Stasera in tv Buongiorno, notte di Marco Bellocchio

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 Buongiorno, notte, un film del 2003 diretto da Marco Bellocchio. La trama è ripresa liberamente dal libro del 1998 Il prigioniero della ex brigatista Anna Laura Braghetti, dove si narra del rapimento, della detenzione e dell’omicidio, da parte delle Brigate Rosse, di Aldo Moro, fatti avvenuti nel 1978. Il film è stato prodotto da Filmalbatros e Rai Cinema in collaborazione con Sky Italia, e distribuito nelle sale dalla 01 Distribution. È stato riconosciuto come d’interesse culturale nazionale dalla Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, in base alla delibera ministeriale del 17 Giugno 2002. Con Luigi Lo Cascio, Maya Sansa, Roberto Herlitzka, Giovanni Calcagno, Pier Giorgio Bellocchio, Paolo Briguglia.

Trama
Attraverso un resoconto che mescola la narrazione del romanzo con documenti televisivi originali dell’epoca, il regista rievoca il dramma umano dello statista Aldo Moro e il dubbio che si era fatto strada in Chiara, una delle brigatiste. Il doppio livello narrativo ci presenta drammatici stralci degli “interrogatori” a cui lo statista fu sottoposto durante la sua detenzione, e proiezioni oniriche che culminano con la sua ipotetica liberazione.

Anni di piombo: il sangue era il colore predominante delle strade dell’Italia, fra scorribande mafiose e misteriosi mandanti politici. Marco Bellocchio, che pure era ben consapevole del periodo storico che voleva trattare, realizzò un’opera universale, unica, che trasformava un argomento storico-politico in una ricerca umana ed esistenziale, quella di Chiara (Maya Sansa), la quale, da brigatista, appoggia il volere dei suoi compagni, ma è anche convinta, da essere umano, che la sua ideologia non debba diventare un’estrema alternativa alla giustizia umana. Entrando visibilmente in contrasto con un pensiero in cui crede, è l’esemplare di quel tipo capace di compatire, di commuoversi, in mezzo a uomini animati dal desiderio di dare concretamente corpo a un’utopia irrealizzabile (da rincorrere, certo, ma non in quei termini). Buongiorno, notte mostra il cortocircuito etico e politico del terrorismo. Aldo Moro rimane una figura essenzialmente umana che ha paura di morire, che sa e non vuole diventare un martire della repubblica, corpo sacrificato e per questo unico assente al suo funerale. Quel funerale che rimane una delle immagini simbolo del nostro paese nel suo essere insieme tragica e farsesca.

Selezionato in concorso alla 60ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film ha ottenuto un rilevante successo di critica, venendo apprezzato sia dai parenti di Aldo Moro, sia da alcuni ex brigatisti, come Gallinari e Morucci, con quest’ultimo che si è espresso in merito: «I suoi amici negavano autenticità alle sue lettere mentre alcuni di noi, nel leggerle, ci trovavamo ad associarle a quelle dei condannati a morte della Resistenza. Questo il film lo sottolinea, ed è proprio vero. Fu una cosa sconvolgente».

Nonostante la pellicola fosse data come favorita per la vittoria del Leone d’oro, ricevette solo un contributo individuale di particolare rilievo per la sceneggiatura, suscitando per questo molte polemiche tra gli addetti ai lavori; lo stesso regista Marco Bellocchio, deluso, abbandonò la manifestazione, delegando all’attore Luigi Lo Cascio il compito di ritirare il premio ottenuto. In seguito alle dichiarazioni del presidente di giuria, Mario Monicelli, il quale avvalorò le motivazioni che non avevano convinto i giurati ad assegnare il massimo riconoscimento al film («è stato impossibile convincere gli stranieri; questo film non era all’altezza del suo precedente, L’ora di religione»).

 

 

Luca Biscontini