Stasera in tv su Rete 4 L’infernale Quinlan di Orson Welles

Stasera in tv su Rete 4 alle 00,30 L’infernale Quinlan (Touch of Evil), un film del 1958 scritto, diretto e interpretato da Orson Welles, liberamente tratto dal romanzo Badge of Evil di Whit Masterson (edito in Italia nel numero 417 della collana Il Giallo Mondadori con il titolo Contro tutti). Nel 1993 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. I primi tre minuti del film sono girati senza tagli, con uno dei piani sequenza più famosi della storia del cinema. L’azione è ripresa in uno spazio molto grande, in cui viene presentato l’antefatto e tutti i personaggi principali del film. Le riprese si sono svolte negli Universal Studios di Hollywood e in esterni a Venice, California, la maggior parte dei casi con un grandangolo di 18,5 mm. Prima della distribuzione nelle sale cinematografiche nel 1958, la Universal tolse il film di mano al regista in postproduzione e ne tagliò una ventina di minuti, riducendolo alla durata di 93, facendo girare nuove scene, dirette da Harry Keller, e modificando il primo montaggio. Nel 1976 scoprì nei suoi archivi una versione di 108 minuti e la distribuì come “ritrovamento”. Negli anni novanta il produttore Rick Schmidlin, ammiratore di Welles, si propose di restaurarlo con maggiore cura filologica, ripristinandolo per quanto si è potuto fare nella sua forma originaria, pulendo il famoso piano sequenza iniziale dai titoli di testa. Il restauro, terminato nel 1998, fu realizzato a cura di Walter Murch e questa versione di 112 minuti è ora proposta in DVD dalla stessa Universal la quale, in seguito alle modifiche effettuate, ha richiesto anche un nuovo doppiaggio italiano. Con Orson Welles, Charlton Heston, Janet Leigh, Joseph Calleia, Marlene Dietrich, Akim Tamiroff, Joanna Moore, Ray Collins, Dennis Weaver.

Trama
Mike Vargas, ispettore della polizia messicana e sua moglie Susan, devono interrompere il loro viaggio di nozze per venire a capo dell’uccisione del ricco proprietario Linnekar, avvenuta al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Vargas partecipa alle indagini affiancando l’ispettore americano Quinlan. Nel frattempo Susan viene circuita da un tipo losco, che, ricattando la donna, mira a liberare suo fratello arrestato dall’ispettore messicano.

Ispirato al non esaltante Contro Tutti di Whit Masterson, L’infernale Quinlan è l’ottavo film di Orson Welles, il quale (alla sua sesta ed ultima esperienza hollywoodiana) stravolse il testo d’origine, riscrivendolo in soli 17 giorni e realizzando così un autentico capolavoro (nonché una summa dei temi e motivi caratteristici del suo cinema), grazie a una magistrale e personale esasperazione del materiale. Infatti, spingendo abilmente e consapevolmente all’estremo il suo tipico barocchismo formale, eleva uno spunto da b-movie poliziesco a vetta della narrazione di genere noir rielaborando gli stilemi dei film gangster anni ’30 e sviluppando in cadenze di una tragedia classica un intreccio che, fondato su personaggi e atmosfere più che sull’azione, fa capo ad un pregnante e sconcertante ribaltamento ideologico veicolato dal conflitto morale tra due concezioni opposte della legge: se da una parte Vargas si mostra integerrimo e ligio al dovere, dall’altra Hank non esita invece ad assecondare il suo istinto e a ricorrere anche a metodi decisamente poco ortodossi nel tentativo di perseguire a tutti i costi la giustizia.

Memorabile personaggio degno di Shakespeare ed interpretato da Welles con grande adesione, nella sua profonda ambiguità in realtà estremamente umana, tanto da essere definito “uno sporco poliziotto, ma a suo modo un grand’uomo”, Quinlan è il cardine e il cuore di un inquietante e trascinante affresco decadente di un’oscura realtà di confine ammorbata da politiche corrotte e dilagante amoralità, come suggerisce il più calzante titolo originale, stravolto nella versione italiana; coadiuvato dai chiaroscuri della splendida fotografia di Russell Metty che richiama l’estetica espressionista, il virtuosismo di Welles a livello di scrittura si riflette ed estende anche sul piano formale e stilistico in una messa in scena trascinante e sorprendente (regia inventiva, riprese elaborate e inquadrature singolari come il celebre e mozzafiato piano-sequenza iniziale), ben commentata dalle musiche del grande Henry Mancini.

Brevi apparizioni di Joseph Cotten e Zsa Zsa Gabor, che impreziosiscono ulteriormente una nutrita galleria di riuscite figure di contorno tra le quali si distingue la conturbante chiromante e tenutaria di un bordello interpretata da Marlene Dietrich. Girato in una quarantina di giorni con un budget ristretto, in post-produzione fu tolto di mano al regista dalla Universal che decise di apportare significative modifiche, ovvero tagliando il tutto di quasi mezz’ora, inserendo nuove scene assai didascaliche (dirette da Harry Keller) e alterandone il montaggio, per poi riservargli un trattamento da film di serie B e quindi una distribuzione risicata, condannandolo così all’insuccesso; il massacro dell’opera spinse Welles a scrivere una lunga lettera (di ben 58 pagine) indirizzata al capo della major Edward Muhl e al nuovo montatore Ernst Nims, in cui descriveva meticolosamente le sue scelte e ambizioni stilistiche (che però non vennero rispettate); seguendo le istruzioni contenute in tale memoriale, negli anni ’90 (a circa un ventennio dal ritrovamento di una versione di 108 minuti, rinvenuta negli archivi e così distribuita nel 1976) il produttore Rick Schmidlin, grande ammiratore di Welle, decise di ricostruire il film ripristinandolo per quanto possibile nella sua forma originaria. L’operazione di restauro, eseguita con la collaborazione dell’abile montatore e sound mixer Walter Murch, fu completata nel 1998, generando una “nuova” edizione di 112 minuti in seguito distribuita in DVD per il mercato internazionale.

 

 

Luca Biscontini