese. In un piccolo ruolo, non accreditato (balla il tip-tap in Galleria, e prega Mimmo di prenderlo nella compagnia), si riconosce un giovane Alvaro Vitali. La parte del direttore del Teatro Petruzzelli fu affidata al giornalista Piero Virgintino, critico cinematografico de La Gazzetta del Mezzogiorno. Il marinaio americano che si innamora di Dea è interpretato da John Phillip Law, reduce dalla popolarità che aveva avuto in Barbarella e Diabolik. Sono note due versioni del film, una di 145 minuti, l’altra, abbreviata a 123 minuti nella quale vennero tagliate delle sequenze che potevano risultare un po’ più volgari (venne eliminata la parte dove la compagnia di Sordi canta la canzone Attaccati all’Asse!). La versione integrale, oltre che al cinema, è stata trasmessa durante gli anni anche dalla Rai, ma non è mai giunta su videocassetta, né su DVD. La seconda versione fu curata dallo stesso Sordi. Monica Vitti si aggiudicò il David di Donatello per la migliore interpretazione femminile. Sceneggiato da Alberto Sordi, Ruggero Maccari, Bernardino Zapponi, con la fotografia di Franco Di Giacomo, il montaggio di Raimondo Crociani, le scenografie di Mario Garbuglia e le musiche di Piero Piccioni, Polvere di stelle è interpretato da Alberto Sordi, Monica Vitti, Wanda Osiris, Carlo Dapporto, John Phillip Law, Edoardo Faieta, Alvaro Vitali, Franco Angrisano.

Trama
I sogni di gloria di una sgangherata compagnia d’avanspettacolo durante la seconda guerra mondiale. Aprofittando dell’euforia post-liberazione la compagnia di avanspettacolo di Mimmo Adami e Dea Dani riesce ad ottenere uno strepitoso successo al Teatro Petruzzelli di Bari. Poi però, passato il momento di gloria, tutto torna nella più banale normalità, ed anche il successo sfuma.

Quando un film entra prepotentemente nell’immaginario collettivo, riuscendo, a distanza di quasi cinquant’anni, a conservare intatta la sua forza comica e iconica, non lo si può liquidare con la spocchia provincialissima di chi si rifugia nell’egida del cinema d’autore dei salotti buoni. Sarebbe l’ennesima dimostrazione di quell’ottusità prodotta da un atteggiamento troppo rigido che, di solito, non produce niente di buono. Se è vero che la prima parte parte di Polvere di stelle deve molto, sul piano dell’immaginario che evoca, al Federico Fellini di Roma (1971), non si può, di contro, non tener conto di come il film di Sordi, al netto delle prestazioni eccellenti dei due protagonisti, descriva in maniera non banale quel momento di estrema confusione che dall’8 Settembre del 1943 in poi gettò il nostro paese in una fase di grande incertezza, in cui tutti cambiarono improvvisamente casacca, aprendo le braccia agli americani, i salvatori. I liberatori che racconta Sordi, però, non sono solo benefattori, ma anche degli uomini senza scrupoli che non esitano ad abusare della loro posizione di forza, colludendo con la ruffianeria di chi, ad esempio, gli portava in dono la propria moglie per una notte d’amore (come, d’altronde, con sfumature diverse, denunciò anche Roberto Rossellini nell’episodio romano di Paisà).

Il fatto, poi, che i protagonisti siano artisti, e quindi al di fuori del gioco della rappresentazione politica – a differenza di tanti altri film che si sono confrontati con quella fase storica -, rende la vicenda raccontata molto più credibile e autentica. Prima sopravvivere e poi, semmai, schierarsi. Perché è così, al netto della retorica, che andarono le cose, e non poteva essere altrimenti. Il re che scappò a Bari, i fascisti che cercavano pateticamente di riorganizzarsi, i nazisti che rastrellavano ottusamente e gli americani che incombevano, portando un sogno di libertà e benessere: tutto questo appare in maniera lucida e senza fronzoli in Polvere di stelle e ciò è indiscutibilmente un valore che non può essere ridimensionato ingiustamente. Poi, è noto, la prima versione, un po’ più lunga, venne tagliata successivamente e il film ne guadagnò in fluidità. Certo, Polvere di stelle non è privo di difetti, è chiaro, ma Sordi, Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi seppero fermare e tratteggiare degnamente un momento decisivo della storia del nostro paese, sebbene da una prospettiva inconsueta, ma proprio per questo ancor più interessante. Le indimenticabili musiche di Piero Piccioni, sulle quali si dimenano giocosamente Sordi e Vitti, che duettano magnificamente, fanno parte della memoria cinematografica del nostro paese. E ciò che resiste alla prova del tempo ha già dimostrato il proprio valore.

 

 

Luca Biscontini