Stasera in tv su Rai Movie alle 21,10 The Post, un film del 2017 diretto da Steven Spielberg con protagonisti Meryl Streep e Tom Hanks. Il film narra la vicenda della pubblicazione dei Pentagon Papers, documenti top secret del dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America, prima sul New York Times e poi sul Washington Post nel 1971. La produzione, il cui budget è stato di 50 milioni di dollari, inizia il 30 Maggio 2017 a New York. Il film ha incassato quasi 177,6 milioni di dollari, di cui 81,9 milioni in patria e quasi 95,7 milioni nel resto del mondo. Con la direzione della fotografia di Janusz Kaminski, le scenografie di Rick Carter, i costumi di Ann Roth e le musiche di John Williams, The Post è interpretato da Meryl Streep, Tom Hanks, Alison Brie, Matthew Rhys, Bruce Greenwood, Sarah Paulson, Carrie Coon, David Cross, Tracy Letts.
Trama
Nel mese di giugno del 1971, il New York Times, il Washington Post e gli altri principali quotidiani degli Stati Uniti prendono una coraggiosa posizione in favore della libertà di espressione, informando sui documenti del Pentagono e rivelando segreti governativi inerenti a quattro decenni di storia e presidenze americane. Katherine Graham, la prima editrice del Washington Post, e Ben Bradlee, il volatile direttore della testata, provano a ridare linfa a un quotidiano oramai in declino. Insieme, formano un’improbabile squadra chiamata a sostenere coraggiosamente la pubblicazione dei documenti e a combattere contro il tentativo senza precedenti dell’amministrazione Nixon di limitare il Primo Emendamento.
“La storia dei Pentagon Papers, la relazione top secret di 7.000 pagine stilata nel 1967 ricca di scottanti retroscena capaci di far collassare l’intero sistema politico americano, racchiude in sé tante storie, individuali e collettive: le menzogne raccontate alla nazione da ben quattro amministrazioni presidenziali, l’inganno ordito ai danni dell’opinione pubblica, la storica conquista in termini di libertà di parola e di stampa. Steven Spielberg, attraverso una ricostruzione minuziosa ma mai pedante, percorsa da un sapiente e ricco contrasto di luci investigative e ombre di Stato, riesce magistralmente a far convivere la lezione del grande cinema americano di inchiesta degli anni ’70 e la partecipe umanità che gronda emozione tipica del suo cinema. Il film è di fatto un autentico classico contemporaneo che non si limita al rigore della documentazione e all’encomiabile gestione di una mole enorme di dati ma, anzi, ricerca con misurata eleganza il coinvolgimento, il trasporto emotivo e la condivisione di un preciso ideale di libertà, sia attraverso la parola (eccezionale la sceneggiatura di Liz Hannah e Josh Singer), sia attraverso gli strumenti più puri della regia, caratterizzata da un’attenzione minuziosissima anche per i personaggi minori, restituiti attraverso illuminanti dettagli. Un’opera nobilissima che rifiuta ogni forma di accademismo o di enfasi gratuita, densa e stratificata nella scrittura tanto quanto essenziale e priva di orpelli dal punto di vista formale. Esemplare come i due protagonisti diventino due modelli di caparbia ostinazione segnati da dubbi e fragilità che, gettando il cuore oltre l’ostacolo, arrivano a un traguardo epocale. Tra i tanti momenti indimenticabili, è impossibile non citare la telefonata in cui Katharine Graham dà il via libera alla pubblicazione dei documenti e la sequenza finale. Ottimo Tom Hanks, gustoso ed energico, ma è Meryl Streep, misurata e sfumata, a offrire una prova da standing ovation. Fotografia (eccellente) di Janusz Kamiński, musiche di John Williams”.
(LongTake)
Luca Biscontini
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.