Stasera in tv Quella sporca ultima meta di Robert Aldrich, con Burt Reynolds

Stasera in tv su La7 alle 23,45 Quella sporca ultima meta (The Longest Yard), un film del 1974 diretto da Robert Aldrich, con protagonista Burt Reynolds. Nel 2005 è stato realizzato un remake omonimo (uscito in Italia con il titolo L’altra sporca ultima meta), diretto da Peter Segal con Adam Sandler nel ruolo di protagonista che fu di Reynolds, che dal canto suo compare nel ruolo del coach Nate Scarborough.  Il film vanta anche un remake inglese: Mean Machine del 2001, in cui però il football americano è stato sostituito dal calcio. Con Burt Reynolds, Eddie Albert, Ed Lauter, Michael Conrad.

Trama
Paul Crewe, condannato per furto d’auto, ubriachezza molesta e guida pericolosa, un tempo era un campione di football americano. Il direttore del carcere riesce a convincerlo a mettere insieme una squadra di detenuti capace di allenare quella dei secondini, impegnata nel torneo tra penitenziari. L’idea è che la squadra di Crewe alla fine perda, ma lui non è d’accordo.

Robert Aldrich è sempre riuscito a dosare dramma e commedia abilmente e questo è uno dei suoi film migliori. Il genere carcerario fuso con quello sportivo crea uno spettacolo magnifico, grazie anche al montaggio veloce usato nella seconda parte (quella del match). I titolisti italiani cercarono di far ricordare un suo precedente enorme successo traducendo ignobilmente l’originale The longest yard. Comunque ci ritroviamo davanti a un altro ottimo film in cui Reynolds, arrestato per futili motivi, è un ex campione di football americano che deve allestire una squadra di galeotti che si scontrerà con quella dei secondini.

Aldrich gira con la solita sicurezza un film appesantito forse da un eccesso di retorica, spesso ingombrante ai fini della riuscita della pellicola. Ciononostante la regia è precisa nel tratteggiare la psicologia del protagonista (del resto il film è centrato quasi ed esclusivamente su Paul Crewe, ex giocatore di rugby menefreghista) e nella seconda metà il film cresce, con interessanti soluzioni di montaggio e di ripresa nella lunga sequenza della partita.

A metà tra dramma sportivo e film carcerario, con Quella sporca ultima meta siamo di fronte a una tipica storia di riscatto morale, di ricerca di una dignità perduta e desiderio di rivalsa verso un mondo emarginante nei confronti degli outsider. E il cerchio si chiude nella magnifica partita che chiude il film tra split screen, ralenti, lacrime, sudore e parecchi applausi.

 

 

Luca Biscontini