Stasera in tv Risate di gioia di Mario Monicelli, con Totò e Anna Magnani

Stasera in tv su Rai Storia alle 21,10 Risate di gioia, un film del 1960 diretto da Mario Monicelli e interpretato da Totò e Anna Magnani. È l’unico film in cui Anna Magnani e Totò recitano insieme. Il soggetto è tratto da due novelle, Le risate di gioia e Ladri in chiesa, pubblicate nei Racconti romani di Alberto Moravia. Inizialmente Anna Magnani non voleva fare coppia con Totò. «Quando dissi alla Magnani – ha raccontato il regista Mario Monicelli – che per il ruolo del suo compagno avevo pensato a Totò, lei non lo voleva assolutamente. Fu una cosa abbastanza spiacevole, perché pensava che questo l’avrebbe squalificata». Nonostante le resistenze iniziali, i due attori lavorarono poi di buon accordo. «Tra Anna Magnani e Totò – ha raccontato Furio Scarpelli, uno degli sceneggiatori – c’era una gara benevola, senza alcuna malignità, a chi diceva più battute». Dopo 53 anni dall’uscita, il 9 Dicembre 2013, il film è tornato in sala, in una versione completamente restaurata, realizzata dalla Cineteca di Bologna, dalla Titanus e da Rai Cinema. Con Anna Magnani, Totò, Ben Gazzara, Fred Clark, Toni Ucci,  Edy Vessel, Mac Ronay, Carlo Pisacane, Gianni Bonagura, Fanfulla, Gina Rovere, Alberto De Amicis, Elena Fabrizi.

Trama
Tortorella (Anna Magnani), che campa con piccolissimi ruoli nel cinema, vuol passare la notte di Capodanno con l’amico Umberto, attore di infimo ordine e ladruncolo (Totò). Ma questi ha un altro progetto: di collaborare con Lello (Ben Gazzara) ad un furto. La donna si trova così implicata, benché innocente.

“All’origine era una sceneggiatura rifiutata da Comencini, che mi dette da leggere Suso Cecchi d’Amico. Mi piacque l’idea di questa protagonista in giro per tutta una notte, e anche l’idea di lavorare con la Magnani. Mi garbava anche il fatto che il film avesse un’unità aristotelica, perché durava il tempo reale; lo dovevamo girare tutto di notte – infatti girammo per quaranta notti consecutive. Molti amici mi incitavano: ‘Hai fatto La grande guerra, hai vinto il Leone d’Oro, dovresti avere delle ambizioni diverse!’ De Laurentiis mi braccava in maniera spietata perché facessi I due nemici (poi diretto da Guy Hamilton) dicendomi: “È un’operazione uguale a La grande guerra, c’è Sordi con David Niven”. Non m’interessava proprio, perché era una rimasticatura del mio film. Anche per Risate di gioia ebbi da lottare. Alla Magnani piaceva il film; era il personaggio di una povera comparsa di Cinecittà che voleva vivere una bella notte di Capodanno, e poi veniva invitata ad una festa soltanto perché erano in tredici; si accorgeva in fine della scarsa considerazione in cui era tenuta e finiva con un altro relitto di Cinecittà, interpretato da Totò”.
(Mario Monicelli)

“Quando gli proposero Risate di gioia, Totò fu felicissimo. Da anni sognava di tornare a lavorare con Monicelli, a volte si riteneva snobbato da lui, si chiedeva come mai, ne soffriva. Nel film, poi, ci sarebbe stata Anna Magnani, per cui aveva un culto, come attrice e come donna. Assieme avevano fatto le favolose riviste degli anni di guerra e quando si incontravano – sempre occasionalmente perché nel privato avevano giri diversi – c’erano abbracci, commozioni sincere, affettuosità reali e un mare di ricordi. Fisicamente, per Totò il film fu un grosso sacrificio perché era già semicieco, i medici gli raccomandavano molte cautele per gli occhi, era sotto intensa terapia antiemorragica per la corioretinite da cui era afflitto. Il male e lo scarso movimento a cui lo costringeva, lo avevano molto appesantito. Soffriva a vedersi ridotto così, e quando andò per infilarsi il frac di scena che fino a tre anni prima gli era andato perfetto e abbondante, proprio come lui voleva, gli prese una botta di malinconi. Monicelli cercava di metterlo a suo agio, di non fargli pesare l’infermità. Anche la Magnani. Entrambi, tra loro, sfottevano Ben Gazzara, per la pronuncia siculo-americana con cui parlava l’italiano e perché era un po’ fanatico. Con l’altro, Fred Clark, non avevano molta comunicativa perché era sempre sbronzo… La scena della festa dove Totò e la Magnani cantano fu girata al Casinò di Anzio. All’uscita, dopo le riprese, accadde un fatto. Se Totò proteggeva i cani randagi, Anna aveva la fissa dei gatti. Così ne vide uno che veniva maltrattato da alcuni ragazzini e immediatamente si precipitò urlando come uno dei personaggi dei suoi film, mentre nella vita parlava sempre da signora, aveva persino il birignao: “Brutti figli di mignotta, la volete piantà!”. Beh, uscirono fuori i genitori che volevano menarla. Totò, che non vedeva niente, si sentì in dovere di spalleggiarla, e mancò poco ne nascesse una zuffa. Dovettero accorrere quelli della troupe, e alla fine la Magnani se ne andò tutta fiera con il povero gatto in braccio”.
(Suso Cecchi D’amico)

 

 

Luca Biscontini