Stasera in tv su Iris alle 21 Blue Jasmine di Woody Allen, con Cate Blanchett

Stasera in tv su Iris alle 21 Blue Jasmine, un film del 2013 scritto e diretto da Woody Allen, con protagonista Cate Blanchett, che si è aggiudicata il Premio Oscar per la Miglior attrice protagonista. Il film è un omaggio a Un tram che si chiama desiderio, pièce di cui echeggia la trama. Chiamato in un primo momento Jasmine French, il film è divenuto Blue Jasmine per evidenziare meglio lo stato d’animo “blu” della protagonista e per i continui riferimenti di Jasmine a Blue Moon, la canzone che stava suonando quando lei ha incontrato per la prima volta Hal e il cui verso «you saw me standing alone» risuona anche nella scena in cui conosce Dwight. A differenza dei film di Allen contenenti le immagini più suggestive delle città in cui sono ambientati (Midnight in Paris, Vicky Cristina Barcelona o To Rome with Love, ad esempio), Blue Jasmine non mostra le bellezze di San Francisco (a parte una breve vista del Golden Gate Bridge). Con Cate Blanchett, Sally Hawkins, Alec Baldwin, Peter Sarsgaard, Louis C.K.

Trama
Dopo aver visto la sua vita distrutta e il matrimonio con il ricco uomo d’affari Hal andare incontro a guai seri, Jasmine lascia la sua mondana e raffinata New York per trasferirsi a San Francisco. Stabilendosi nel piccolo appartamento della sorella Ginger, Jasmine tenterà di fare ordine nella sua esistenza.

Tennessee Williams morfa in Dostoevskij. E, dietro al volto aristocratico, gelidamente luminoso e stranito, di Cate Blanchett e alle dolci brezze della San Francisco Bay, emergono i neri cupissimi di Crimini e misfatti. Il ritorno in America di Woody Allen è segnato da un fortissimo scarto tonale rispetto alle più ariose, produzioni realizzate durante il gran tour europeo degli ultimi anni. Pur richiamandosi nella struttura a Un tram che si chiama desiderio – in dichiarato spirito di omaggio tanto la cosa è esplicita – Blue Jasmine è un puro concentrato di Woody Allen: un film che parte con l’aria di essere un’altra incantevole commedia delle sue e invece, a un certo punto, come accade in alcune sue pellicole, vira sul crinale del dramma.

Tutto il film è un continuo andare avanti e indietro tra presente e passato attraverso gli occhi e i ricordi della protagonista, spesso sbiaditi dall’ansia, dalle nevrosi di una vita andata e di una che ancora non ha direzione e stabilità. Allen è bravo nel mostrarcela nei tempi giusti aiutato senza ombra di dubbio dalla splendida interpretazione di Cate Blanchett, che si prende scena e riflettori riuscendo a oscurare anche Alec Baldwin, meno incisivo del solito. Allen realizza un racconto morale, non moralistico, di acuta intelligenza, che si conclude con la contemplazione di uno sfacelo destinato a non guarire: l’impalcatura di omesse verità, sgargianti bugie ed entusiasta ipocrisia della protagonista non può reggere alla lunga e basta un inciampo del destino a sbatterle in faccia tutta la sua devastante pochezza.

Allen raggiunge una straordinaria armonia nel raccontare la verosimile storia di una vita a due punte, tra presente e passato, un ping pong di esattezza e tempismo tra l’alta società di Manhattan e i poveri sempre più poveri, un confronto di due volgarità, una sofisticata e una naturale. E un tuffo nel panorama di oggi, che ci fa amare e disprezzare la cara Gelsomina.

 

 

Luca Biscontini