Stasera in tv su Iris alle 23,20 Volver di Pedro Almodóvar, con Penelope Cruz

Stasera in tv su Iris alle 23,20 Volver, un film del 2006 diretto da Pedro Almodóvar. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2006, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura e per la migliore interpretazione femminile (Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Chus Lampreave, Yohana Cobo, Blanca Portillo). Volver significa “Tornare” e, oltre ad essere il titolo del tango cantato da Penelope Cruz in una scena culminante, sottolinea la tematica principale dell’opera. Il film ha vinto quattro premi Goya (Miglior film, Miglior regista a Pedro Almodóvar, Migliore attrice protagonista a Penélope Cruz, Migliore attrice non protagonista a Carmen Maura, Miglior colonna sonora a Alberto Iglesias), cinque European Awards (Migliore attrice a Penélope Cruz, Miglior regista a Pedro Almodóvar, Miglior fotografia a José Luis Alcaine, Miglior colonna sonora a Alberto Iglesias, Premio del pubblico al miglior film europeo), due Globi d’Oro (Miglior distributore alla Warner Bros, Miglior Film Europeo a Pedro Almodóvar) e un Nastro D’Argento (Migliore film europeo). Con Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Antonio de la Torre, Carlos Blanco.

Trama
Raimunda copre le tracce dell’assassinio del marito da parte della figlia Paula (che ne era stata insidiata), poi decide di gestire direttamente un ristorante con amiche senza uomini. Nel frattempo, lo spirito della madre – morta anni prima in un incendio – torna a frasi vivo, prodigo di consigli.

Director: Pedro Almodóvar

Con questo film, Pedro Almodóvar è approdato a uno stato di grazia che già da tempo si poteva riscontrare nella sua opera (almeno dai tempi de Il fiore del mio segreto, primo film della sua maturità cinematografica), ma mai a un tale livello di perfezione espressiva. Volver significa “tornare” e il titolo allude al ritorno del fantasma della madre interpretata da Carmen Maura (splendida invenzione surreale, anche se la sua vera funzione narrativa non va svelata), ma è anche un ritorno personale del regista nella regione di La Mancha, dove lui stesso è nato, e a un universo femminile che nel suo cinema resta imprescindibile (e non a caso, dopo 17 anni di separazione artistica, torna anche la sua attrice-feticcio Carmen Maura).

Descritto da Almodóvar come “una combinazione fra Il romanzo di Mildred e Arsenico e vecchi merletti, uniti al naturalismo surrealista di Che cosa ho fatto io per meritare questo?“, è un melodramma familiare piuttosto audace nella commistione dei generi, con una sottotrama di tipo giallo/poliziesco e audaci tocchi di commedia, ma anche con sequenze commoventi che fanno versare più di una lacrima. L’elogio alla schiettezza e alla forza d’animo femminile si accompagna stavolta a una visione piuttosto sbrigativa dell’universo maschile, dove gli uomini sono ridotti a comparse che svaniscono rapidamente nel nulla, coerentemente con un certo irrealismo programmatico tipico dei suoi film, e che si ritrova anche qui (e l’accusa di essere un film “anti-maschile” non ha davvero senso). Anche in Tutto su mia madre le inverosimiglianze narrative erano parecchie, ma, come in Volver, erano sublimate dall’emozione profonda che il regista sa ottenere grazie a un linguaggio cinematografico armonioso e a uno stile rifinito e coerente.

La maestria visiva resta grande, con una stupenda fotografia di José Luis Alcaine che riesce a valorizzare composizioni figurative spesso originali e ardite nell’uso del colore. Penelope Cruz in versione maggiorata è straordinaria, alla sua migliore interpretazione di sempre, e ha fatto incetta di premi, anche se l’Oscar non le è arrivato per questo film, per cui era candidata, ma con Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen nella categoria “non protagonista” (in Volver è eccezionale). Ottimo contributo anche della già citata Carmen Maura, di Lola Duenas (Sole), di Blanca Portillo (Augustina) e di Chus Lampreave (la zia).

 

 

Luca Biscontini