Stasera in tv Shame di Steve McQueen, con Michael Fassbender

Stasera in tv su Cielo alle 23,35 Shame, un film del 2011 diretto da Steve McQueen. Il film è stato presentato in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il protagonista, Michael Fassbender, ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile. Michael Fassbender torna a lavorare con McQueen, che lo aveva diretto nel 2008 in Hunger. Del cast fanno parte anche Carey Mulligan e James Badge Dale, che interpretano rispettivamente la sorella e il capo del protagonista. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso McQueen con la collaborazione della drammaturga Abi Morgan. Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware, Elizabeth Masucci, Jake Richard Siciliano.

Trama
Brandon è un trentenne newyorkese bello, sicuro di sé, con una bella casa e un ottimo lavoro. Per rendere la sua vita perfetta ci vorrebbe una donna, ma l’uomo non riesce a legarsi a nessuna perché soffre di una perversa ossessione sessuale. Abituato a relazionarsi al sesso femminile solo in termini puramente erotici, Brandon fugge da qualunque donna scateni in lui il più piccolo senso di emozione. E così l’uomo passa le sue giornate diviso tra il sesso virtuale, le prostitute e i video porno. Quando la sorella Sissy, con la scusa di dover fare qualche concerto in città, si trasferisce a casa sua, Brandon sarà costretto a fare i conti con la propria coscienza e a rendersi conto di provare vergogna per se stesso.

“Nella cornice di un’algida Manhattan, Shame – riuscitissima opera seconda dell’inglese Steve McQueen, noto artista visuale – pedina il protagonista nel suo progressivo sprofondare nel degrado dopo l’entrata in scena di una sorella sballata, tenera e afflitta da mania suicida. Una battuta accenna a un eventuale dramma familiare, ma Shame non è un film psicologico. Come da titolo, è una dolorosa odissea di espiazione sullo sfondo di un mondo vuoto di valori che McQueen svolge combinando raffinata nitidezza di stile con un’intensa vena emozionale. E se la Mulligan si conferma una delle attrici più interessanti dell’ultima ondata, Fassbender nella sua struggente auto distruttività è semplicemente straordinario. Già insignito a Venezia della Coppa Volpi, è ora in corsa per il Golden Globe e certamente lo ritroveremo nella cinquina degli Oscar.”
(Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 13 Gennaio 2012)

“Non fatevi ingannare da chi blatera di ‘film-scandalo’. Non c’è nulla di ‘scandalistico’, in Shame. Nessuna ‘pruderie’, nessun viagra audiovisivo. Shame mette in scena Thanatos, non Eros. Non insegue l’amore, corteggia la morte. E mostra quanto desiderio di morte ci sia in quell’ossessione d’amore (e di sesso, carne, godimento, piacere) che sembra dominare tanta parte della società occidentale contemporanea. Brandon (Michael Fassbender, Coppa Volpi a Venezia come miglior attore) non è un Don Giovanni. Non seduce, stupra. Non corteggia, compra. Non desidera, si punisce. E lo fa con tale sistematica incontinenza da far pensare che il sesso, per lui, sia ancora e soprattutto ‘vergogna’. Maledizione biblica. ‘Cupio dissolvi’. ‘Shame’ è un film necrofilo. È dominato dal desiderio di morte fin dalla prima inquadratura, che riprende Brandon dall’alto, immobile sul letto, ricoperto da un lenzuolo azzurrognolo. L’inquadratura è innaturalmente lunga, quasi a contemplare una sorta di ‘rigor mortis’ del protagonista”.
(Gianni Canova, Il Fatto Quotidiano, 13 Gennaio 2012)

“Un po’ moralistico il chiacchierato film di Steve McQueen lo è già nel titolo Shame che induce a equiparare sesso e vergogna. E così come i romanzi minimalisti degli anni ’80 parlavano della New York da bere epicentro droga e finanza, qui il meccanismo è lo stesso ma il sesso diventa la star. Tutto ripiegato su un maxicomplesso di colpa post coitum, come neanche Bergman e Fellini l’hanno mai sognato, e sul cogito ergo sum sulle rive dell’Hudson aiutato da Bach, il film è un poco telecomandato nei suoi sviluppi narrativi. È teso e freddo, senza esborsi emotivi nella facciata glamour di un homo eroticus che non ha la corposità fantasessuale dei personaggi di Roth e si trova sempre più solo. Notturno, scandaloso ma entro certi limiti (è cult il nudo frontale del bravissimo Fassbender), il film di McQueen (autore dell’inedito ‘Hunger’) è un oltraggioso film indipendente alla Solondz ma patinato, in cui il cast porta notevole valore aggiunto. Non solo il già citato Michael (Coppa Volpi a Venezia, poi si vedrà) ma Carey Mulligan è così intensa che è l’unica che rompe la perfezione dello psicotico intreccio per scuotere chi va a letto presto. Ci voleva Jung ma Fassbender aveva già dato, in questo senso.”
(Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 13 Gennaio 2012)

 

 

Luca Biscontini