Stasera in tv su Italia 1 alle 21,20 Rambo (First Blood), un film del 1982 diretto da Ted Kotcheff. La pellicola, con protagonista Sylvester Stallone, è l’adattamento cinematografico del romanzo del 1972 Primo sangue (First Blood) scritto da David Morrell. La sceneggiatura fu scritta da Michael Kozoll e William Sackheim, con il contributo di Sylvester Stallone. Al botteghino il film è stato un successo, ha incassato circa 47 milioni di dollari nel solo mercato statunitense per poi arrivare, a livello mondiale, ad un totale di 125 milioni di dollari. Con Sylvester Stallone, Richard Crenna, Brian Dennehy, David Caruso.
Trama
John Rambo, reduce del Vietnam, vive alla ricerca di un lavoro e del suo equilibrio psichico. Dopo essere stato arrestato e maltrattato, Rambo si libera e fugge. Braccato dai rappresentanti della legge, in breve li mette fuori combattimento. Viene chiamata la Guardia Nazionale, ma per l’ex Berretto Verde è un gioco da ragazzi tenerla in scacco. Alla fine Rambo si arrende al suo ex colonnello, appositamente venuto da Washington.
Di seguito riportiamo la recensione di Marcel Davinotti, apparsa su davinotti.com
Reduce dal Vietnam, ex Berretto Verde capace di “scatenare una guerra che neppure ve la sognate” se non lo lasciano in pace, John J. Rambo è diventato col tempo un simbolo, un sostantivo, un aggettivo. La dimostrazione di un successo enorme, che ha fruttato ad oggi due seguiti e la consacrazione di Sylvester Stallone a divo di prima grandezza nel firmamento hollywoodiano. A suo merito va detto che non esistono altri attori in grado d’incarnare tanto bene figure così eroiche e nel medesimo tempo relegate ai margini della società.
Ted Kotcheff ha saputo dirigere con ottimo gusto per gli splendidi paesaggi montani e, pur se indugiando in qualche banalità, bisogna ammettere che ha saputo caratterizzare i personaggi principali con la necessaria cura. Non solo Rambo e lo sceriffo (Brian Dennehy) che lo insegue, ma anche il colonnello Trautman (perfetto Richard Crenna nella parte), l’anello che lega due mondi diversissimi. Ci sono ritmo, tensione, passione, emozione e un finale commovente che chiude il film nel modo migliore, senza trionfalismi fuori luogo. Impossibile non parteggiare, fin dall’inizio, per il protagonista, braccato come una bestia da cui liberarsi il prima possibile.
Rintanato nei boschi, Rambo li trasformerà in una giungla vietnamita dove chi entra lo fa a suo rischio e pericolo. Agguati, trappole, attacchi a sorpresa. Non sarà facile uscire di lì, Trautman lo ripete ad ogni occasione. Una storia semplice, di esemplare linearità (e sorretta da una suggestiva colonna sonora di Jerry Goldsmith) in cui trionfa l’avventura. La straordinaria (quanto minimale) interpretazione di Stallone calza e meraviglia: un attore troppo spesso sottovalutato.
Luca Biscontini
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