Stasera in tv su La7 alle 23,45 Misterioso omicidio a Manhattan di Woody Allen

Stasera in tv su La7 alle 23,45 Misterioso omicidio a Manhattan, un film scritto, diretto ed interpretato da Woody Allen. Il film è un giallo classico, ma elegantemente improntato alla commedia, grazie al caustico ma garbato umorismo di Allen, e ricco di citazioni cinefile. La pellicola segna un ritorno al comico puro per il regista newyorkese, sullo stile meditato e personale di Broadway Danny Rose (1984); il ritorno alle “origini” è segnato anche dalla presenza di Diane Keaton, partner sullo schermo, e dello sceneggiatore Marshall Brickman, con il quale Allen ha firmato alcuni dei suoi lavori più celebri, tra i quali Io e Annie (1977) e Manhattan (1979), ultimi due film con la Keaton prima della fine della loro relazione (fatta eccezione per l’apparizione dell’attrice nel finale di Radio Days, 1987). Il film può essere considerato una sorta di sequel non dichiarato del precedente Io e Annie per vari motivi: il soggetto di Misterioso omicidio a Manhattan faceva parte del soggetto iniziale scritto da Allen e Brickman per Io e Annie (successivamente venne tagliato); dopo molti anni lo stesso Brickman è tornato a collaborare con Allen nella stesura della sceneggiatura definitiva; Allen ha scritturato per la parte femminile la stessa Keaton. Con Diane Keaton, Woody Allen, Alan Alda, Anjelica Huston.

Trama
I coniugi Carol e Larry Lipton (Diane Keaton e Woody Allen) frequentano i loro vicini di casa, gli House. Quando la signora House muore, pare d’infarto, Carol Lipton nutre invece sospetti sul marito della defunta e riesce a coinvolgere il proprio coniuge, dapprima del tutto riluttante, in un’indagine che porterà, dopo vicissitudini varie, alla soluzione del “caso”.

A quindici anni di distanza da Manhattan (1979) la coppia Allen–Keaton torna insieme in una brillante commedia a sfondo giallo piena di sviluppi imprevisti e freddure a ripetizione. La pellicola segna anche il ritorno dello sceneggiatore Marshall Brickman che aveva già lavorato con Woody Allen in diversi lungometraggi negli anni settanta come Il dormiglione (1973) e Io e Annie (1977). Denso di rimandi al cinema hitchcockiano (numerosi sono i riferimenti a capolavori del regista britannico quali La finestra sul cortile e La donna che visse due volte) il film di Allen è composto da un cast eccezionale che comprende, oltre allo stesso regista e a Diane Keaton, una sublime Angelica Houston nel ruolo della perspicace scrittrice Marcia Fox. Il tutto viene condito da alcune scene memorabili come quella in cui i Lipton rimangono chiusi in ascensore e Larry viene colto da un attacco di claustrofobia, oppure quando per incastrare il signor House i due coniugi, su consiglio degli amici, decidono di usare una conversazione registrata ma sbagliano a far funzionare i nastri.

Sebbene possa sembrare a prima vista una commedia leggera, si tratta, invece, di un film dal profondo significato filosofico. In un certo senso Woody Allen riprende in chiave ironica il concetto arendtiano della «banalità» del male. Come è noto la filosofa tedesca Hannah Arendt elaborò questa nozione quando assistette al processo intentato contro Adolf Eichman, uno dei principali architetti della Endlösung der Judenfrage, la famigerata «soluzione finale alla questione ebraica». Durante il dibattimento apparve chiaro ad Arendt che quell’uomo, macchiatosi di orrendi crimini, non sembrava matto, né diverso da noi. Anzi, in un certo senso appariva abbastanza comune. Anche nel caso di Paul House (interpretato dall’attore Jerry Adler) ci troviamo dinnanzi a un individuo al di sopra di ogni sospetto, il cui maggiore interesse è quello di collezionare francobolli. Ed è forse proprio attraverso questo suo conformismo che riesce a ingannare la polizia e il vicinato nascondendo a tutti la sua natura di marito infedele nonché di duplice omicida. All’interno di una società come quella contemporanea, in cui vige l’anonimato, il «mostro», tranne alcuni rari casi, non è più un individuo caratterizzato da malattie mentali tali da renderlo riconoscibile agli occhi di tutti, ma può benissimo nascondersi dietro il proprio vicino di casa. Insomma, non esistono solo serial killer, ma anche noiosi borghesi possono rivelarsi dei crudeli assassini.

Interessante è anche la contrapposizione fra i due protagonisti: il marito, un monotono agente editoriale legato alla propria routine ed ancorato alle proprie certezze, e la moglie, che cerca invece di immedesimarsi nel ruolo del detective per rompere la ripetitività della vita coniugale, sembrano essere la metafora dei due volti dell’individuo contemporaneo, che da una parte ama la sicurezza, ma dall’altro è sempre alla ricerca di nuove esperienze. Per concludere Misterioso Omicidio a Manhattan di Woody Allen è una pietra miliare nella storia del cinema che riesce a unire con grande ironia una frizzante commedia giallo rosa e una profonda riflessione sul mondo moderno.

 

 

Luca Biscontini