Stasera in tv Primo amore di Dino Risi, con Ugo Tognazzi

Stasera in tv su Rai 3 alle 02,15 (ma disponibile anche su RaiPlay) Primo amore, un film del 1978 diretto da Dino Risi e interpretato da Ugo Tognazzi e Ornella Muti. Scritto e sceneggiato da Ruggero Maccari e Dino Risi, con la fotografia di Tonino Delli Colli, il montaggio di Alberto Gallitti, le scenografie di Luciano Ricceri e le musiche di Riz Ortolani, Primo amore è interpretato da Ornella Muti, Ugo Tognazzi, Mario Del Monaco, Caterina Boratto, Riccardo Billi, Venantino Venantini. Ugo Tognazzi (con il personaggio di Picchio, attore di avanspettacolo) nel film imita Totò. Nella realtà ha lavorato con lui in due film circa venti anni prima: Totò nella luna e Sua Eccellenza si fermò a mangiare, rendendo così omaggio al Principe in quel periodo di collaborazione. Prodotto dalla Dean Film, il film fu presentato al Montréal World Film Festival nell’agosto 1978. Venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane dalla United Artists Europa nel settembre 1978.

Trama
Ugo, un ex attore di avanspettacolo, vive in un pensionato per vecchie glorie. Qui conosce la diciottenne inserviente Renata e se ne innamora. Con i soldi arretrati della pensione se la porta via: Milano, Roma, Capri, poi il gruzzolo finisce e con quello la passione di Renata. Ugo la introduce in una Tv privata di Roma sperando in un doppio ingaggio, ma Renata si invaghisce di un dirigente. A Ugo non resta che il ritorno al pensionato.

Dopo il successo de La stanza del vescovo torna l’accoppiata Tognazzi-Muti. Dino Risi conferma la vena dolceamara degli anni ’70 e propone un altro viaggio da Nord a Sud destinato a un malinconico fallimento. Il grand hotel in disfacimento, con il vetro rattoppato alla porta di ingresso, declassato a casa di riposo, guidata da un severo Mario Del Monaco, ben rappresenta l’atmosfera del film. Un’atmosfera volta al tramonto dove il giorno nuovo che sta sorgendo non è meglio di quello che sta finendo, ma è pur sempre un altro giorno. Picchio (un Ugo Tognazzi a suo agio nella parte), non si rassegna all’inevitabile, rendendo così ancor più amaro il ritiro dopo un ultimo illusorio sprazzo di vita. Primo amore parte come una normale commedia per diventare un dramma malinconico e nostalgico dei bei tempi del varietà. L’utopistica rinascita cui Picchio anela, fantasticando di ritrovare un genere teatrale ormai estinto; gli ambienti scarni e desolati in cui si snoda la vicenda; le vane, estenuanti ricerche di un’inarrivabile scrittura; le figure di impresari ambigui e amorali; l’infatuazione per la giovane e opportunista Renata nella quale il protagonista crede di scorgere il suo futuro umano e professionale: tutto trasmette un’immane tristezza.

Primo amore è una commedia amara e cattiva non sempre armoniosa ma ricca di sequenze felici che appartengono al miglior Risi: la tremenda scena del rinfresco del matrimonio di convenienza tra un vecchio attore e una giovanotta che l’abbandona senza troppi convenevoli, con l’abbuffata dei vecchi ospiti; la lotta tra Picchio e il giocatore di carte che ha offeso Renata; il penoso spettacolino che mette su Picchio a casa del figlio; l’amaro e crudele finale. Un Risi forse minore, ma non mediocre. L’indimenticabile Ugo Tognazzi è al solito sublime e qui arricchisce il suo repertorio con un ruolo malinconico e accorato. E introno ad un’Ornella Muti sfavillante nel fiore degli anni, una compagnia di vecchie glorie che fa capo all’eterea Caterina Boratto e al rigido Mario Del Monaco.

 

 

Luca Biscontini